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Bio-On nella bufera: arresti e sequestri, titolo sospeso

Un manager arrestato, due misure interdittive e 150 milioni di euro sotto sequestro è il bilancio del blitz realizzato stamattina dalla Guardia di Finanza – Borsa Italiana sospende il titolo a tempo indeterminato

Bio-On nella bufera: arresti e sequestri, titolo sospeso

Tramonta nel peggiore dei modi la parabola dell’ex unicorno dell’Aim. Dopo la bufera finanziaria e borsistica che ha investito Bio-On negli ultimi mesi, è cominciato anche lo tzunami giudiziario. 

Nell’ambito dell’operazione “Plastic Bubbles” portata avanti dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Bologna, tre figure apicali della società sono finiti nel mirino della giustizia. Marco Astorri, presidente e fondatore del gruppo che produce bioplatiche innovative, è ai domiciliari dal 23 ottobre, mentre Guy Cicognani, socio e vicepresidente del cda, e Gianfranco Capodaglio, hanno ricevuto misure interdittive e il divieto di esercitare ruoli direttivi di persona giuridica. In totale ci sono nove indagati.

Decine di perquisizioni sono state effettuate in Emilia Romagna, Lazio e Lombardia e 150 milioni di euro di beni sotto stati posti sotto sequestro. La cifra corrisponde al valore del profitto dei reati commessi, fanno sapere le Fiamme Gialle. Pesantissime le accuse: false comunicazioni sociali da parte di una società quotata e manipolazione del mercato. 

La notizia ha avuto immediate ripercussioni a Piazza Affari. Mercoledì in pre-apertura il titolo Bio-on non è riuscito a fare prezzo, segnando un ribasso teorico del 50%. Poco dopo è arrivata la comunicazione di Borsa Italiana: azioni sospese dalle negoziazioni a tempo indeterminato. 

Una cosa impensabile fino a pochi mesi fa, quando la società guidata da Marco Astorri e Guido Cicognani era considerata come il fiore all’occhiello dell’Aim, il listino delle piccole e medie imprese italiane. Nel 2018 Bio-On era diventata un unicorno, termine con cui vengono definite le società che valgono oltre 1 miliardo di euro. Il 23 luglio 2019 il titolo Bio-On veleggiava quota 55,3 euro per azione, ben lontano dal prezzo di quotazione fissato nel 2014 a 5 euro. Il giorno dopo, il fondo speculativo americano Quintessential avrebbe pubblicato un report dal titolo esemplificativo:”’Bio-On spa: una Parmalat a Bologna?”. Il fondo guidato da Gabriele Grego ha accusato la società di illeciti sui bilanci e di conflitti di interesse, definendola un’azienda che si regge “su un castello di carte”, con una “situazione finanziaria precaria” e una contabilità che palesa “serie irregolarità”. Secondo Quintessential infatti, la maggior parte dei ricavi dichiarati dall’azienda deriverebbe da operazioni incrociate con società di cui la stessa Bio-On è azionista e alle quali cede tecnologia in cambio di soldi che non vengono neanche versati. 

Bio-On ha da subito reagito alle accuse, smentendole su tutta la linea e presentando anche denuncia ai carabinieri, ma la tempesta in Borsa è stata impossibile da fermare: negli ultimi sei mesi il titolo ha perso oltre l’80% del suo valore e il 23 ottobre, prima della sospensione valeva 5,2 euro per azione. 

A contribuire alle vicissitudini borsistiche è arrivata anche la semestrale pubblicata ad ottobre (su cui anche la Consob ha acceso un faro) e chiusa con una perdita di oltre 10 milioni, ricavi crollati a 917mila euro (erano a 6,12 milioni). “I risultati non ci hanno stupito e confermano la correttezza della nostra analisi”, ha spiegato Quintessential.

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