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Bilancio Ue 2014-2020, via libera dall’Europarlamento: impegni per 960 miliardi

Il conto complessivo per i prossimi sette anni sarà di 960 miliardi di euro in impegni finanziari e 908 miliardi in pagamenti – Strasburgo ha dato il via libera al testo con 537 voti a favore, 126 contrari e 19 astensioni I maggiori gruppi politici hanno sostenuto l’accordo, mentre si sono opposti i Verdi e la sinistra radicale.

Bilancio Ue 2014-2020, via libera dall’Europarlamento: impegni per 960 miliardi

L’Europarlamento ha approvato a larga maggioranza il bilancio dell’Unione europea per il periodo 2014-2020, ritenendo che tutte le condizioni poste “siano state ampiamente rispettate”. Il conto complessivo per i prossimi sette anni sarà di 960 miliardi di euro in impegni finanziari e 908 miliardi in pagamenti (prezzi del 2011).

Strasburgo ha dato il via libera al testo con 537 voti a favore, 126 contrari e 19 astensioni. L’accordo inter-istituzionale di accompagnamento, invece, è stato approvato con 557 voti favorevoli, 118 contrari e 11 astenuti. I maggiori gruppi politici hanno  sostenuto l’accordo, mentre i Verdi e la sinistra radicale avevano già annunciato il voto contrario.

Si conclude così un negoziato durato molti mesi. Lo scorso marzo il Parlamento europeo aveva bocciato la proposta inziale dei capi di Stato e di governo arrivata l’8 febbraio, rimettendo poi in discussione un primo accordo raggiunto nel giugno scorso fra i vertici delle tre istituzioni (Europarlamento, Commissione europea e Consiglio Ue). 

L’intesa finale, tuttavia, non presenta grandi cambiamenti nelle cifre, che per la prima volta nella storia dell’Unione prevedono una flessione in termini reali del bilancio pluriennale (-6%). In ogni caso, sono state accolte diverse richieste dell’Assemblea di Strasburgo, in particolare per quanto riguarda la “flessibilità” (ovvero la possibilità di cambiare priorità e spostare risorse fra i diversi capitoli di spesa e fra i diversi bilanci annuali) e l’impegno a discutere una riforma del sistema di finanziamento dell’Ue che dia più importanza a nuove “risorse proprie”.

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