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Berlusconi, la Giunta del Senato si pronuncia per la decadenza. Ora la parola passa all’Aula

La Giunta del Senato decide a maggioranza la decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare – Ora la parola passa all’aula di Palazzo Madama, che si pronuncerà entro il 14 ottobre prossimo

Berlusconi, la Giunta del Senato si pronuncia per la decadenza. Ora la parola passa all’Aula

Arriva il primo via libera alla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di parlamentare. La Giunta per le elezioni e le immunità del Senato si è riunita oggi in seduta pubblica e a maggioranza ha votato in favore del provvedimento in forza della legge Severino.

Ora tocca all’Aula di Palazzo Madama, che dovrà esprimersi entro il 14 ottobre. In caso di nuova approvazione, il Cavaliere perderà la carica di senatore e con essa l’immunità parlamentare. 

Le forze politiche si sono presentate all’appuntamento fortemente divise: il Pdl facendo quadrato attorno al proprio leader e sostenendo la non applicabilità della legge Severino sulla non eleggibilità dei condannati, perché al momento in cu i fu commesso il reato quelle norme non erano ancora in vigore; il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle orientati invece per un voto favorevole alla decadenza.

Gli avvocati di Berlusconi (Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini) non si sono presentati all’udienza pubblica, in segno di protesta per la presunta parzialità del giudizio.

“E’ andata peggio del previsto – ha commentato il capo dei senatori Pdl, Renato Schifani –, era una sentenza già scritta, se ne conosceva la trama, ma si è andati oltre ogni limite di tollerabilità”. 

Intanto divampano le polemiche per un messaggio postato su Facebook dal senatore di M5S Vito Crimi, che anticipava il proprio voto e conteneva battute irriverenti sul Cavaliere. Il Pdl ha colto il pretesto per chiedere lo stop dei lavori al presidente del Senato, Piero Grasso, il quale ha comunicato di non poter sospendere l’operato della Giunta. Secondo il regolamento, infatti, non poteva nemmeno comunicare con i suoi membri per non violare il vincolo della segretezza. 

La possibilità d’interrompere i lavori è prevista “solo per cause di forza maggiore o in caso di guerra – ha chiarito il presidente della Giunta, Dario Stefàno –. Inoltre, mi sono sembrate sufficienti le spiegazioni che Crimi mi ha dato, anche se ho voluto richiamare tutti i commissari a evitare d’incorrere in incidenti durante la camera di consiglio”.

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