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Barometro dei rischi: i 3 maggiori timori delle aziende

Allianz ha elaborato una classifica dei rischi più temuti dalle aziende: le interruzioni di attività sono al primo posto, ma crescono sempre di più gli effetti dei danni immateriali, delle incertezze del mercato e dell’instabilità politica – Alta l’attenzione anche per i rischi informatici

Barometro dei rischi: i 3 maggiori timori delle aziende

A livello globale le aziende temono sempre più l’imprevedibilità del contesto economico, poiché i mercati sono volatili e crescono i rischi politici come il protezionismo o il terrorismo. Altre preoccupazioni crescenti riguardano le nuove tecnologie e i rischi informatici, ma anche le catastrofi naturali. Tuttavia, a preoccupare maggiormente le aziende rimangono le perdite dovute a interruzione delle attività. Sono questi i risultati dell’Allianz Risk Barometer, il sesto sondaggio annuale realizzato da Allianz Global Corporate & Specialty, che analizza i rischi aziendali a livello mondiale.

Anche in Italia i principali rischi più temuti dalle aziende sono dovuti alle interruzioni di attività (36%) e ai cambiamenti nei mercati (30%), mentre, diversamente, al terzo posto rientrano le catastrofi naturali (25%). Con il 23% seguono, a pari merito, i rischi  informatici e i timori dei cambiamenti nello scenario macro economico.

L’interruzione delle attività rimane il rischio principale per il quinto anno consecutivo (37% delle risposte a livello globale e 36% in Italia), soprattutto perché può provocare perdite di reddito significative, ma anche perché emergono nuove cause scatenanti, quali i danni immateriali o i rischi intangibili, come gli attacchi informatici e l’interruzione delle attività dovuta a instabilità politiche, scioperi o attacchi terroristici.

Questa tendenza è guidata in parte dalla crescita dell’Internet delle cose e dalla sempre maggiore inter-connettività delle macchine, delle aziende e delle loro supply chain, che può facilmente moltiplicare le perdite in caso di incidente. Le aziende si trovano anche di fronte a potenziali perdite finanziarie derivanti dal continuo mutamento dello scenario politico (Brexit, Elezioni Usa, imminenti elezioni Ue, etc.) che genera paure di un maggiore protezionismo e di un processo di anti-globalizzazione.

“Le aziende di tutto il mondo si stanno preparando ad un anno di incertezze – afferma Chris Fischer Hirs, Ceo di Agcs – Sono preoccupate per i mutamenti imprevedibili nel panorama legale, geopolitico ed economico di tutto il mondo. Stanno emergendo nuovi rischi, oltre a quelli classici di incendio e di catastrofi naturali; per questo è necessario ripensare agli attuali strumenti di monitoraggio e gestione del rischio”.

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