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Bankitalia striglia i top manager inadatti dei piccoli istituti e chiede di rimediare

Sotto la lente l’indipendenza formale e di giudizio dei banchieri e il tempo dedicato all’incarico. Le indicazioni sono legate alle regole del “fit and proper”

Bankitalia striglia i top manager inadatti dei piccoli istituti e chiede di rimediare

I top manager di alcune piccole banche sono finiti sotto la lente della Banca d’Italia che ne ha individuato “carenze” e “debolezze” nelle procedure. Perciò Via Nazionale ha invitato gli istituti minori (Lsi o less significant institutions) a procedere con un “irrobustimento” delle prassi, secondo quanto riporta Milano Finanza. Inoltre Bankitalia ha indicato, anche se come semplice orientamento, alcuni parametri su ambiti nei quali le banche sono risultate “maggiormente difformi”, ovvero l’indipendenza formale e di giudizio e il time commitment dei banchieri, cioè il tempo dedicato all’incarico. Le indicazioni di Bankitalia sono legate alla prima analisi delle regole note come “fit and proper” e del decreto del 2020 che ha introdotto in Italia le norme sugli esponenti bancari.
La Vigilanza in Italia e in Europa ha alzato l’attenzione sulla governance delle banche, considerata un fattore determinante per la solidità degli istituti. Nelle recenti crisi negli Usa e in Svizzera sono stati determinanti i problemi della governance.

L’indipendenza formale e di giudizio dei manager

Riguardo all’indipendenza formale e di giudizio, il decreto impone che i manager non abbiano avuto, nei due anni precedenti l’incarico, rapporti diretti o indiretti con la banca “tali da comprometterne l’indipendenza”. Bankitalia ha individuato “talune difficoltà” a definire il perimetro dei rapporti e “specifiche incertezze” nell’identificazione dei rapporti indiretti e di quelli che mettono a rischio l’indipendenza.
Perciò, anche se ogni valutazione va fatta caso per caso, Bankitalia ha indicato una soglia di 200 mila euro per le esposizioni dirette dell’esponente e di 1 milione per quelle indirette. Sono inoltre considerati non problematici i rapporti di lavoro che generano meno del 20% del fatturato dell’esponente o gli investimenti inferiori al 20% del patrimonio. L’analisi ha individuato 240 casi di esposizioni dirette, il 69% delle quali inferiori a 200 mila euro. Le esposizioni indirette sono state 271, il 58% delle quali sotto 250 mila euro.

Occhi sul tempo minimo dedicato all’incarico e sul numero massimo di incarichi ricopribili

Quanto invece al tempo dedicato all’incarico, l’indagine di Bankitalia sulle piccole banche ha evidenziato un “quadro non del tutto soddisfacente” e “una rilevanza spesso eccessiva degli impegni assunti dagli esponenti parallelamente al mandato”. Così la Vigilanza a scopo orientativo ha indicato tempi minimi: tempo pieno per amministratori delegati e direttori generali; 48 giorni all’anno per presidenti, amministratori esecutivi e presidenti del collegio sindacale; 42 per i sindaci effettivi; 38 per gli amministratori indipendenti; 36 per gli amministratori non esecutivi. Giorni ulteriori sono richiesti per presidenti e componenti di comitati endo-consiliari (rispettivamente 12 e 8).

Inoltre Bankitalia ha definito il numero massimo di incarichi ricopribili (dieci, di cui non oltre tre a carattere esecutivo). Circa il 73% dei consiglieri non esecutivi, il 37% degli esecutivi (diversi da ad e dg) e il 45% dei sindaci ha dichiarato un impegno annuo inferiore ai 40 giorni, cioè meno di 4 al mese. Una quota “non trascurabile” del campione ha dichiarato di dedicare meno di 20 giorni all’anno all’attività presso la banca. Un maggior impegno è stato dichiarato invece dalle figure di vertice, che si sono collocate maggiormente nella fascia 41-80 giorni all’anno. Via Nazionale ha inoltre individuato carenze nelle informazioni fornite dalle banche. Ora Bankitalia si attende che le banche assumano “le iniziative necessarie”.

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