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Bankitalia: “Il veto Ue impedì il salvataggio delle banche”

Bankitalia replica a Vestager e spiega come sarebbe stata diversa la storia se la Ue non avesse ostacolato il salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti per il veto all’intervento del Fondo interbancario. Assopopolari all’attacco: “Chi pagherà ora di danni?”

Bankitalia: “Il veto Ue impedì il salvataggio delle banche”

Come sarebbe stata la storia bancaria, economica e anche politica italiana se l’Antitrust europeo non avesse impedito il salvataggio delle 4 banche in difficoltà come Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara attraverso il Fondo interbancario di garanzia? È quanto si domandano in tanti dopo il clamoroso pronunciamento del Tribunale europeo che l’altro giorno ha dato ragione all’Italia contro la Commissione Europea che aveva impedito il salvataggio di Tercas attraverso il Fondo interbancario di garanzia.

La Banca d’Italia fa capire chiaramente cosa sarebbe successo e dice che, se fosse stato riconosciuta per tempo la legittimità dell’intervento del Fondo interbancario che era ed è privato in quanto alimentato da fondi delle banche e non poteva assolutamente configurarsi come aiuto di Stato, come ha erroneamente sostenuto l’eurocommissaria Margrethe Vestager che anche per questo si giocherà la successione a Jean Claude Juncker alla guida della Commissione europea, si sarebbero agevolmente salvate le 4 banche del Centro Italia finite in risoluzione.

Secondo Via Nazionale, l’intervento del fondo interbancario di tutela dei depositi avrebbe potuto consentire di superare le crisi minimizzando o evitando sacrifici ai creditori, ai risparmiatori e agli obbligazionisti  subordinati.

La reazione della Banca d’Italia è anche una replica agli stizziti commenti della Vestager che, di fronte alla secca bocciatura del Tribunale Ue sul caso Tercas-Banca Popolare di Bari, ha cercato di chiamarsi fuori dalle crisi bancarie italiane sostenendo che “la risoluzione delle quattro banche italiane è stata una decisione della Banca d’Italia del 2015”, dimenticando le origini di quella decisione e cioè il veto della stessa Vestager all’intervento del Fondo interbancario su Tercas nell’agosto 2014, che indusse Via Nazionale a spingere la Popolare di Bari a intervenire onerosamente su Tercas per evitarne il fallimento.

Poi l’Antitrust europeo, guidato dalla Vestager, si incaponì definitivamente contro l’intervento del Fondo interbancario, considerandolo a tutti gli effetti un aiuto di stato malgrado le sue risorse fossero private perché di emanazione bancaria e la gestione delle crisi bancarie italiane fu tutta in salita.

ASSOPOPOLARI, CHI PAGHERA’ I DANNI FATTI DALLA UE?

Ora è da vedere se, quanto e quando i risparmiatori italiani potranno essere risarciti dai clamorosi errori della Commissione Europea. E proprio su questo aspetto si concentra l’attenzione di Assopopolari che, in comunicato del segretario generale Giuseppe De Lucia Lumeno esprime soddisfazione e apprezzamento per la presa di posizione di Bankitalia, ma guarda anche oltre. Chi pagherà i danni della commissione europea?

“L’auspicio è che non solo sia possibile per i risparmiatori ottenere un giusto risarcimento per il danno subito  – afferma De Lucia Lumeno – ma anche che la lezione possa favorire una corretta comprensione dei fenomeni locali e delle specificità che contraddistinguono i sistemi dei diversi Paesi dell’Unione. E’, infatti, necessario cancellare ogni ombra di sospetto e scetticismo derivanti dall’evidente disparità di trattamento con l’uso della mano pesante in alcuni casi (soprattutto quelli italiani) e, al contrario, la maggiore comprensione in circostanze che riguardano altri sistemi bancari con problematiche potenzialmente ed enormemente più dannose e più gravi. La credibilità delle istituzioni europee è ormai crollata ai minimi termini – conclude il segretario generale di Assopopolari –  e questo è un dato di fatto. Sta a loro recuperare una reputazione ridotta, in cinque anni, a brandelli senza scaricare le responsabilità sui singoli paesi”.

“Non si può che essere soddisfatti della sentenza della Corte di Giustizia dell’UE”, aggiunge ancora il segretario generale di Assopopolari. “E’ divenuto palese come, a differenza di altri sistemi, quello bancario italiano ha dovuto sottostare a condizionamenti pesanti che lo hanno indebolito – aggiunge ora De Lucia Lumeno – solo per una cieca ottusità e superficialità che regna in numerosi uffici della Commissione europea nei quali si è arrivati a negare ogni evidenza giuridica e di buon senso verso soluzioni ragionevoli a favore della stabilità del sistema bancario”.

In merito alla possibilità di chiedere un risarcimento del danno, occorrerà attendere che si concluda l’iter giudiziario ma la strada è ormai tracciata. “Chiederemo i danni e di danni ne abbiamo avuti un’infinità – ha affermato il presidente della Popolare Bari Marco Jacobini, ricordando che “di raccolta abbiamo perso 1 miliardo che poi in parte abbiamo recuperato”. La banca dovrà ora attendere che decorrano i 60 giorni dalla sentenza, termine entro il quale la Commissione Ue può presentare ricorso.

(Articolo aggiornato alle 11:54 di giovedì 21 marzo 2019)

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