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Bankitalia boccia la manovra: “Non toccate le pensioni”

Il vicedirettore generale di Banca d’Italia in audizione parlamentare sul Def: “Reddito di cittadinanza e sgravi fiscali avranno un impatto modesto” – “A questo ritmo, debito/Pil sotto il 100% solo fra 18 anni” – “Nel 2019 crescita Pil sotto l’1%” – L’Ufficio parlamentare del Bilancio nega la bollinatura alla maovra del Governo

Bankitalia boccia la manovra: “Non toccate le pensioni”

Bankitalia boccia la manovra del governo gialloverde. Il reddito di cittadinanza, come “aumento di trasferimenti correnti, così come gli sgravi fiscali, tendono ad avere effetti congiunturali modesti e graduali nel tempo. Stimiamo che il moltiplicatore del reddito associato a questi interventi sia contenuto”. Lo ha detto il vicedirettore generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, durante un’audizione parlamentare sulla Nota di aggiornamento al Def, aggiungendo che il reddito di cittadinanza “non deve disincentivare l’offerta di lavoro. Determinante a questo fine è il livello del beneficio rispetto al salario potenziale che il lavoratore sarebbe in grado di guadagnare sul mercato”.

Anche l’impatto dello stop all’aumento dell’Iva potrebbe essere nullo: “Nelle nostre valutazioni, basate sul modello econometrico trimestrale della Banca d’Italia, l’effetto espansivo della disattivazione delle clausole Iva nel 2019 dovrebbe essere limitato, in linea con le stime del Governo. L’impatto potrebbe essere ancora inferiore o nullo, se fosse già stato incorporato nelle aspettative delle famiglie”.

Quanto alle pensioni, “la Nota – continua Signorini – sottolinea giustamente che le riforme pensionistiche introdotte negli ultimi venti anni hanno significativamente migliorato sia la sostenibilità, sia l’equità intergenerazionale del sistema pensionistico italiano. È fondamentale non tornare indietro su questi due fronti, soprattutto quando, come viene messo in evidenza dalle ultime previsioni di lungo periodo della Commissione europea sulla spesa connessa all’invecchiamento della popolazione, i rischi per la sostenibilità dei conti pubblici aumentano anche a causa del peggioramento delle proiezioni demografiche”.

Signorini ha poi parlato delle previsioni sulla crescita del Pil nei prossimi anni, sottolineando che l’anno prossimo, secondo i tecnici di Bankitalia, dovrebbe attestarsi leggermente sotto l’1%, un dato lontanissimo dal +1,5% previsto dal governo sulla base delle misure previste nella manovra: “La Nota di aggiornamento programma un significativo stimolo congiunturale all’economia in conseguenza dell’aumento del disavanzo; per conseguirlo è necessario ipotizzare moltiplicatori elevati, che non possono darsi per scontati”.

Sul versante del debito, il vicedirettore generale di Banca d’Italia ha aggiunto che “utilizzando i tassi di oggi e ipotizzando una ripresa del consolidamento posticipata al 2022, come annunciato nella Nota, si vedrebbe che il tempo necessario per raggiungere” un livello di debito/Pil sotto il 100% “si allungherebbe di altri sette o otto anni” rispetto ai 10 precedentemente ipotizzati. Nelle attuali condizioni che aprono a questa prospettiva “la fiducia dei risparmiatori nella credibilità del processo di rientro richiederebbe di essere intaccata”.

MANOVRA BOCCIATA ANCHE DALL’UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO (UPB)

Martedì è arrivata anche un’altra bocciatura istituzionale della manovra in arrivo. Quella dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, che “non ritiene possibile validare le previsioni macroeconomiche relative al 2019” contenute nella nota di aggiornamento al Def, giudicate troppo ottimistiche a fronte dei forti rischi al ribasso, dovuti in parte alle “deboli tendenze congiunturali di breve termine”, ma anche alle “turbolenze finanziarie”.

In particolare, il governo sottovaluterebbe i costi legati all’aumento dello spread. Secondo l’Upb, la maggiore spesa per interessi può arrivare a 17 miliardi entro il 2021, corrispondenti a 0,9 punti percentuali di Pil. Forti dubbi anche sull’incidenza sul Pil degli investimenti che, osserva in audizione il presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, dovrebbe aumentare dall’1,9 per cento del 2018 al 2,3 per cento nel 2021, “obiettivo certamente condivisibile ma particolarmente ambizioso se raffrontato all’andamento recente”.

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, risponderà oggi in Parlamento alle obiezioni formulate dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. In serata poi il ministro dovrebbe partire per Bali dove e’ in programma il meeting annuale del Fondo monetario, istituzione che a sua volta ha già espresso preoccupazione per i progetti economici dell’Italia.

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