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Banco Bpm e Cattolica ai ferri corti sulle joint assicurative

Banco Bpm vuole esercitare l’opzione di acquisto del 65% di Vera Vita e Vera Assicurazioni detenuto da Cattolica Assicurazioni, che però oppone un netto rifiuto, negando che l’ingresso di Generali nel suo capitale abbia prodotto un cambio di controllo

Banco Bpm e Cattolica ai ferri corti sulle joint assicurative

Mosse tattiche e alta tensione fra Banco Bpm e Cattolica. L’istituto di credito ha comunicato alla compagnia assicurativa di voler esercitare il diritto di opzione per l’acquisto del 65% detenuto dalla società veronese nel capitale delle joint venture Vera Vita e Vera Assicurazioni (che controllano rispettivamente Vera Financial e Vera Protezione).

Banco Bpm ritiene di avere diritto a compiere questo passo perché l’aumento di capitale riservato con cui il 23 ottobre Generali è salita al 24,46% di Cattolica, diventandone primo azionista, avrebbe determinato un cambio di controllo sulla compagnia assicurativa veronese.

Nella nota in cui annuncia l’esercizio dell’opzione, la Banca precisa “di non aver avuto accesso, nonostante ripetute richieste formulate a Cattolica, alla documentazione relativa all’ingresso di Assicurazioni Generali nel capitale di Cattolica e ai connessi accordi industriali, avendo peraltro Cattolica sin qui contestato, nella corrispondenza intercorsa, che si sia verificato un cambio di controllo”.

In effetti, Cattolica scrive chela posizione assunta dal Banco Bpm è del tutto priva di fondamento, sotto ogni profilo, non trovando riscontro in alcuna previsione né di legge, né di contratto come attestato da autorevoli pareri legali indipendenti e dagli orientamenti espressi dalle Autorità di Vigilanza, in particolare col provvedimento di autorizzazione rilasciato da Ivass all’ingresso di Ag nel capitale”.

L’iniziativa dell’istituto di credito è “integralmente e radicalmente contestata” da Cattolica, che anzi ritiene di avere rilevanti crediti derivanti dagli inadempimenti del Banco Bpm agli accordi di Bancassicurazione. Per questo la compagnia veronese “si riserva ogni azione” a tutela della propria posizione “anche sul piano risarcitorio e reputazionale”.

In base al patto parasociale sottoscritto tra Cattolica e Banco Bpm il 29 marzo 2018 (e modificato il 29 ottobre dello stesso anno), in caso di cambio di controllo, il prezzo per l’esercizio dell’opzione di acquisto di Vera Vita e Vera Assicurazioni verrebbe calcolato in relazione ai fondi propri delle due joint venture.

Cattolica segnala che, al 30 settembre 2020, la cessione in favore di Banco Bpm delle partecipazioni detenute da Cattolica in Vera Vita e in Vera Assicurazioni avrebbe potuto determinare un effetto negativo di 377 milioni di euro sul conto economico Ias/Ifrs del gruppo. Al contrario, l’impatto sulla posizione di solvibilità alla stessa data sarebbe stato positivo per circa 15 punti percentuali sul S-II ratio del gruppo Cattolica (portandolo a circa 176% rispetto al valore comunicato pari a 161%).

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