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Banche Venete e Mps caricano 6,3 miliardi sui conti pubblici

L’istituto di statistica ha diffuso i dati aggiornati sui conti pubblici del IV trimestre 2017. Sale da 1,9 a 2,3% il deficit/Pil. Rivisto al rialzo anche il rapporto debito/Pil. I nuovi numeri registrano i conti Eurostat sull’incidenza dei salvataggi di Popolare Vicenza, Veneto Banca e Mps. L’impatto sul debito è di 11,2 miliardi. Si restringe lo spazio di manovra nel Def

Banche Venete e Mps caricano 6,3 miliardi sui conti pubblici

I salvataggi delle banche italiane fanno salire il deficit pubblico più del previsto. Lo certifica l’Istat, secondo cui l’impatto sull’indebitamento del 2017 delle operazioni effettuate sulla Popolare di Vicenza, su Veneto Banca e sul Monte dei Paschi è stato pari complessivamente a 6,3 miliardi di euro. L’istituto di statistica ha pubblicato oggi il conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, relativo al IV trimestre 2017.

Nel dettaglio, la ricapitalizzazione e il ristoro dei “junior bondholders” di Mps, avvenute rispettivamente nel luglio e nel novembre 2017, pesano sui conti pubblici per circa 1,6 miliardi di euro, a fronte dei 1,1 miliardi precedentemente stimati.

Per quanto riguarda le banche venete, la “contabilizzazione corrisponde a un trasferimento in conto capitale di 4,756 miliardi”, scrive l’Istat nella nota pubblicata oggi.

La contabilizzazione –  scrive ancora l’Istituto Nazionale di Statistica – è stata effettuata d’intesa e secondo le indicazioni metodologiche fornite dall’Eurostat che mercoledì 3 aprile ha pubblicato a sua volta un report sul peso che il salvataggio di Veneto Banca e Pop Vicenza ha avuto su deficit e debito pubblico. Lo scorso agosto infatti, l’Istat aveva chiesto all’omologo europeo un parere sulle modalità di registrazione delle operazioni sulle banche.

L’Eurostat ha rivisto al rialzo l’indebitamento netto di 4,7 miliardi di euro, mentre l’impatto sul debito è stato pari a 11,2 miliardi di euro, dei quali 4,8 connessi con il trasferimento a Banca Intesa (effetto diretto) e 6,4 con la riclassificazione delle passività delle liquidazioni delle due banche sopra citate (effetto indiretto). “Poiché i dati diffusi in precedenza includevano già l’effetto diretto, in occasione della Notifica la Banca d’Italia ha rivisto al rialzo la stima del debito per il 2017 per tenere conto dell’effetto indiretto”, sottolinea ancora l’Istat.

In virtù dei nuovi calcoli che tengono conto dei salvataggi bancari effettuati lo scorso anno, l’Istituto ha rivisto al rialzo le stime sul rapporto debito – PIL, salito al 131,8% contro il precedente 131,5%. Lo stock di debito è pari a 2.263 miliardi di euro. Il rapporto debito/Pil risulta comunque in calo rispetto al 2016, quando era pari al 132,0%.

La stima sul deficit per il 2017 sale invece al 2,3% a fronte dell’1,9% atteso in precedenza. In numeri l’indebitamento delle pubbliche amministrazioni è passato dai 33.184 milioni di euro a 39.691 milioni. Anche in questo caso, rispetto al 2016, il dato risulta comunque in miglioramento (era al 2,5%). Comunque, l’impatto della revisione contabile Eurostat (4,7 miliardi per le banche Venete) sul deficit 2017 non sarà tenuto in considerazione dalla Commissione europea nella valutazione del caso italiano ai fini del rispetto del patto di stabilità.

La Commissione Ue “ha preso nota dell’impatto sulle finanze pubbliche italiane derivante dalla liquidazione delle due banche venete, così come è stato stimato da Eurostat in cooperazione con l’Istat, e notificato il 30 marzo”. Lo ha affermato, oggi a Bruxelles, un portavoce dell’Esecutivo comunitario, aggiungendo che “la Commissione valuterà la situazione di bilancio dell’Italia a maggio, sulla base dei dati finali di Eurostat e delle previsioni economiche di primavera” dello stesso Esecutivo Ue.

Resta però stretto lo spazio di manovra in vista del Documento di Economia e Finanza (Def) che il nuovo governo, quando ci sarà, dovrà presentare a Bruxelles.

(Aggiornato alle 17.26)

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