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Banche popolari addio? Il futuro dopo l’abolizione del voto capitario di Debenedetti e Fabi

Franco Debenedetti e Gianfranco Fabi si interrogano sul futuro delle banche popolari dopo l’abolizione del voto capitario in un nuovo saggio, edito da Guerini e associati: “Popolari addio? – Un libro tutto da leggere della fortunata collana “Sì,sì-No,no” ideata da Festa e Sapelli

Banche popolari addio? Il futuro dopo l’abolizione del voto capitario di Debenedetti e Fabi

Un colpo al cuore? Ma perché mai? ll decreto Renzi di riforma delle grandi banche popolari accende il dibattito fra sostenitori e critici, qui rappresentati da Franco Debenedetti e Gianfranco Fabi nel nuovo saggio “Popolari addio” edito da Guerini e associati per la fortunata collana “Si, sì, No, no” che mette intelligenetemente a confrotno due tesi contrapposter per ciascuno dei temi scelti.

Il confronto sulle banche popolari è introdotto da Giulio Sapelli, intellettuale di razza e docente di Storia economica all’Università Statale di Milano, per il quale il problema non è contrastare l’innovazione ma salvaguardare il rapporto fra banca e territorio, e da Lodovico Festa, il quale ritiene che bisognerebbe evitare l’ennesimo intervento sulle banche senza visione sistemica.

 Il modello cooperativo delle Popolari “una testa un voto”, argomenta il senatore Debenedetti anche in base a personali esperienze, dà luogo a opacità e disfunzionalità gestionali. Smarrito l’originario spirito mutualistico, l’adozione del modello “un’azione un voto” da tempo sarebbe stata vantaggiosa; ora, con l’unione bancaria, diventa non procrastinabile. L’ex vicedirettore del Sole-24 Ore, Fabi, invece, vede la riforma come un giallo: “C’è la vittima: le grandi banche popolari. C’è il colpevole: il Governo. C’è l’arma del delitto: il decreto legge del 20 gennaio. Ci sono i complici: il Parlamento. C’è il mandante: la Banca d’Italia e, in secondo piano, la Banca centrale europea”.

Un libro agile tutto da leggere.

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