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Banche, Npl: in 6 mesi smaltiti 27 miliardi lordi

La pulizia vale il 17,9% dello stock esistente al 31 dicembre dello scorso anno – Al 30 giugno l’aggregato lordo residuo di crediti deteriorati per le cinque principali banche italiane è di 122,4 miliardi, che si traducono in 55,54 miliardi netti

Banche, Npl: in 6 mesi smaltiti 27 miliardi lordi

Continua la pulizia dei bilanci delle banche italiane dai crediti deteriorati. Secondo la ricostruzione dell’agenzia Radiocor, nel primo semestre di quest’anno le prime cinque banche commerciali italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Banco Bpm e Bper) hanno smaltito in tutto 26,75 miliardi di Npl lordi rispetto ai dati a fine 2017 comunicati lo scorso febbraio.

Questa pulizia vale il 17,9% dello stock esistente al 31 dicembre dello scorso anno e diventa ancora più incisiva considerando gli npl al netto delle rettifiche: in questo caso la riduzione è del 24,2%, corrispondente all’uscita dai bilanci di 17,72 miliardi. Al 30 giugno 2018 l’aggregato lordo residuo di crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) per le top 5 italiane è di 122,4 miliardi, che si traducono in 55,54 miliardi netti (le rettifiche coprono quindi il 54,6% del gross book value).

Esaminando la situazione dei singoli istituti, nel corso del semestre Intesa, grazie anche alla maxi operazione con Intrum, ha tolto dal bilancio 12,6 miliardi di npl lordi (-7,1 netti), vale a dire oltre il 24% dello stock lordo a fine 2017 (-27,8% la riduzione netta, -7,1 miliardi). In pancia all’istituto guidato da Carlo Messina restano 39,5 miliardi di crediti deteriorati lordi, pari al 9,3% dei crediti totali (l’incidenza era all’11,9% a fine 2017), e 18,4 miliardi netti.

Per quanto riguarda Unicredit, lo smaltimento è stato del 12% lordo (-5,8 miliardi) e del 21,2% netto (-4,5 miliardi), con un residuo di 42,6 miliardi lordi (l’8,7% dei crediti dal 10,2% di fine 2017) e 16,7 netti.

Ubi Banca, invece, ha annunciato un’importante operazione di cartolarizzazione di npl con il ricorso alla garanzia pubblica Gacs da 2,75 miliardi dopo la chiusura del semestre. Senza contare questa operazione, nei primi sei mesi dell’anno i crediti deteriorati lordi si sono ridotti di 650 milioni (-5,1%) e quelli netti di 1,02 miliardi (-12,5%, il calo è di 310 milioni considerando la riclassifica in base all’Ifrs 9). Lo stock residuo è pari a 12 miliardi lordi (il 12,41% dei crediti dal 12,85% di fine 2017, ma l’incidenza scende all’11% considerando la cartolarizzazione), e 7,14 miliardi netti.

Banco Bpm, che ha in programma un’altra importante dismissione entro fine anno, da parte sua ha smaltito 6,1 miliardi lordi (-23,9%) e 3,5 netti (-26,9%) e resta con uno stock di 19,4 miliardi lordi (il 16,6% dei crediti, era il 21,1% a fine 2017) e 9,5 netti.

Bper, infine, ha ridotto lo stock di 1,6 miliardi lordi (-15,2%) e 1,6 netti (-29,6%), rimanendo con un aggregato residuo di 8,9 miliardi lordi (17,4% dei crediti, dal 19,9% di fine 2017) e 3,8 netti.

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