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Banche e sofferenze: Italia e Ue trattano a muso duro

Brexit fa meno paura ma i mercati temono le incognite geopolitiche – Renzi cerca una soluzione per le banche italiane prima di fine mese e auspica uno sbocco di mercato per Mps – Offerta di Milano sull’Eba – Il 41% dei bond governativi hanno rendimenti negativi – Oggi Wall Street chiusa

Banche e sofferenze: Italia e Ue trattano a muso duro

L’uragano Brexit è ormai retrocesso a pioggia di stagione, ben contrastato dall’ombrello delle banche centrali. E così prosegue anche stamane in Asia la ripresa dei mercati azionari. Sale Tokyo (+0,5%), Hong Kong (+1,4%) avanza anche grazie al rally delle azioni trattate anche alla City inglese. Contrastata Sidney dopo le elezioni da cui non è emersa una maggioranza.

Ma sull’orizzonte si profilano altri disastri geopolitici: lo strage di Dacca conferma il momento drammatico dell’economia globale, sotto la pressione congiunta di terrorismo e populismo. La decisione austriaca di rifare le elezioni presidenziali è la riprova che la Ue non perde la capacità di farsi del male.

In questa cornice Matteo Renzi è pronto a giocare la madre di ogni battaglia: far accettare a Bruxelles entro la fine di luglio (data in cui saranno pubblicati gli stress test sulle banche Ue) una soluzione al nodo dei non performing loans delle banche italiane.

TASSI IN CALO: IL 41% DEI TITOLI TRATTA SOTTO ZERO

Sarà, facile previsione, un mese di luglio agitato per i mercati finanziari. Ma, grazie al rimbalzo favorito dal tempestivo intervento delle banche centrali, il terreno sembra assai più solido di quanto temuto dopo il voto inglese.

I listini azionari hanno recuperato la gran parte delle perdite. Wall Street, grazie ad un guadagno del 3,2% dell’indice S&P, ha vissuto, nonostante l’avvio in terreno negativo (-1,8% lunedì), la settimana più brillante dell’anno. A Londra, addirittura, i prezzi del Ftsie 100 sono tornati ai livelli precedenti il 24 giugno. Anche Piazza Affari ha chiuso la settimana con un guadagno del 3,6%. Nonostante la zavorra delle banche (-26% dal 24 giugno), Milano ha recuperato circa la metà delle perdite accumulate nei due giorni successivi al referendum.

In forte calo i rendimenti dei bond dopo le dichiarazioni di Mark Carney, governatore della Bank of England, sull’arrivo di nuove misure espansive e i provvedimenti allo studio della Bce per favorire gli acquisti di titoli pubblici. Secondo Merrill Lynch, giugno è stato il mese migliore dal 2008 per i governativi, che hanno garantito, grazie alle plusvalenze, ritorni pari al 2,3%. Il 41% delle emissioni governative (in tutto 25.100 miliardi di dollari) secondi Bloomberg tratta ormai con un rendimento negativo. Tra questi, da giovedì scorso, anche i gilt inglesi, che hanno effettuato un recupero spettacolare: 47 punti base contro i 23 del Bund decennale. Anche sul fronte dell’eurozona arrivano segnali positivi: la Spagna, forte della ritirata di Podemos, guadagna 23 pb sui titoli italiani staccati di ben 77 punti dai titoli irlandesi.

LONDRA CORTEGGIA LA CINA, OFFERTA DI MILANO SULL’EBA

In attesa dell’esito della trattativa con Bruxelles, la Gran Bretagna ha messo a punto il piano B. Oltre agli stimoli promessi dalla Bank of England, il cancelliere dello Scacchiere George Osborne ha anticipato al Financial Times un piano antirecessione: sgravi fiscali per il business, sostegno agli impieghi bancari e nuove agevolazioni per gli investimenti cinesi.

Sul versante opposto, dopo Francoforte anche Milano s’interroga sugli effetti della Brexit sul London Stock Exchange. In particolare, la Consob vuole capire le conseguenze sulle attività di post trading, sia per quanto riguarda le azioni trattate da Borsa italiana, ma anche se non di più per i riflessi su Mts, il mercato all’ingrosso dei titoli di Stato. Intanto il neo sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è in missione per pubblicizzare le virtù della piazza meneghina quale nuova sede dell’Eba (European Banking Association) in caso di trasloco dell’istituzione dalla City.

BANCHE, PROVE DI RIPRESA . RENZI: “PER MPS SOLUZIONE DI MERCATO”

Assieme alla sterlina, in difficoltà sul dollaro (-7,3% nel trimestre), il focolaio di crisi più pericoloso restano le banche. Desta più di una preoccupazione la situazione della Germania, come conferma l’allarme di Jens Weidmann, governatore della Bundesbank, sulle conseguenze della Brexit. Anche se i guai di Deutsche Bank (i derivati ammontano a 13 volte il Pil tedesco) arrivano da lontano. Ma l’attenzione dei mercati è sempre concentrata sulle banche italiane (-26% dall’avvio della Brexit), considerate il primo vero banco di prova finanziario della capacità di tenuta della Ue a 27, in vista degli stress test dell’Eba di fine luglio.

Anche stamane l’andamento del settore sarà strettamente legato all’andamento del negoziato tra Roma e Bruxelles sulla concessione di garanzie pubbliche per far fronte a situazioni di emergenza e avviare a soluzione il problema dei crediti in sofferenza. Venerdì, in assenza di novità positive, il settore ha vissuto un’altra seduta pesante a partire da Unicredit (-5%), in attesa dell’insediamento del nuovo ceo Jean Pierre Mustier.

Male anche Intesa (-1,3%), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (-4,8%) e Ubi Banca (-2%). Oggi potrebbe verificarsi lo scenario opposto, con un occhio di riguardo per eventuali spunti speculativi su Monte Paschi, al centro delle attenzioni del ministro dell’Economia Giancarlo Padoan e del premier Renzi: “Per Mps – ha detto – auspico una soluzione di mercato”, possibile però solo se verrà sciolto il nodo dei 47 miliardi di sofferenze che ancora zavorrano l’istituto.

GLI AUMENTI BANCARI PASSANO DALLA DIRETTIVA BRRD

È proseguito per l’intero week end, infatti, il confronto tra il governo Renzi e la Commissione Ue, alla ricerca di un accordo sul risanamento del sistema che tenga conto delle regole sugli aiuti pubblici che delle norme sui salvataggi bancari. La chiave per sbloccare il negoziato sta nella direttiva Brrd, che prevede la ricapitalizzazione “in via precauzionale” delle banche che non sono in grado di superare gli stress test che l’Eba pubblicherà il prossimo 29 luglio. A quel punto il governo potrebbe ricapitalizzare con fondi pubblici senza che si configuri un aiuto di Stato. Non verrebbero toccati i depositi e potrebbero essere salvaguardati anche gli obbligazionisti. Il sentiero, per la verità, è stretto. Bruxelles sembra disponibile ad aprire alle esigenze dei piccoli investitori ma l’Italia, nel timore di una fuga di capitali, vuole che la finestra valga anche per gli istituzionali.

Ma il tempo stringe, soprattutto sul fronte di Monte Paschi. La banca di Siena potrebbe però rappresentare un caso a sé, visto che l’intervento pubblico potrebbe essere considerato la continuazione di quello in essere dall’emissione dei Monti bond.

WALL STREET OGGI CHIUSA, VENERDÌ I DATI SUL LAVORO USA

Settimana corta per Wall Street, oggi chiusa per la festività nazionale del 4 luglio. Nei prossimi giorni torneranno ad accendersi i riflettori sulla Federal Reserve. Mercoledì saranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione della banca centrale, indicatore prezioso sugli umori dei membri del board in vista di un possibile (ma improbabile) aumento dei tassi. L’appuntamento più importante è fissato per venerdì, data del prossimo report sul mercato del lavoro. Dopo il dato deludente del mese precedente con la minor crescita di quasi sei anni si prevede la creazione di 180 mila nuovi posti: c’è da registrare il fatto che sono tornati al lavoro i 35mila dipendenti di Verizon alla fine del lungo sciopero. Domani parlerà il presidente della Fed di New York, William Dudley, già favorevole ad una stretta sui tassi.

DOMANI NEW ECONOMY ALLA RIBALTA, POI TOCCA A DRAGHI

Non meno importante, martedì, la conferenza di Sun Valley a cui interverranno tutti assieme i Big della new economy: Tim Cook di Apple, Mark, Zuckerberg di Facebook e Bob Iger di Walt Disney. Nell’eurozona da seguire mercoledì ci sarà l’intervento del presidente della Bce Mario Draghi e quello del capo economista della banca centrale, Peter Praet. Il giorno dopo saranno pubblicati i verbali dell’ultimo meeting della Bce. Tra gli altri avvenimenti, da monitorare il summit Nato in Polonia, con la presenza di Obama che poi visiterà anche la Spagna.

RCS E FIAT CHRYSLERALLA RIBALTA A MILANO

Da seguire stamane in Piazza Affari la reazione ai buoni dati di vendita di Fiat Chrysler: a giugno +13,6%, quota di mercato al 28,72% contro un aumento del mercato del 11,9%. Come capita da 31 mesi Fca fa meglio della media. Sempre sul fronte automotive, si avvicina l’Opa di Mahindra & Mahindr su Pininfarina, in partenza lunedì 11. Modesto il calendario societario della settimana: ci sarà il delisting di Bolzoni e di Engineering, già oggetto di Opa.

A tener banco sarà il duello su Rcs Mediagroup. Venerdì sera Urbano Cairo ha alzato di nuovo la propria offerta a 0,17 azioni Cairo Communications per un titolo Rcs. La palla torna ora al fronte avversario, guidato da Andrea Bonomi, chiamato entro venerdì prossimo a valutare un ulteriore rilancio. International Media Holding, di cui fanno parte oltre al numero uno di Investindustrial i soci storici Mediobanca, UnipolSai, Della Valle e Pirelli, ha incassato intanto il sì del Cda di Rcs all’offerta in contanti, portata venerdì scorso da 0,7 e 0,8 euro.

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