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Banche e Borsa in ribasso e spread oltre quota 190

Un’altra giornata difficile per i titoli bancari che trascinano giù Piazza Affari (-0,83%) malgrado il parziale recupero nel finale – Lo spread sale ancora e scavalca i 190 punti base – Pesano i rischi politici e il braccio di ferro con la Ue sulla manovra – Oltre alle banche soffre Saipem – In controtendenza Stm, Tenaris, Cnh e Ferragamo.

Banche e Borsa in ribasso e spread oltre quota 190

Pioggia di vendite sulle banche italiane e Milano si ferma in rosso, -0,83%, 18.884 punti, mentre Bruxelles invita il Paese a fare di più per il settore. Piazza Affari vive una giornata negativa, in un contesto europeo contrastato, pur confortato da dati macro, fra cui la stima preliminare dell’inflazione su base annua a +1,8%: Madrid -0,87%; Parigi, +0,16%; Francoforte +0,28%;  Londra +0,39%. Wall Street apre negativa, ma il Dow cerca il recupero a metà seduta e tocca un nuovo record intraday. Il principale listino milanese invece viaggia tutta la giornata in rosso, anche sotto il punto percentuale, riprendendosi solo parzialmente nel finale. Lo stesso fa lo spread fra decennale italiano e tedesco, che a tratti s’infiamma fino a sfondare la soglia dei 200 unti, poi ridimensiona il divario fino a 192.60 punti base (+2,12%), 2,22% il rendimento.

L’atteggiamento sull’obbligazionario cambia soprattutto verso la carta francese, alla notizia del ritiro di François Bayrou dalla corsa all’Eliseo. Per l’Italia, in mattinata, arriva invece la conferma dell’ultimatum della Ue sui conti pubblici: se il governo non attuerà “in modo credibile” le misure per la correzione “di almeno lo 0,2% del pil” entro il mese di aprile, la Commissione considererà non rispettata la regola del debito. Praticamente invariato il rapporto euro dollaro. Arretra il Brent, -1,68%, 55,71 dollari al barile.

Sul Ftse Mib pesa qualche presa di profitto su petroliferi e industriali, ma la botta più pesante arriva dalle banche. A questo proposito la Commissione europea, nel rapporto sugli squilibri macroeconomici, afferma che “la fiducia nel settore bancario italiano è calata nonostante diverse misure prese dal governo” e “il settore continua a essere vulnerabile agli choc”. 

Vanno giù Banco Bpm -4,24%, seguito da Bper -3,82, Mediobanca -3,36%; Unicredit -2,07%; Ubi -2,06%; Intesa -1,02%. Prosegue il momento negativo per i titoli del risparmio gestito, con Banca Mediolanum, -3,19% e Azimut, -2,94%. Fuori dal comparto chiudono in negativo Saipem -3,46%, Eni -1,51%,  Exor -1,12%, Buzzi -1,15%, Telecom -1,36. 

La migliore del listino è di nuovo Stm +2,84%, in scia all’upgrade degli analisti di Barclays da equalweight a overweight, con target price a 16,5 euro. Bene Cnh +0,73%, Luxottica +0,72%, Ferragamo, +0,75%. Fuori dal paniere principale si segnala Fincantieri, +4,57%, che ha firmato un Memorandum of Agreement vincolante con Carnival e China State Shipbuilding per la costruzione di due navi da crociera e ulteriori quattro in opzione. Un accordo che ha il valore di 1,5 miliardi di dollari per le prime due navi.

Prosegue la marcia trionfale di Sintesi, +12,71%, che dal primo gennaio 2017 ha messo a segno un rialzo complessivo del 1.389,05%.

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