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Banche, aiuti di Stato e burden sharing: c’è qualcosa di nuovo

Il caso Mps riporta alla ribalta il rapporto tra crisi bancarie e aiuti di Stato e un report di Oxera, società inglese specializzata nella regolazione finanziaria, segnala l’affiorare di nuovi orientamenti nella Commissione europea con una maggior attenzione all’analisi previsiva economica e finanziaria degli asset

Banche, aiuti di Stato e burden sharing: c’è qualcosa di nuovo

Alcuni casi in Europa, a partire da Mps, stanno riportando la tematica degli aiuti di Stato a favore delle banche nuovamente alla ribalta. E’ possibile che dopo la sostanziale stabilità che, dopo la grande ondata della prima fase della crisi, ha caratterizzato a partire dal 2009 le erogazioni pubbliche a favore di questo settore si entri in una nuova fase, probabilmente di minor rilevanza quantitativa ma sicuramente di maggiore complessità anche a seguito degli interventi regolamentari della Commissione europea.

In particolare, nel caso che un governo decida di intervenire a sostegno di un’istituzione finanziaria è necessario che l’operazione sia strutturata in un modo tale che soddisfi sia la Bank Recovery and Resolution Directive sia le regole in materia di aiuti di Stato. Su questi aspetti di duplice compliance, nei suoi profili economico-finanziari, si sofferma un articolo pubblicato recentemente sulla rivista on line di Oxera.

In sintesi, vi si sottolinea come la Comunicazione in materia bancaria del 2013 segna uno spostamento verso una maggiore rilevanza dell’analisi ex-ante, di fatto innalzando lo standard delle evidenze necessarie a dimostrare la compatibilità dell’aiuto e valorizzando l’analisi economica e finanziaria per la valutazione degli assets della banca, della sua sostenibilità nel lungo termine (coprire tutti i costi e garantire un adeguato rendimento sul capitale proprio, anche in presenza di “scenari di stress” ) e delle misure compensatorie, a vote adottate quando si autorizzano gli aiuti di stato.

In particolare, il giudizio dell’adeguatezza del rendimento dipende da un’attenta definizione degli attivi che rimangono nel bilancio della banca, da una appropriata misurazione della sua leva, del suo mix di servizi nonché dal  rischio paese, con analisi previsive robuste e credibili.

La nuova enfasi sul burden sharing,  introdotta dalle misure della Commissione, in base a cui si prevede, prima che venga concesso l’aiuto di Stato, un azzeramento non solo del capitale degli azionisti e del debito subordinato ma anche del debito senior, può d’altra parte condurre ad una attenuazione delle misure compensatorie richieste per autorizzare gli aiuti di Stato.

Anche la valutazione delle attività deteriorate richiede approfondite valutazioni economiche, dovendosi ricorrere ad una stima dei flussi di cassa prospettici e tenendo conto che questa valutazione può essere impugnata dalla Commissione.

In conclusione la maggiore complessità delle regole in materia di regolazione delle crisi bancarie e la loro “intersezione” con le regole in materia di aiuti di Stato rafforza la necessità di disporre di analisi economiche e finanziarie solide  e ben fondate: almeno a Bruxelles non è un regulatory environment solo per i giuristi.

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