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Banca Carige nel caos, dimissioni dopo l’alt a ricapitalizzazione

Due dimissioni al vertice della banca dopo il mancato via libera all’aumento di capitale da 400 milioni – Si cerca un partner mentre i sindacati invocano l’intervento del Governo – Timori per la reazione della Borsa di giovedì

Banca Carige nel caos, dimissioni dopo l’alt a ricapitalizzazione

Banca Carige sempre più nel caos dopo lo stop all’aumento di capitale da 400 milioni per la mancanza del quorum in assemblea a seguito del “non possumus” del principale azionista, rappresentato dalla famiglia Malacalza. Nelle ultime ore due membri del cda – Lucrezia Reichlin e Raffaele Mincione – si sono dimessi dal consiglio d’amministrazione. E perfino il presidente Pietro Modiano, che nei giorni scorsi si era dimesso dalla presidenza della Sea per concentrarsi sul salvataggio della banca ligure, e l’ad Fabio Innocenzi  hanno avuto qualche dubbio sull’opportunità o meno di continuare la loro improba opera.

Ora si vedrà come risponderà la Borsa alla mancata ricapitalizzazione. I Malacalza, che hanno già perso una fortuna, avendo investito nella banca 400 milioni per una quota azionaria che ora ne vale solo 24, non sono del tutto contrari a mettere altri soldi in Carige ma vogliono prendersi il tempo necessario per capire meglio dove porterà il nuovo piano industriale. Il problema è che il tempo non c’è e che Bce e Banca d’Italia avevano concesso sei mesi di tempo in più a Carige per ricapitalizzarsi ma a condizione che venisse subito approvato l’aumento di capitale da 400 milioni.

Ora si torna a parlare di un matrimonio d’urgenza ma finora sia Ubi che Banca Bpm hanno seccamente smentito la possibilità di un accordo. Qualcuno dice che potrebbero essere i Malacalza a presentarsi con un nuovo investitore internazionale ma la situazione è molto complessa e sull’orlo del precipizio, mentre i sindacati chiedono un intervento d’urgenza del Governo per salvare “con ogni mezzo” i 4.200 dipendenti.

Per Banca Carige più che la settimana di Natale questa è una settimana di passione da cui dipende la vita o la morte di una banca locale che può avere effetti perversi sull’intero sistema bancario italiano se non riuscirà a intravedere una luce in fondo al tunnel in cui è da tempo finita.

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