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Atlantia, ultimo atto. Borse, Cina e oro alle stelle

Ottava seduta in rialzo a Shanghai e Toro sostenuto in Asia dagli acquisti dei privati – Ma anche il Nasdaq brinda – A Milano tiene banco la vicenda Benetton, mentre a Roma grandi manovre verso il Ponte di Stato

Atlantia, ultimo atto. Borse, Cina e oro alle stelle

L’economia cinese avanza, l’epidemia arretra. E gli animal spirits del profitto, benedetto dal Partito comunista, si sono solidamente insediati nei recinti della Borsa di Shanghai. Anche il nemico americano avanza sulle spalle del Toro anche grazie alla spinta della Fed: James Bullard, presidente di Saint Louis, alla vigilia dell’annuncio sui dati del lavoro prevede che entro l’anno i disoccupati scenderanno al 7%. Il presidente della Fed di Boston, Eric Rosengren, anticipa che una delle linee di credito introdotte per sostenere le grandi aziende messe in difficoltà dalla pandemia sarà rinnovata alla scadenza di settembre.

Il copione rialzista, infine, fa brillare l’oro, arrivato stamane oltre la soglia di 1.810 dollari: la corsa al record (1.920 dollaro l’oncia) è lanciata.

OTTAVO RIALZO PER LA CINA, COMPRANO I PRIVATI (A DEBITO)

Stamane l’indice di Shanghai è all’ottava seduta consecutiva di rialzo (+1%) e sui massimi degli ultimi due anni e mezzo. Lo yuan continua a guadagnare posizioni sul dollaro, a 6,9.

Il rally ha trovato sostegno stanotte nei dati macroeconomici. A giugno i prezzi alla produzione sono scesi del 3%, in miglioramento dal -3,7% di maggio: il consensus si aspettava che la deflazione all’ingrosso si allentasse in misura meno consistente (-3,2%).

Anche in Asia il Toro è sostenuto dagli acquisti dei privati. Il Financial Times fa notare che i prestiti dl gli acquisti sono sui massimi degli ultimi cinque anni, a 1.270 miliardi di yuan (184 miliardi di dollari). Altre richieste di finanziamento stanno per arrivare, visto che negli ultimi giorni c’è stato un boom di aperture di nuovi conti correnti e conti titoli.

Anche la maggior parte delle borse dell’Asia viaggia in rialzo: Nikkei di Tokyo +0,7%, Hang Seng di Hong Kong +0,5%, Kospi di Seul +0,7%, S&P ASX200 di Sidney +1%.

AMAZON, APPLE E MICROSOFT FANNO IMPAZZIRE TIMES SQUARE

Ieri sera a Wall Street l’indice S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0,8%; Dow Jones +0,7%. I tre Big hanno prodotto da soli metà del rialzo del Nasdaq: Amazon (+2,7%), Apple (+2,3%) e Microsoft (+2,2%). L’indice di Times Square (+1,44%) ha toccato un nuovo massimo a 10.492 punti.

EUROPA IN STALLO IN ATTESA DEL RECOVERY FUND. MERKEL IN CAMPO

Giornata negativa per le Borse europee, peggiorate nel finale. Gli operatori hanno cercato rifugio nei settori più difensivi, come le utility e i metalli (oltre all’oro è in tensione l’argento, vicino a quota 19 dollari), mentre banche e industriali pagano l’incertezza di questa fase. In attesa di sviluppi sullo scacchiere geopolitico dell’Eurozona, i mercati cominciano a fare i conti con i risultati, inevitabilmente negativi, del secondo trimestre: i dati di Refinitiv prevedono che le aziende quotate sullo STOXX 600 registreranno un crollo degli utili del 53,9% in occasione dei risultati a fine giugno.

Angela Merkel ha aperto ieri il semestre di presidenza tedesca dell’Ue, indicando l’obiettivo di un accordo sul Recovery Fund entro l’estate.

Arretra Piazza Affari (-0,57% a 18.990 punti), ma anche ieri la Borsa italiana ha tenuto più delle altre. Parigi -1,24%; sotto tiro i titoli dell’auto: Psa -4,20%, Renault -4,61%. In rosso anche Francoforte (-0,97%) e Madrid (-1,62%).

SBANDA NOKIA, FRENA STM

Di rilievo il tonfo di Nokia (-7,4%), peggior titolo dello Stoxx 600 sull’onda del timore che la società finlandese stia perdendo il suo principale cliente, l’americana Verizon. JP Morgan ha declassato il titolo a “neutral”.

Ne fa le spese anche Stm (-2,6%), anche se il legame storico con Nokia si è ormai allentato.

Londra -0,55%: Hsbc paga con un calo del 4% l’ipotesi che gli Usa intendano limitare la possibilità di operare sul dollaro alle banche di Hong Kong.

SPREAD A 164. BTP FUTURA SUPERA I 5 MILIARDI

Continua il recupero delle obbligazioni dell’Europa periferica. Il rendimento del BTP decennale è sceso in giornata sotto l’1,20% per la prima volta da metà marzo. Lo spread scende a 164.

Il terzo giorno di collocamento dei Btp Futura si è concluso con una raccolta ordini per 1,16 miliardi, per un totale provvisorio che supera di poco i 5 miliardi di euro.

Gli analisti di Barclays prevedono che l’emissione di titoli di Stato lordi nella zona euro ammonterà a 1.300 miliardi nel 2020, molto al di sopra della stima pre-Covid-19, di poco inferiore a 900 miliardi di euro. Gli esperti calcolano anche che gli emittenti sovrani dell’area euro hanno completato il 60% del finanziamento obbligazionario lordo per l’anno, grazie alle forti emissioni in operazioni sindacate nel primo semestre.

DOPO LA CONSULTA CDP, F2i E POSTE VERSO ASPI

Si annuncia una giornata rovente per Atlantia, ieri -2,5%. La Corte costituzionale ha stabilito che l’esclusione di Aspi dalla ricostruzione del ponte di Genova “era legittima”. La decisione è arrivata dopo che il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, aveva affidato la gestione del nuovo Ponte di Genova alla stessa Aspi, “scelta inevitabile – aveva aggiunto – alla luce della normativa vigente”.

A questo punto, la revoca della concessione alla società del gruppo Benetton, stando alle parole del premier Giuseppe Conte, sembra la soluzione più probabile, “a meno che – dice il Premier – non arrivi una proposta particolarmente vantaggiosa per lo Stato”.

La partita si sposta sul valore di Aspi. La maggioranza potrebbe passare ad una cordata guidata da Cdp con la partecipazione di F2i e l’ingresso di Poste Vita, Fondazioni e Casse professionali. La trattativa, ingarbugliata dal nodo tariffe e investimenti, è tanto complicata quanto “urgente”.

FIAMMATA DI SNAM, PROIETTATA SULL’IDROGENO

A Piazza Affari si è registrata la fiammata di Snam (+2,18%) sull’onda dei piani europei per l’idrogeno. L’obiettivo. annunciato ieri a Bruxelles, è di sviluppare quest’energia pulita fino al 14% dei mercati entro il 2050 grazie ad un investimento nell’ordine dei 470 miliardi di euro.

Il ceo di Snam, Marco Alverà, ha sottolineato che l’Italia potrebbe diventare un importante hub per l’esportazione dell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili.

BANCA IMI PROMUOVE ENEL

In evidenza anche le altre utilities. Enel +1,39%: Banca Imi alza il target 8,8 euro. Terna +0,96%, Hera+0,55%. Tra i petroliferi, Eni arretra di un punto.

Diasorin (+0,39%) consolida i guadagni della vigilia (+2,18%), dopo che il gruppo ha lanciato il test in grado di identificare i ceppi influenzali di tipo A e B e il virus respiratorio in modo diretto.

GUALTIERI CONFERMA: TESORO FUORI DA MPS NEL 2021

Banche deboli in tutta Europa. Il ministro Roberto Gualtieri ha ribadito ieri che il Tesoro cederà Mps entro il 2021. Soffre in Borsa Banca Bpm (-2%), considerata l’acquirente più probabile. In controtendenza Bper, che ha concluso un’operazione di cartolarizzazione.

Banca Generali lascia sul terreno il 3,8% dopo l’inchiesta del Financial Times sulle cartolarizzazioni di prodotti legati ad organizzazioni criminali. L’istituto ha ribadito la propria estraneità all’accordo “di importo molto contenuto e completamente rimborsato ai clienti”, scrive Equita Sim.

FCA, IL GIUDICE USA RESPINGE LE ACCUSE DI GM

In flessione l’automotive. Bloomberg scrive che il giudice federale di Detroit ha respinto la causa promossa da Gm contro Fiat Chrysler, accusata di aver manovrato il sindacato Uaw contro il gruppo.

BROOKS BROTHERS IN CHAPTER 11: PAPÀ LEONARDO NON SI MUOVE

Prese di profitto su Moncler (-1%), fa peggio Ferragamo (-1,9%).

Leonardo Del Vecchio, che attende la prossima settimana il verdetto dell’Antitrust Ue sull’acquisizione di Grand Visin da parte di Essilor Luxottica, non interviene a favore del primogenito Claudio. Brooks Brothers ieri ha alzato bandiera bianca facendo ricorso al Chapter 11 a New York.

NELLO STAR BRILLA BIESSE

Nel segmento Star s’impenna Biesse (+11,65%). Tra i titoli a minore capitalizzazione Bim perde il 7% circa dopo l’annuncio dei termini dell’aumento di capitale da 36,8 milioni con un prezzo a sconto del 38% sul Terp.

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