Condividi

Atene in ritardo, l’ira di Bruxelles

La delegazione greca si presenta all’Eurogruppo a mani vuote: slitta a domani la nuova richiesta di Atene – Dijsselbloem: “Vorremmo una proposta scritta molto rapidamente” per una questione di “credibilità” – Al Consiglio europeo Tsipras chiederà un prestito ponte di 7 miliardi per superare l’emergenza – Dalla Germania arrivano voci sul possibile accordo.

Atene in ritardo, l’ira di Bruxelles

Tutto rinviato, ancora una volta. I rappresentanti della Grecia si sono presentati all’Eurogruppo di oggi senza nuove proposte. Secondo alcune fonti di Bruxelles, la delegazione guidata dal nuovo ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos ha fatto soltanto una presentazione orale, senza portare alcun testo. La versione scritta del nuovo piano sarà illustrata probabilmente domani dal premier Alexis Tsipras, atteso per un intervento al Parlamento europeo.

La mancata presentazione delle nuove proposte ha irritato i ministri finanziari europei. “Vorremmo una proposta scritta molto rapidamente” per una questione di “credibilità”, ha detto il numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. “Abbiamo parlato di cose generali, ma noi non abbiamo tempo da perdere”, ha commentato piccato il titolare delle Finanze spagnolo, Luis de Guindos.

Stando ad altre fonti, durante il Consiglio europeo in calendario per oggi alle ore 18, Tsipras a chiederà agli altri leader Ue un prestito ponte da 7 miliardi di euro da versare possibilmente “entro le prossime 48 ore” per fare fronte all’emergenza immediata e scongiurare il rischio default. 

Atene ha già mancato il pagamento di 1,6 miliardi di euro nei confronti del Fondo monetario internazionale a giugno (tecnicamente è “in arretrato”, ma il procedimento per il default selettivo ha preso il via) ed entro il 20 luglio dovrebbe versare altri 3,6 miliardi nelle casse della Banca centrale europea

Secondo la Sueddeutsche Zeitung, in cambio dei 7 miliardi Atene sarebbe pronta a presentare “proposte che sostanzialmente coprono il piano di riforme rifiutato attraverso il referendum”, chiedendo però eccezioni sull’Iva applicata nelle isole, tagli più moderati alle spese militari e un rallentamento della riforma delle pensioni. 

In sostanza, si tratta delle stesse richieste avanzate martedì scorso in una lettera inviata ai creditori, quando la trattativa era stata congelata in attesa del referendum. 

Commenta