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Asta Bot ok, ma Borsa e spread non migliorano

Il Tesoro ha collocato tutti i 9 miliardi di Bot semestrali programmati con un tasso medio all’1,585%, il minimo da marzo – Il differenziale Btp-Bund rimane però inchiodato a quota 450 – Nemmeno le Borse reagiscono e – a metà giornata – restano in rosso, aspettando i dati sul Pil Usa – A Piazza Affari crolla Mps – Bene invece Banco Popolare e Bpm – Vola Iren

Asta Bot ok, ma Borsa e spread non migliorano

Il Tesoro ha venduto sul mercato tutti i 9 miliardi di Bot semestrali programmati. Il tasso medio del collocamento è sceso all’1,585% da 2,454% di un mese fa, raggiungendo i minimi da marzo.

Ma le Borse non reagiscono: a metà giornata, Piazza Affari si conferma negativa con l’indice FtseMib in ribasso dello 0,34% a quota 14941 , Londra -0,5%, Francoforte e Parigi -0,6%.

Nel Vecchio Continente viene rivolta particolare attenzione al dato Usa sul Pil nel secondo trimestre, previsto nel primo pomeriggio (alle 14.30 ora italiana).

Nessuna reazione nemmeno sul mercato secondario dei titoli di Stato, con il rendimento del Btp decennale stabile a 5,80% e spread a 450 punti base (+ 3 punti base).

L’asta di oggi fa il paio con il buon esito di quella di ieri, quando il Tesoro italiano ha collocato con successo Ctz e BTPei per 3,75 mld, massimo del range offerto e con un netto calo dei rendimenti, in particolare per il Ctz (maggio 2014): 3,064% rispetto al 4,86% di luglio.

La Banca centrale europea non è un’istituzione politica, ma è impegnata nelle sue responsabilità come istituzione dell’Unione europea”. Lo ha detto il presidente Mario Draghi in un intervento su Twitter. “La politica monetaria a volte può richiedere misure eccezionali”.

In Piazza Affari l’attenzione è concentrata sulle reazioni alle trimestrali bancarie.

Piace al mercato l’operazione pulizia della Banca Popolare di Milano, che guadagna il 3,41%. L’ad del gruppo, Piero Montani, prevede di chiudere le trattative sugi esuberi entro l’anno.

Gli interventi sul personale previsti nel piano annunciato lo scorso 24 luglio interesseranno circa 3.000 risorse. L’obiettivo è di arrivare ad una riduzione strutturale del costo del lavoro di 70 milioni e raggiungere così il target al 2015 di un costo di 640 milioni, in calo del 10% sul 2011.

Brillante anche il Banco Popolare (+ 2,6%) dopo il raggiungimento di target patrimoniali più solidi. a fine giugno il Core Tier 1 era salito al 10,2% dal 7,1% di inizio anno, superiore al livello richiesto dall’Eba. Considerando anche il buffer straordinario di capitale richiesto dall’autorità europea al fine di fronteggiare il rischio sovrano, il Core Tier 1 capital ratio raggiunge il 9,6%.

Ubs e Bank of America hanno entrambe alzato il target price portandolo rispettivamente a 1,2 euro e a 1,3 euro. la raccomandazione di entrambe èneutral.

Mps (– 6,41) tratta a 0,2275 dopo non esser riuscito a fare prezzo nella prima ora di contrattazioni di Borsa all’apertura del mercato.

E’ la reazione alla drastica dura imposta dalla coppia Profumo-Viola al MontePaschi, che si rivela più sofferente del previsto. La semestrale chiude con nuove svalutazioni per 1,57 miliardi e una perdita netta che nel semestre ha raggiunto gli 1,61 miliardi.

Citigroup, Deutsche Bank e Cheuvreux hanno tagliato la raccomandazione (downgrade) a sell, Natixis ha confermato il giudizio neutral e ha alzato il target price a 0,21 euro da 0,19 euro.

Il Core Tier1 al 30 giugno segna un miglioramento al 10,8% prima dell’accensione dei nuovi bond del Tesoro, i cosiddetti Monti Bond. Monte dei Paschi dovrebbe attingere ai prestiti dal ministero dell’Economia per 3,9 miliardi, di cui 1,9 miliardi per sostituire i Tremonti Bond già ottenuti.

L’annuncio Fiat di nuovi stop alla produzione a Pomigliano indebolisce il titolo, ora in calo dell’1,01%.

Iren accelera e sale del 12% a 0,456 euro all’indomani dei risultati trimestrali, leggermente sopra le attese degli analisti. I ricavi sono saliti del 34,4% a 2,267 miliardi di euro, l’Ebitda è cresciuto del 2,9% a 336,1 milioni di euro mentre l’utile netto è sceso del 21,8% a 75,3 milioni. Positivo l’indebitamento netto, un indicatore che desta preoccupazioni, sceso di 240 milioni di euro dal 30 giugno scorso a 2,654 miliardi. La società prevede, “un consolidamento nella crescita delle attività per effetto della progressiva contribuzione degli investimenti realizzati, oltre che delle azioni di riduzione del debito finanziario”.

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