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Arrivano gli sgravi per le banche e da oggi rush finale per la pace greca

Il Governo Renzi approva il decreto sui crediti e sulle sofferenze delle banche – Da oggi volata finale per l’accordo tra Europa e Grecia – Nuovi fuochi d’artificio alla Borsa di Atene – Dollaro superstar – Marchionne gioca la carta Alfa – Goldman Sachs spinge Bpm – Nomura esclude Telecom Italia dai titoli preferiti nelle tlc

Arrivano gli sgravi per le banche e da oggi rush finale per la pace greca

“Dobbiamo trovare un accordo questa settimana semplicemente perché non abbiamo i tempi supplementari”. Così il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker alla vigilia del rush finale per la pace greca. Oggi si riunirà un altro Eurogruppo. Domani i leader dovrebbero mettere la firma definitiva nel corso del summit UE. In questo modo, il Parlamento greco ed il Bundestag tedesco potrebbero mettere il sigillo all’intesa entro il week end. 

Le difficoltà non mancano. Sia ad Atene dove la sinistra di Syriza contesta un piano che, secondo Deutsche Bank, avrà un effetto recessivo sul Pil del 3%, sia in Germania. Il Fondo Monetario, soprattutto, non lesina le sue critiche. Ma i mercati restano ottimisti. 

Continua la serie dei rialzi a Tokyo (+0,5%), in terreno positivo da sei sedute. L’indice Nikkei è ai massimi da 18 anni, ovvero dal 6 dicembre 1996. A favorire il rally è la discesa dello yen. Ancora forte volatilità nelle Borse cinesi. Oggi Shanghai (+1,6%) risale grazie alla spinta di misure espansive della banca centrale. Positivi, ma con prudenza, i listini Usa, frenati: Dow Jones +0,13%, S&P500 +0,06%, Nasdaq +0,12%.  

EUROPA IN RIPRESA. E L’EURO FESTEGGIA AL RIBASSO

Il dato più rilevante arriva dai mercati valutari. Torna a rafforzarsi il dollaro, salito a 1,117 sull’euro da 1,134 della chiusura. Il fenomeno è legato, in parte, alle aspettative di un rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti, già in settembre. Il governatore della Fed Jerome Powell non ha escluso ieri la possibilità di un doppio aumento, tra settembre e dicembre. Immediata anche la reazione dei T-Bond, risaliti al 2,43%. 

Ma, ancor di più, ha contribuito l’evoluzione positiva della congiuntura europea, sia per la prospettiva di un accordo in Grecia che per i segnali positivi dell’economia (indici Pmi ai massimi da 4 anni). Ma perché i segnali positivi contribuiscono al calo dell’euro e non viceversa al suo rafforzamento?

Ecco come risponde Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia: “La divisa unica è a larghi tratti dominata dai flussi di portafoglio. La particolare situazione in cui versa l’Europa (economia in ripresa, tassi negativi e QE) vede gli investitori smontare posizioni su vari asset finanziate indebitandosi in euro nelle fasi di risk adversion, e rimontarle in quelle di risk appetite. In altre parole, la seduta odierna mostra che, con la situazione greca in rapido progresso, sta tornando di moda il QE trade (mi indebito in euro per comprare altri asset) che ha caratterizzato il primo trimestre, e sofferto parecchio durante il secondo”. 

MILANO +0,4%. NUOVI FUOCHI D’ARTIFICIO AD ATENE

Nel corso della giornata, i siluri scagliati contro la pace greca hanno frenato ma non annullato gli animal spirits dei mercati.  A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ridotto i guadagni allo 0,4%. Hanno fatto meglio Francoforte (+0,7%) e Parigi (+1,2%). Madrid +0,3%. Fuori dall’area euro Londra +0,1%. Lo spread Btp/Bund ha chiuso a 128 punti base, portando il rendimento del decennale italiano al 2,15%, in rialzo dello 0,05% rispetto a lunedì. 

Vola la Borsa di Atene (+6,11%). Rispetto ai minimi della scorsa settimana il recupero è del 20%. Il bilancio da inizio anno è ancora in perdita del 5%. Recuperano anche gli hellenic bond. Il rendimento del bond a 2 anni (19,80%) scende sotto il 20% per la prima volta da metà maggio, la scorsa settimana ha sfiorato il 30%. Lo spread decennale Grecia/Germania si contrae di altri 50 punti base a quota 930, il livello più basso da inizio marzo. Anche il rendimento (10,20%) si trova sul punto più basso da marzo. Venerdì oscillava intorno al 12,5%. 

GOLDMAN E BARCLAYS SPINGONO BPM, FRENA UNICREDIT 

E’ arrivato il via libera del governo ieri al decreto legge che contiene misure per accelerare l’escussione delle garanzie sui crediti e introduce un regime fiscale più favorevole sulle rettifiche di valore, consentendo alle banche di affrontare il nodo delle sofferenze lorde mai così pesanti: ad aprile 191,5 miliardi, pari al 10% degli impieghi, mentre i crediti deteriorati complessivi sono superiori a 350 miliardi di euro. Ancor prima del varo del provvedimento, la misura è stata esaminata da due report, a cura di Barclays e di Goldman Sachs, dedicato al sistema del credito. 

Promossa a pieni voti Banca Popolare di Milano (+2,5%) che si è portata sui massimi dal novembre 2010 a 0,9940 euro. Goldman Sachs ha ribadito la raccomandazione Buy, ritoccando il target price a 1,13 euro da 1,12 euro. Barclays ha alzato la raccomandazione a Overweight da Equal Weight. Target price a 1,10 euro da 0,90 euro. Rating in rialzo a Ba3 anche per Moody’s.  L’istituto di Piazza Meda è il miglior titolo bancario dell’indice Eurostoxx di settore con un +79%, solo +18% l’indice.

In evidenza anche Intesa Sanpaolo (+0,9%), dopo aver toccato nel corso della seduta i nuovi massimi dall’ottobre 2008 a 3,4480 euro. Moody’s ha promosso il rating a lungo termine dell’istituto a Baa1, confermando l’outlook “stabile”. SocGen ha ribadito la raccomandazione Buy e il target a 3,65 euro. Il titolo guadagna il 44% da inizio anno ed è la terza miglior blue chip dell’indice Eurostoxx 50 (+16%).

Rallenta, al contrario, Unicredit (-0,88%). ll Ceo Federico Ghizzoni ha annunciato un fine tuning al piano industriale 2013-2018 per tener conto del nuovo scenario economico e dei bassi tassi d’interesse. “Agli attuali prezzi restiamo positivi sul titolo. I target del piano industriale contemplavano ricavi nella core bank che appaiono al momento piuttosto ottimistici”, commenta Luca Comi di Icbpi nel commento quotidiano.

Correggono al ribasso anche Ubi banca( -0,8%) e Banco Popolare (-0,7%). Monte Paschi + 0,5%. Nel risparmio gestito bene Azimut che ha guadagnato il 2,91%: Icbpi ha avviato la copertura del titolo con rating buy e prezzo obiettivo a 30,5 euro. Ben comprata anche Mediolanum, ripresa con buy da BofA-Merrill.

FCA, ARRIVA GIULIA. MA ANCHE NUOVI NO DAL FRONTE GM

Per Fiat Chrysler è finalmente arrivato il giorno della presentazione di Giulia, la berlina Alfa Romeo con cui Sergio Marchionne conta di avviare l’ascesa nella categoria premium del mercato. A Piazza Affari il titolo guadagna l’1,2%. L’agenzia Reuters riferisce che i fondi activist e gli altri principali azionisti di Gm sono freddi rispetto alla prospettiva di un merger con il gruppo italo-americano.

Intanto il board di PartnerRe, sempre più deciso a respingere l’Opa lanciata da Exor (+0,43%) fa balenare ai soci il rischio che la finanziaria torinese possa essere coinvolta, in un futuro intervento finanziario a sostegno della controllata nell’auto, se non andrà in porto la fusione con Gm. Secca la replica da Torino: il board del gruppo di riassicurazione sta conducendo una campagna “irresponsabile” per confondere i suoi azionisti. 

Pirelli-0,65%, con le azioni che hanno chiuso a 15,37 euro (sempre sopra il livello della prossima Opa) ha comunicato in serata che gli advisor dell’operazione saranno Deutsche Bank e Goldman Sachs. I consiglieri indipendenti si avvarranno di Citigroup. 

LE COMMESSE SPINGONO SAIPEM E TENARIS

Avanza Enel Gren Power (+ 3,5%), migliore blue chip di giornata. Enel -0,2%, Snam +0,7%. Atlantia (+2,12%) ha beneficiato dell’innalzamento del proprio rating da neutral a buy da parte di Bank of America – Merrill Lynch. Tra i petroliferi Eni +0,1%. Brilla Saipem: +2,5%, che si aggiunge al +6% di ieri. Il titolo torna sopra la soglia psicologica dei 10 euro. Chiusura positiva anche per Tenaris (+1,3%) che ha siglato un importante contratto con Statoil. Saras (+4,72%) trainata dall’aumento dei margini di raffinazione a +5,60 dollari/barile, il livello più alto da inizio anno.

Positiva Telecom Italia (+0,51%) nonostante l’esclusione dalla lista dei titoli tlc preferiti di Nomura.

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