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Ambiente: nuovo satellite per misurare le emissioni di metano

La riduzione delle emissioni di metano e gas gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro il riscaldamento climatico – MethaneSAT è il nuovo satellite della EDF che fornirà una copertura globale, battendo qualsiasi satellite in orbita o sul tavolo

Ambiente: nuovo satellite per misurare le emissioni di metano

In attesa della tanto auspicata neutralità climatica entro il 2050, le emissioni di metano da petrolio e gas, in tutto il mondo, devono essere ridotte nell’intera filiera produttiva. È il metodo più veloce ed efficace per rallentare il ritmo del riscaldamento globale.

A questo proposito, si è svolto mercoledì 6 maggio, un webinar online nell’ambito delle tecnologie più recenti progettate per la misurazione delle emissioni di metano su scala globale.

Proprio in questa occasione, è stato presentato il nuovo satellite MethaneSAT, che sarà lanciato, alla fine del 2022, dalla controllata di Environmental Defense Fund (EDF), una delle principali organizzazioni internazionali no profit che realizza soluzioni innovative e durature per affrontare i problemi ambientali più gravi.

Questo satellite innovativo è stato ideato, specificamente, per individuare le aree e l’ampiezza delle emissioni di metano nel mondo, così che aziende e Governi possano tracciare, quantificare ed intervenire per ridurre tali emissioni, rendendo pubblicamente disponibili tutti i dati rilevati.

Ma cosa lo differenzia dagli altri satelliti? MethaneSAT è stato progettato per misurare le regioni a intervalli ridotti, inferiori a sette giorni, monitorando regolarmente circa 50 regioni principali che rappresentano oltre l’80% della produzione mondiale di petrolio e gas.

Con la sua risoluzione spaziale, moderatamente alta, insieme all’elevata precisione, il nuovo satellite sarà in grado di rilevare fonti di emissioni più basse.

Poiché si concentrerà sul metano, MethaneSAT sarà meno costoso e più rapido da lanciare rispetto ai satelliti multifunzione costruiti dalle agenzie governative spaziali, unendo vantaggi economici di ciascun modello e risultati disponibili a tutti.

Ciò vuol dire che i dati critici saranno comunicati quanto prima, così da colmare lacune significative dei dati lasciati da altri sistemi satellitare, consentendo alle aziende e ai paesi di prendere decisioni migliori e agire tempestivamente. Così che, la nuova tecnologia contribuirà a trasformare la sfida climatica in opportunità, grazie al potere dei dati.

“Si tratta di una missione sofisticata, con uno scopo unico, quello cioè di abbattere più velocemente le emissioni rendendole visibili – ha dichiarato Steve Hamburg, Il Chief scientist presso EDF e co-responsabile del progetto – MethaneSAT è complementare ai satelliti esistenti, in quanto apporta una maggiore capacità di identificare e quantificare con costanza, le fonti di metano quasi ovunque sul pianeta”.

Per avere un quadro completo sulle emissioni di metano servono diversi tipi di misurazioni: da una parte ci sono i rilevatori di mappatura globale, per misurare le tendenze a lungo termine, dall’altra si collocano i sistemi di rilevazione puntiforme, per identificare i grandi emettitori su estensioni ristrette. Tra i due estremi, invece, ci sono i rilevatori come MetheneSAT, dotato di un ampio spettro visivo e di una maggiore granularità spaziale.

Sul tema delle emissioni di metano in Italia, Gli Amici della Terra (l’associazione ambientalista riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente) sta conducendo uno studio per conto dell’EDF, sui dati quantitativi e qualitativi della filiera, ma anche sul ruolo del metano nell’ambito del Green Deal europeo, che sarà finalizzato nella seconda metà del 2020.

“Siamo convinti come Amici della Terra – ha dichiarato il presidente dell’associazione, Monica Tommasi – che il gas naturale abbia un ruolo importante nella transizione energetica, continua o a sostenere tutti gli strumenti che possano dare un contributo importante a renderne più efficiente l’utilizzo”.

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