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Amazon, Google, Facebook e Apple a rapporto, ma salgono in Borsa

Per la prima volta i big di Internet sono stati messi sotto processo dal Congresso Usa, ma dopo le parole resta poco e infatti i loro titoli sono cresciuti in Borsa – Dopo la riunione della Fed il dollaro s’indebolisce ancora, mentre l’oro continua a salire

Amazon, Google, Facebook e Apple a rapporto, ma salgono in Borsa

– Di quante aziende avete imitato i prodotti in questi anni, mister Zuckerberg?
– Ci è capitato di migliorare prodotti già lanciati da altri.
– E quante aziende hanno chiuso dopo le vostre copiature? Cinque? Cinquanta?
– Non lo so.

Per cinque ore ieri i grandi del Web (Tim Cook di Apple, Mark Zuckerberg di Facebook, Sundai Pichai di Google e Jeff Bezos di Amazon) hanno dovuto rispondere a domande di questo tipo davanti al Congresso. Non sono mancati i momenti di grande imbarazzo (Bezos è passato per il boss del racket dei pannolini) ma gli effetti pratici, come previsto, sono stati modesti: tutti i titoli dei Big hanno chiuso in rialzo alla vigilia dei conti della Mela.

Lo show più sconvolgente di Wall Street l’ha procurato Joe Continenza, Ceo di Kodak, l’ex gigante della fotografia protagonista ieri di un volo incredibile: +1.481% dopo che la società è stata scelta per convertirsi in azienda farmaceutica. Il boom ha sollevato i sospetti della Sec, ma si spiega con il gradimento dei Robinhooders (il parco buoi online) che ieri hanno aperto 117.105 posizioni sul titolo.

Questi eventi hanno largamente oscurato l’esito della riunione della Fed che si è limitata a ribadire il sostegno al mercato promettendo di fare “whatever it takes” per garantire la liquidità necessaria. Misure più robuste non sono escluse in futuro, ma Jerome Powell ne parlerà ad agosto, alla riunione di Jackson Hole, quest’anno in versione digitale. In questa cornice, scontata, le Borse Usa hanno festeggiato i toni colomba; più fredda l’Asia.

A fronte del +1% di Hong Kong, del +0,8% dell’S&P ASX 200 di Sidney e del +0,5% del BSE Sensex di Mumbai, c’è il -0,2% del Nikkei di Tokyo ed il lieve calo dell’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen.

In rialzo gli indici Usa: Dow Jones +0,61, S&P 500+1,24%. Nasdaq +1,35%. Vola Amd (+12,5%) dopo la revisione della guidance del colosso dei chip, vincitore indiscusso del duello con Intel.

Nel primo semestre 2020 i ricavi di Boeing sono diminuiti del 26%, a 28,71 miliardi, e la perdita netta è aumentata a 3,04 miliardi, rispetto ai 793 milioni del primo semestre 2019.

Il dollaro continua a indebolirsi nei confronti delle maggiori controparti: il dollar Index è sui minimi da aprile del 2018.

I tassi di mercato restano bassissimi: il Treasury Note a dieci anni è allo 0,57% di rendimento. I tassi reali, quelli depurati dalla componente che incorpora il livello di inflazione a scadenza, sono sui minimi dal 2012.

L’oro va sempre più su e ieri sera ha toccato un nuovo record a 1.980 dollari l’oncia: stamattina tratta a 1.965 dollari.

Il petrolio Brent tratta a 43,7 dollari il barile, poco mosso, ieri +1,2% per effetto del calo di dieci milioni di barili delle scorte strategiche di petrolio degli Stati Uniti.

PIAZZA AFFARI IN ROSSO PER IL SESTO GIORNO DI FILA

In attesa delle comunicazioni della Fed, a tenere banco sui mercati sono state le trimestrali. Piazza Affari chiude con un lieve ribasso: -0,11%, a quota 19.880 punti, sesta seduta consecutiva in rosso.

PERFOMANCE A SORPRESA DI GUCCI: KERING +4%

La piazza migliore è stata Parigi, sostenuta a sorpresa dal balzo di Kering (+4%). La casa madre di Gucci ha sì patito i danni del Covid-19, ma dall’inizio di luglio è ripartita alla grande.

SANTANDER MAI COSÌ MALE IN 163 ANNI

In forte calo Madrid (-0,6%), la Borsa peggiore, piegata dai conti del Banco de Santander (-4,2%), protagonista di un trimestre da dimenticare, con una maxi-perdita, la prima in 163 anni di storia, dovuta a svalutazioni legate all’impatto economico della crisi del coronavirus.

Perdono colpi anche Deutsche Bank (-1,9%) e Barclays (-4,9%), entrambe su maggiori accantonamenti per perdite su crediti. Piatta Londra (+0,03%). Francoforte -0,12%.

Il colosso chimico tedesco Basf cede il 5,3% dopo aver riferito di non essere ancora in grado di fornire previsioni riguardo a vendite e ricavi per l’anno in corso a causa dell’incertezza relativa alle ricadute economiche della pandemia.

CON IL MES PER L’ITALIA FONDI AL -0,12%

Se i governi della zona euro attingessero ora al fondo di salvataggio per affrontare la pandemia da Covid-19, dovrebbero restituire meno di quanto riceverebbero e i paesi del Sud, i più colpiti dalla crisi sanitaria, ne trarrebbero i maggiori benefici. È quanto si legge sul blog del Fondo: il tasso di interesse a 10 anni per i Paesi che attingono al Mes era pari a 0 nel mese di giugno ed è sceso ora a -0,12%. Ci sono ulteriori vantaggi nel caso in cui il prestito abbia una durata di 7 anni: il tasso negativo è infatti pari allo 0,26%, includendo anche costi e spese del Mes. In particolare, il tasso negativo si potrebbe tradurre in un risparmio effettivo per l’Italia, che si finanzia a 10 anni a un tasso dell’1,0%, o la Spagna, che deve restituire lo 0,35% in più.

Lo spread Btp/Bund ha chiuso la seduta in lieve contrazione, a 149,7 punti base. Il tasso del decennale torna a 0,997% da 1,012%.

INTESA VERSO LA FUSIONE CON UBI

Si è chiusa la battaglia tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca (-1,37%) con le adesioni arrivate a circa il 72% quando mancano ancora due giorni alla conclusione dell’offerta. Secondo Equita, “la certezza della fusione con Ubi avrà anche ripercussioni positive sull’operazione, annullandone i rischi di esecuzione con ulteriori effetti positivi sulla valutazione di Intesa”.

UNCREDIT RINUNCIA A DIVIDENDO E BUY BACK

Vendite su Unicredit, in flessione del 3,3%. La banca ha reso nota l’intenzione di allinearsi alla nuova raccomandazione della Banca centrale europea e nell’anno corrente non distribuirà dividendi né procederà a buyback. Giù anche Mps (-3,8%) e Bper (-3,3%).

IL TONFO DI SAIPEM (-10%) TRASCINA TENARIS. OGGI I CONTI ENI

Sotto la lente le trimestrali. La nota negativa l’ha offerta Saipem, più volte sospesa al ribasso, con un calo superiore al 10% dopo i risultati del semestre ben sotto le attese (355 milioni a livello di Ebitda rettificato e una perdita netta di 885 milioni di euro) e prospettive particolarmente incerte per l’anno in corso a causa dell’emergenza Covid-19. Secondo il broker Fidentiis, “la notizia è negativa per Saipem, perché i risultati del secondo trimestre sono ben sotto le attese. Ci attendiamo una revisione al ribasso delle stime di consensus per il 2020”.

Il tonfo coinvolge anche Tenaris (-5,5%). Nonostante il balzo del prezzo del greggio a ridosso di 44 dollari al barile, si muove in calo dello 0,4% anche Eni, che oggi pubblica i risultati del secondo trimestre. Secondo Banca Imi, “l’annuncio sul dividendo interim per il 2020 potrebbe essere il principale tema domani con un consensus del mercato che già considera un taglio del 30% rispetto allo tranche dello scorso anno”. A fine febbraio, il cane a sei zampe aveva annunciato una cedola di 0,89 euro per il 2020.

La francese Total ha deliberato ieri una svalutazione degli asset per 8 miliardi di euro.

Enel (+0,95%) ha tagliato la guidance per l’anno in corso in occasione della pubblicazione ieri sera della semestrale a causa degli effetti valutari, dopo aver registrato un margine operativo lordo (Ebitda) lievemente superiore alle attese del mercato. L’Ebitda ordinario del periodo è salito dello 0,4%, a 8,794 miliardi di euro, grazie all’attività nel settore dell’energia verde e delle reti. Gli analisti avevano previsto un margine operativo lordo a 8,611 miliardi. Il gruppo, che non si aspetta una ripresa delle valute dell’America Latina entro la fine dell’anno, vede per l’intero 2020 un Ebitda ordinario di circa 18 miliardi di euro rispetto ad una precedente guidance di circa 18,6 miliardi.

Bene tra le altre utilily Hera, +2,55% dopo i conti chiusi con un utile pari a 174,9 milioni euro, in leggera crescita (+0,6%) rispetto ai 173,9 milioni al 30 giugno 2019. Segue A2A: +1,71%.

AMPLIFON SUPERSTAR, MEDIOBANCA PROMUOVE CAMPARI

La sorpresa positiva arriva da Amplifon (+5,6%), sui massimi da febbraio.

Ancora in rialzo Campari (+1,99%): Mediobanca Securities ha alzato il rating del titolo a neutral da underperform e il target price a 8 euro da 6,2 euro dopo i conti del secondo trimestre.

OPA DI FAMIGLIA IN IMA, ENTRA BC PARTNER

Balzo di Ima: +13%, a 67,8 euro, poco sotto il prezzo del lancio dell’Opa a 68 euro finalizzato al delisting frutto dell’accordo annunciato ieri fra gli azionisti della controllante Sofima e BC Partners per cedere il 20% della holding. Obiettivo è il delisting della società e un probabile riassetto azionario nella famiglia, con Alberto Vacchi che intende restare saldamente al timone della società, mentre indiscrezioni vorrebbero che, tra i soci venditori, ci fosse il più famoso Gianluca Vacchi.

STRAPPA DATALOGIC, PER EQUITA È BUY

Strappa, infine, Datalogic (+17,7%) dopo l’upgrade di Equita a “Buy” da “Hold”, con prezzo obiettivo a 14,5 euro da 13,5 euro e ingresso nel portafoglio small cap della sim italiana. Bene anche Pininfarina (+3,5%).

GLI OCCHIALI DI CR7 MANDANO IN ORBITA LAPO ELKANN: +25%

Sull’Aim va in orbita Italia Indipendent (+25%), la società di Lapo Elkann, in scia al lancio della piattaforma CR7-Eyewear.com destinata alla vendita on-line della Collezione CR7 a livello mondiale.

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