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Altolà della Lega, dei sindacati e del Pd: non toccate le pensioni

Alla vigilia dell’incontro fra Governo e forze sociali di questo pomeriggio, Umberto Bossi dice il suo no a interventi che riducano la tutela previdenziale dei lavoratori. Pdl e Berlusconi contrari alla patrimoniale. Bersani: se vogliono far pagare i più deboli, faranno i conti con noi. Domani Tremonti parlerà alla riunione delle commissioni parlamentari.

Altolà della Lega, dei sindacati e del Pd: non toccate le pensioni

“Le pensioni non si toccano”. L’altolà della Lega e di Umberto Bossi arriva perentorio proprio alla vigilia dell’incontro (sarà oggi pomeriggio e dovrebbe parteciparvi anche Silvio Berlusconi) del governo con le parti sociali. Quello che, a giudizio degli osservatori, dovrebbe segnare per l’Esecutivo il momento di mettere le carte in tavola. Già, ma quali carte? In questi giorni si è parlato soprattutto di due strumenti sui quali imperniare la manovra lacrime e sangue che l’Europa e i mercati più che chiederci ci impongono: la patrimoniale e gli interventi sulle pensioni. Ma sul primo c’è il no del Pdl, sostenuto in particolare, dal presidente del Consiglio; sul secondo, oltre la prevedibile resistenza dei sindacati (non soltanto della Cgil), ora c’è il “niet” della Lega, che si è subito messa alle spalle quella che era sembrata, all’indomani di un incontro nel cortile di casa Bossi a Gemonio con il ministro dell’Economia, una svolta europeista.

Senza contare che una manovra lacrime e sangue richiederebbe e richiede un consenso politico che vada anche oltre la maggioranza Pdl-Scilipoti, in nome di quella coesione nazionale più volte evocata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma in questi giorni, soprattutto il Pd ha lamentato non soltanto il mancato coinvolgimernto delle opposizioni nella messa a punto delle misure, ma anche la mancata informazione sugli interventi sul nostro governo degli organismi internazionali (il cosiddetto commissariamento). E ieri Bersani è andato anche oltre affermando senza mezzi termini: “Se pensano di far pagare la manovra alla povera gente dovranno vedersela con noi”. Il tutto mentre Pierferdinando Casini confermava che il terzo polo resta fermamente all’opposizione, pur mantenendo la piena disponibilità a mettersi al servizio del Paese in questa difficilissima crisi.

Fatti questi che non sono un buon viatico nè per l’incontro di oggi del governo con le forze economiche e sociali, nè per la riunione di domani delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato, nei fatti l’unica occasione di confronto parlamentare, durante le ferie agostane. L’impressione è che, proprio mentre la Bce continua a far pressione perchè l’Italia prenda presto le misure per avviarsi al pareggio di bilancio, Governo e forze politiche non siano ancora riuscite a trovare la strada per fare quello che ci viene richiesto con la necessaria comune assunzione di responsabilità.

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