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Allarme Fmi sulla crescita, l’Europa attende Draghi

Nuovo allarme del Fmi sulla crescita globale dopo la frenata cinese sull’export che ha interrotto il recupero del petrolio e delle Borse – I mercati attendono le mosse di domani di Draghi – Road show a Milano per il bond Ferrari – Telecom-Orange: Renzi non dice di no a Hollande – Gli acquisti di Del Vecchio sostengono Luxottica

Allarme Fmi sulla crescita, l’Europa attende Draghi

“L’economia mondiale corre un serio rischio di deragliamento”. L’allarme è stato lanciato da David Lipton, il numero due del Fondo Monetario Internazionale. A giustificare l’allarme sul pericolo che il convoglio della crescita possa uscire dai binari è la caduta del commercio internazionale: il tracollo dell’export cinese (-25,4% a febbraio) che ha bruscamente interrotto il recupero del petrolio e dei listini azionari.

Dopo cinque sedute positive i mercati Usa hanno chiuso in rosso: S&P 500 perde l’1,12%, di nuovo sotto quota 2.000; Dow Jones 0,64%, Nasdaq -1,26%. Grava sui listini il tonfo dei prezzi petroliferi: il greggio tipo Brent ha chiuso sotto quota 40 dollari, in calo del 3%. A scendere di più sono state le società minerarie e petrolifere.

Anche l’Asia soffre. Stamane Shanghai arretra del 2,3%, Shenzhen perde l’1,5%. In rosso anche Hong Kong -0,7%. A Tokyo l’indice Nikkei perde l’1,6%, mentre non si arresta la corsa degli acquisti sullo yen

IL TRENTENNALE GIAPPONESE RENDE LO 0,458%

La discesa dei tassi giapponesi prosegue a ritmi degni del Guinness dei primati. All’asta dei titoli di Stato hanno segnato tassi negativi le emissioni con durata fino a 11 anni. Il trentennale è stato assegnato ad un rendimento dello 0,458%. Ovvero c’è chi presta 100.000 mila yen a Tokyo fino al 2046 accontentandosi di incassarne 458.

Di fronte a questo segnale clamoroso di sfiducia nella ripresa, molti pensano che già la settimana prossima il governatore della Boj Haruhiko Kuroda presenterà un nuovo pacchetto di misure per rilanciare l’economia.

Si scalda così l’attesa per la riunione della Bce di domani, l’appuntamento chiave dei mercati finanziari che fanno appello alla “fantasia creativa” di Mario Draghi per sconfiggere i fantasmi evocati dalla caduta dei prezzi e dei rischi che un ulteriore calo dei rendimenti può avere sui conti delle banche.

BORSE EUROPEE DEBOLI OGGI IN APERTURA. MILANO IERI -0,2%

Le preoccupazioni per la crescita globale hanno tarpato ieri le ali alle Borse europee, tornate a scendere dopo tre settimane di rialzo. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso in calo dello 0,2%, la Borsa di Parigi ha perso lo 0,8%, Francoforte -0,8%, Londra -0,9%. I cali peggiori sono stati dei titoli minerari (Stoxx europeo -9%), del settore Automotive (-2,6%) e dei petroliferi (-2,4%). 

Si prospetta stamane un’apertura al ribasso per le Borse del Vecchio Continente. Parigi aprirà, secondo i futures, a -0,9%, in coincidenza con lo sciopero dei trasporti, primo atto della campagna contro la riforma del mercato del lavoro. Giù anche Francoforte -0,8%, più stabile Londra -0,1%.

AFFONDA SAIPEM DOPO L’USCITA DELLE BANCHE

L’altalena del greggio ha colpito anche Piazza Affari. Nel listino italiano la peggiore blue chip è stata Saipem con una caduta del 14%. Ieri le banche del consorzio di garanzia dell’aumento di capitale, non tutte ma una buona parte, hanno messo sul mercato le azioni inoptate, circa 700 milioni di titoli.

La vendita accelerata è avvenuta al prezzo di 0,39 euro. Grazie al rimbalzo del titolo nei giorni scorsi i venditori hanno registrato una piccola plusvalenza di poco meno di 20 milioni di euro. Intanto Bernstein ha più che dimezzato il prezzo obiettivo a 0,20 da 0,52 euro, confermando la raccomandazione Underperform. E’ il target più basso tra i 26 censiti da Bloomberg.

Eni ha perso il 2,5%. Da inizio anno il cane a sei zampe accusa una performance negativo del 5%. Nello stesso periodo il petrolio guadagna il 7% grazie ai robusti rialzi da metà gennaio (+50%). Tenaris -3,6%.

Continua la discesa di Saras (-5,17%) dopo il calo dei margini di raffinazione dell’area mediterranea.

ACCELERA FERRARI. OGGI ROAD SHOW A MILANO PER IL BOND

Le difficoltà della Cina, primo cliente dell’auto tedesca e di Peugeot, si è fatto sentire nel comparto auto. Ma il clima generale non ha impedito lo sprint di Ferrari che ha chiuso in rialzo del 3,03% a 37,79 euro. Il gruppo ha in corso il Road Show per la presentazione del bond di 500 milioni, di prossima emissione. Dopo le tappe di Londra e Parigi, oggi i vertici sono a Milano. 

In Piazza Affari il titolo è quotato dallo scorso 4 gennaio, il prezzo iniziale era stato di 43,70 euro, la perdita da inizio anno è del 14%. Fiat Chrysler ha perso il 4,4%. Nel comparto industriale spicca la performance di Finmeccanica (+2%): Goldman Sachs ha alzato la raccomandazione a Buy da Neutral, il target price è invariato a 14 euro. La società presenterà i dati del 2015 il prossimo 16 marzo.

In leggero rialzo Prysmian (+0,21%). JP Morgan ha alzato il prezzo obiettivo da 19 a 20 euro, confermando la raccomandazione neutral.

TELECOM ITALIA CORTEGGIATA DA ORANGE. E RENZI NON DICE DI NO

Telecom Italia (+1,6%) ha perfezionato ieri la cessione a Fintech di Telecom Argentina per ulteriori 550,6 milioni di dollari che vanno ad aggiungersi ai 329,5 già arrivati con l’accordo iniziale tra dicembre 2013 e ottobre 2014.

Ma l’attenzione si è concentrata ieri sulle avances in arrivo da Orange. Il pdg Stephane Ricard ha detto che la società francese (ex France Telecom) sarebbe pronta a guardare a una possibile fusione con Telecom Italia, se lo chiedesse Vincent Bolloré, presidente di Vivendi, primo azionista del gruppo telefonico italiano. 

“Se un giorno Bolloré mi dicesse: la cosa migliore sarebbe fare un accordo tra di noi e fare in modo che Orange acquisti Telecom Italia, ci guarderemmo”, ha detto l’amministratore delegato di Orange.

Possibilista la reazione di Matteo Renzi. Il premier italiano, ieri a Venezia per il meeting con François Hollande, ha così risposto in conferenza stampa: “L’Italia è lieta di accogliere chi ha soldi da investire e idee. Siamo ben felici se si potrà realizzare un polo in grado di valorizzare la cultura latina, europea, ma lasciamo che sia il mercato a fare la propria parte. Chi ha soldi e progetti per creare posti di lavoro e idee intriganti sappia che l’Italia è il posto adatto per provare a sperimentare le proprie capacità”.

“Nella difesa – ha risposto Hollande – ci potranno essere concentrazioni tra aziende italiane e francesi, anche nelle tlc se vogliamo avere un peso. Non c’è futuro senza un’industria forte: non dobbiamo temere questi investimenti”. 

E’ in movimento infine il fronte della banda ultralarga. Vodafone e Wind hanno incontrato ieri sera i rappresentanti dei soci di Metroweb, Cassa Depositi e Prestiti e fondo F2i, in qualità di potenziali clienti della rete che potrebbe nascere dall’accordo tra la stessa Metroweb e Telecom Italia.

OGGI BPM E BANCO POPOLARE IN MISSIONE A FRANCOFORTE

La sorpresa positiva della giornata è stata la buona tenuta delle banche, aprire dal rimbalzo di Banca Popolare di Milano salita dell’1,8%. Debole Banco Popolare, -0,4%. I vertici dei due istituti sono attesi oggi in Bce a un incontro per verificare le rispettive posizioni sul progetto di fusione, al momento in standby per la perplessità dell’Authority su alcune questioni relative alla governance e alla gestione degli Npl.

Unicredit +0,8%, Intesa +0,8%, MontePaschi -0,3%.

GLI ACQUISTI DI DEL VECCHIO SOSTENGONO LUXOTTICA

Nel Lusso, Luxottica ha guadagnato il 3,1% dopo che Leonardo Del Vecchio ha comprato 1,51 milioni di azioni Luxottica, pari allo 0,3% del capitale, per un investimento complessivo di circa 77,8 milioni di euro.

Debole Ferragamo (-0,2%). Sale Moncler (+0,53%): Socgen ha alzato il target price a 17,5 da 16.

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