Condividi

Allacciare le cinture, dazi al via. Riflettori sull’auto

Alla vigilia del D-Day sull’aumento delle tariffe Usa sull’import dalla Cina, Pechino mette in guardia sull’effetto domino per le economie occidentali e quella europea in primis. Borse Asia ancora giù. Petrolio, Teheran reagisce alle sanzioni. A Milano aziende del lusso sotto osservazione

Allacciate le cinture, comincia la guerra dei dazi. “Gli Stati Uniti stanno per aprire il fuoco contro il mondo, compresi loro stessi”. Così il ministro del Commercio cinese, Gao Feng, ha commentato l’avvio ufficiale della guerra dei dazi: domani alle 12, ora di Pechino (le 5 in Italia), scatteranno tariffe per 34 miliardi di dollari sull’import cinese. Ma, sottolinea Feng, 20 miliardi (cioè il 59%) colpirà prodotti delle multinazionali, sia americane che europee. Sarà solo l’inizio se, come sembra scontato, la Cina reagirà in tempo reale. E così i mercati, privi del riferimento delle Borse Usa, ieri ferme per l’Independence Day, si fanno interpreti della preoccupazione generale.

YUAN ANCORA AI MINIMI, STASERA E MINUTE FED

Contrastati i listini cinesi. Debole Hong Kong (-1%), incerto l’indice di Shanghai e Shenzhen, sotto dello 0,9% nonostante una robusta iniezione di liquidità da parte della Banca centrale (700 miliardi di yuan). In rosso anche Tokyo (-1%) e il Kospi coreano (-0,75%).

Poco mosso il dollaro in attesa della pubblicazione stasera delle minute dell’ultima riunione della Fed. Lo yuan non si risolleva dai minimi da 11 mesi, lo yen tratta a 110,365 (-0,1%). L’euro passa di mano a 1,1655.

TEHERAN MINACCIA LA CHIUSURA DEGLI STRETTI

Il petrolio Brent scivola stamane a 77,69 dollari, in lieve calo dopo due sedute al rialzo. Ma l’attenzione è rivolta alla visita a Parigi del presidente iraniano Rouhani, estremo tentativo di scongiurare l’adesione all’embargo Usa degli europei. Teheran minaccia la chiusura dello stretto di Ormuz se verranno applicate le sanzioni. Gli esperti dubitano che l’Arabia Saudita sia in grado di aumentare, come promesso, le estrazioni di greggio fino a due milioni di barili.

Poco mossi ieri i petroliferi a Piazza Affari: Eni -0,1%, Saipem-0,1%, Tenaris +0,3%.

L’EUROPA OFFRE LA FRANCHIGIA PER LE AUTO USA

Poco mosse ieri le Borse europee, prive del punto di riferimento dei mercati Usa. L’apertura è vista stamane in lieve rialzo. Ma anche nel Vecchio Continente pesa la partita dei dazi, a partire dalla minaccia di una tariffa del 25% sulle auto esportate negli Usa. Nel tentativo di scongiurare la minaccia, il presidente Ue Jean-Claude Juncker offrirà a Washington l’esenzione dalle tasse per le auto Usa in Europa. Una soluzione che potrebbe aiutare l’auto tedesca, ma a danno delle auto di Italia e Francia, le più colpite dall’arrivo delle utilitarie di Detroit.

MILANO -0,36% TRA SCAMBI RIDOTTI

Milano (ieri -0,36%) ha vissuto una seduta negativa chiudendo a 21.686 punti dopo scambi ridotti al lumicino: 1,38 miliardi di euro, nettamente al di sotto degli oltre 2 miliardi delle ultime giornate.

In rosso anche Londra (-0,27%) e Francoforte (-0,26%). Poco mosso Parigi (+0,07%). Madrid hanno chiuso in rialzo dell’1%.

MEGLIO DEL PREVISTO I DATI PMI

I dati relativi all’attività economica nella zona euro in giugno sono stati rivisti lievemente al rialzo, ma le aspettative sul futuro rimangono sui livelli più bassi da fine 2016. Il Pmi composito della zona euro si è attestato a giugno a 54,9 (stima flash 54,8) da 54,1 di maggio, ben sopra il livello che separa l’espansione dalla contrazione.

Accelera il settore servizi della Gran Bretagna, cresciuto al ritmo più sostenuto da ottobre, e questo segnale di forza dell’economia potrebbe contribuire a spingere Bank of England ad alzare i tassi il mese prossimo.

PROMETEIA ABBASSA LE STIME SUL PIL

La crescita del Pil italiano nel 2018 non andrà oltre l’1,2% a causa del minor contributo dell’export e dell’incertezza sulle misure economiche indicate nel programma di governo. A dirlo è Prometeia, che abbassa così la sua stima per il Pil di quest’anno rispetto all’1,4% previsto a marzo e a +1,2% per il Pil 2019.

Dopo Grecia, Spagna e Turchia, l’Italia è il quarto paese Ocse in cui il mercato del lavoro ha il maggiore livello di insicurezza, cioè la probabilità di perdere il posto e di restare senza reddito. Due i suggerimenti: sviluppare una “strategia precoce” per favore il rapido reinserimento lavorativo e migliorare la percentuale d disoccupati coperti dal sussidio. Nel 2016 meno di un disoccupato su 10 riceveva il sussidio di disoccupazione, una delle percentuali più basse nella Ue, sottolinea il rapporto.

SPREAD A 233. OGGI LE ASTE DI FRANCIA E SPAGNA

Giornata incolore per i Btp, che hanno chiuso con lievi progressi una seduta povera di spunti a causa anche della chiusura della piazza Usa.

Lo spread Btp/Bund ha oscillato tra i 240 punti base di inizio seduta e i 233 del primo pomeriggio; il tasso sul decennale italiano ha oscillato tra 2,70% e 2,73%.

Oggi tornano a rianimarsi i mercati del debito con le aste di Francia e Spagna per un importo complessivo di oltre 15 miliardi. Parigi propone fino a 9 miliardi di Oat sulle scadenze 2028, 2031 e 2034, mentre Madrid offre fino a 4,5 miliardi di titoli 2021, 2030 e 2041, più un miliardo di indicizzati sulla scadenza novembre 2027.

In serata verranno pubblicate le minute dell’ultimo meeting Fed. Domani la statistica più attesa: i dati sul mercato del lavoro Usa.

STOP AI RIALZO DI MONCLER, TRACOLLA CUCINELLI

In una giornata poco volatile fa notizia l’arretramento del settore Lusso, vittima delle nubi sulla globalizzazione (compreso lo shopping dei cinesi). In Italia perde colpi Moncler (-3,62%), il titolo peggiore del listino principale. Salvatore Ferragamo -1,6%. A Francoforte stessa sorte per Hugo Boss (-3,4%).

Precipita Brunello Cucinelli (-13,5%): Berenberg ha tagliato la raccomandazione a Hold da Buy, limando il target price a 34 euro da 35 euro.

STM VITTIMA DELLO SCONTRO TRA USA E CINA

Altra vittima della guerra dei dazi è Stm (-3,3%), tornata sui livelli di gennaio, azzerando quasi del tutto la performance da inizio anno. L’indice di settore europeo chiude a -1,35%.

All’origine della caduta sono le schermaglie tra Pechino e Washington. In risposta al veto opposto da Donald Trump all’ingresso di China Mobile in Usa un tribunale cinese di vietare temporaneamente la vendita di 26 tipologie di chip dell’americana Micron Technology, giustificando il provvedimento con una probabile violazione di brevetti del produttore di Taiwan, United Microelectronics Corp.

EFFETTO RONALDO ANCHE IN BORSA. EXOR SI PREPARA

Tra i titoli più seguiti figura senz’altro Juventus (+7,27%), trascinata al rialzo dalla possibilità dell’ingaggio di Cristiano Ronaldo. Sintomatico il ribasso parallelo della capogruppo Exor (-2,02%) cui toccherà eventualmente organizzare la rete degli sponsor dell’operazione: Ferrari (-1,2%) e/o Jeep, brand di punta di Fiat Chrysler (-0,76%). Mediobanca Securities ha intanto confermato la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 22,7 euro per la casa italo-americana dopo le vendite Usa del mese di giugno. Per gli analisti il prossimo catalizzatore saranno i risultati del secondo trimestre 2018

IL MONDIALE AIUTA MEDIASET

Assai meno clamoroso, sul fronte dei media, il rimbalzo di Mediaset (+0,97%), in ripresa dopo quattro sedute al ribasso sull’onda dei dati record (pare strepitosi) per i Mondiali di calcio.

Tra le utility, A2A (+1,1%) è stata ieri la migliore del listino. Enel (-0,2%) ha concluso l’acquisizione del 21% del capitale di una NewCo che detiene Ufinet International, operatore di reti in fibra ottica leader in America Latina.

GRANDI MANOVRE SU UNIPOL-BPER

Nel credito avanza Mediobanca(+1,4%). Banco Bpm +0,8%. Finecobank +1,6%. Frena Bper Banca (-0,1%).

Recupera nel corso della seduta Unipol: +1,18% dopo le perdite iniziali. La compagnia continua ad acquistare azioni UnipolSai avvicinandosi progressivamente al 79% del capitale della controllata in cui ha concentrato tutte le partecipazioni assicurative. Il mercato valuta una fusione tra Unipol e UnipolSai, operazione che Cimbri ha escluso e che, in ogni caso, sarà subordinata alla cessione di Unipol Banca. Al proposito gli investitori scommettono verrà accasata a Modena, dopo che Unipol è salita fino al 15% di Bper, con l’autorizzazione della Bce ad arrivare fino al 19,9%.

Trevi sale del 14,6%: è attesa a giorni la definizione dell’offerta definitiva di Bain Capital Credit.

Partenza col botto all’Aim di Longino & Cardenal, che chiude in rialzo del 47,22%.

Commenta