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Alga spirulina: il cibo del futuro è già sulle nostre tavole

Anni fa era impensabile mangiarle oggi invece grazie all’influenza della cucina orientale le alghe sono arrivate sulle nostre tavole. Ecco le infinite proprietà della spirulina, riconosciuto dall’Onu come nutraceutico del futuro.

La nuova moda dell’alimentazione italiana? Le alghe. Anni fa era impensabile mangiarle (e chissà che tra qualche anno considereremo normale mangiare, ad esempio, gli insetti), oggi invece grazie all’influenza della cucina orientale, giapponese ma non solo, questi vegetali sono arrivati sulle nostre tavole. In che modo? Nei ristoranti etnici, ovviamente, ma anche, nel caso dell’alga spirulina che si può trovare facilmente in polvere (il che ne salva le proprietà benefiche evitando l’impatto col tipico sapore amarognolo di una “vera” alga), come integratore alimentare: si può mangiare con insalate e verdure, è perfetta insieme a cetrioli, zucchine o avocado, si può abbinare alle verdure grigliate oppure, con l’autunno alle porte, può essere uno degli ingredienti che rendono ancora più salutare una bella zuppa.

La spirulina infatti, che cresce in acqua dolce ed è originaria del Centro-America, è a tutti gli effetti un alimento “nutraceutico”: 8 volte più ricco di calcio rispetto al latte (e 20 volte rispetto ai fagioli), 34 volte più ricco di ferro degli spinaci, 20 volte più ricco di betacarotene delle carote. E’ anche una fonte generosa di vitamine A, del gruppo B, E e K, aminoacidi in misura pari a quella dell’uovo, acidi grassi e sali minerali, in particolare potassio, ferro, zinco, rame, selenio, magnesio. Contiene proteine già trasformate in aminoacidi, per il 65-70% contro il 20-25% della carne magra, diminuisce il colesterolo cattivo ed è utile per favorire la salute cardiovascolare. Proprio per questa eccezionale sinergia di nutrienti e antiossidanti, l’Onu ha individuato nella spirulina, fin dagli anni Settanta, una delle principali fonti alimentari del futuro, oltre che uno degli alimenti cardine della dieta dei vegani.

A differenza delle alghe di mare, come se non bastasse, la spirulina non contiene iodio (perciò non altera la funzionalità tiroidea), ma è una miniera di clorofilla, molecola dalla composizione affine a quella del sangue, che cura le anemie, ossigena i tessuti cerebrali e potenzia la massa muscolare. Migliora dunque i processi metabolici, aumenta l’energia vitale e, se serve, favorisce la perdita di peso: la presenza di acido alginico, sostanza mucillaginosa che si lega con tossine e metalli pesanti presenti nell’organismo e ne facilita l’eliminazione, fa sì che la spirulina sia un potente depurativo e un buon antivirale. Finita la (quasi) infinita lista di proprietà benefiche, torniamo al suo possibile utilizzo.

Da aggiungere in polvere ad altre pietanze, ma non solo. “L’alga spirulina può essere utile come integratore alimentare tout court, ma anche come ingrediente per pasta, crackers, biscotti. Uno dei nostri clienti la usa anche per un pane speciale”, raccontano ad esempio due cugini imprenditori casertani, Antonio e Onofrio, specializzati nel superfood, ovvero di quei cibi considerati particolarmente benefici per l’organismo e di cui gli italiani vanno sempre più ghiotti. “Abbiamo scelto di lanciarci: gli allevamenti controllati sono pochissimi, in Italia si contano sulle dita di una mano e in Europa non sono molti di più. Coltivare la spirulina poteva essere davvero la scelta giusta”. E lo è stato: questa speciale alga è “ormai famosa perché altamente proteica. Nonostante vada anche molto di moda come integratore per le diete, è consigliata soprattutto a chi ha carenza di proteine o di ferro, oltre ad essere adatta all’alimentazione dei pazienti oncologici, in quanto ricca di vitamine del gruppo B. E’ persino uno dei coloranti più sani e sostenibili in circolazione”.

E ora anche i grandi chef iniziano a tenerla in considerazione: basti pensare al risotto alla spirulina di Giuliano Baldessari, all’Aqua Crua. “Sono moltissimi oggi gli chef che la richiedono e abbiamo molti clienti in tutta Italia, con sperimentazioni in itinere molto interessanti”, spiegano ancora Antonio e Onofrio, aggiungendo che nel territorio casertano due pizzerie che stanno studiando l’impasto alla spirulina e che c’è molto interesse anche nel mondo dei casari e dei pasticceri: “Siamo in trattativa con un caseificio che vuole usarlo per un suo yogurt e vediamo sempre più spesso creme spalmabili e formaggi con l’aggiunta della spirulina: per esempio è estremamente interessante l’esperimento di un pasticcere di Madonna di Campiglio che sta provando vari abbinamenti con il latte d’Asina”.

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