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Agricoltura: aziende italiane per la bioeconomia. C’è il progetto Consorzio Biogas per raffinerie ecologiche diffuse

Le aziende agricole in difficoltà per i fertilizzanti a causa della guerra in Ucraina. Prende slancio il progetto “Farming for future”del Consorzio Italiano Biogas

Agricoltura: aziende italiane per la bioeconomia. C’è il progetto Consorzio Biogas per raffinerie ecologiche diffuse

L’agricoltura italiana è sempre più orientata verso la bioeconomia. Un cammino in progress con investimenti sulle strutture, in particolare per la costruzione di nuovi impianti. Il 2022 va a chiudersi come anno molto pesante per l’uso dei fertilizzanti. Le conseguenze della guerra in Ucraina si sono fatte sentire su tutta la filiera agricola con il taglio di un terzo degli acquisti. E’ questa una delle ragioni principali per le quali le aziende chiedono un rapido passaggio alla commercializzazione e all’uso di biomaterialli. Hanno bisogno di riprendere i cicli di produzione in modo sostenibile per stare bene sui mercati. Una via d’uscita è la proposta del Consorzio Italiano Biogas con il progetto “Farming for Future. 10 azioni per coltivare il futuro” . Se ne è parlato a Rimini nel corso della Fiera di Ecomondo. Puntare di più sulla digestione anaerobica è stato il tema centrale della discussione tra esperti e rappresentanti del mondo agricolo.

La bioeconomia nel futuro dell’agroalimentare Made in Italy

Lo sviluppo su larga scala della digestione anaerobica, in effetti, è la soluzione per creare piccole bioraffinerie ed ottenere prodotti di interesse per la bioeconomia. Le prospettive sono buone in quanto – come già fanno molte aziende del Centro Nord- si possono realizzare processi per convertire sottoprodotti, residui dell’agricoltura e degli allevamenti in composti chimici utili in molti settori industriali, fino all’edilizia. Il digestato limita l’impiego di merci da acquistare oltre a tutelare i suoli agricoli e influire positivamente sui bilanci delle imprese agricole. David Bolzonella, docente all’Università di Verona, dice che “già oggi i digestori anaerobici sono delle piccole bioraffinerie dedicate alla produzione di metano e digestato. Nel futuro dovranno configurarsi come vere e proprie fabbriche di prodotti chimici di origine biologica“. Infatti, si punta ad ottenere acidi carbossilici, poliesteri e altri composti .

“Per il CIB – aggiunge Lorella Rossi, responsabile dell’area tecnica- i margini di sviluppo dell’azienda agricola in qualità di polo produttivo integrato nel contesto della bioeconomia italiana, sono ancora ampi”. Il passaggio a microsistemi di economia circolare nelle campagne resta alla base del “Farming for Future “che per tutto il 2022 è stato presentato in incontri mirati con gli agricoltori. Si tratta di 10 azioni strategiche, dall’uso delle fonti energetiche pulite, alla qualità e al benessere animale, all’agroforestazione, all’incremento della fertilità dei suoli. Accanto a questa strategia permane la necessità di investimenti pubblici in tutto il settore agro-alimentare. Il governo attraverso il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per ora si è limitato a dire che il nostro Paese non è concorrenziale sulla quantità quasi da nessuna parte “ma lo è sempre sulla qualità, un elemento che difficilmente gli altri riescono a copiare”. E la qualità ha bisogno di investimenti per la bioagricoltura.



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