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Aghion (Lse): “Renzi è sulla strada giusta. Macron l’uomo del futuro per la Francia”

FORUM AMBROSETTI – Parla Philippe Aghion, economista della London School of Economics: “Oggi il confronto non è più tra destra e sinistra ma tra riformatori e conservatori” – “Ci vorrebbe un patto per la crescita tra Germania e Francia” – Renzi ok per Jobs Act ma “al referendum deve assolutamente vincere il SI’: è troppo importante per l’Italia” – “In Usa vincerà Hillary”.

Aghion (Lse): “Renzi è sulla strada giusta. Macron l’uomo del futuro per la Francia”

“Renzi è sulla strada giusta col Jobs Act e con la riforma costituzionale se passerà, mentre l’uomo del futuro per la Francia è Macron”. La nouvelle vague dei leader europei è promossa a pieni voti da Philippe Aghion, economista della London School of Economics. Dal Forum Ambrosetti di Cernobbio Aghion, sostenitore del paradigma schumpeteriano della crescita, per il quale questa “passa necessariamente dalla produttività”, supera completamente il concetto di destra e sinistra: “Ormai il confronto è tra riformatori e conservatori, due categorie che esistono su entrambi i versanti politici: all’Europa servono riforme strutturali da affiancare alla politica monetaria della Bce. Questo ho detto alla platea di Villa d’Este”.

Francese di Parigi, Aghion bacchetta soprattutto la Francia: “Il problema dell’Europa è la mancanza di fiducia nei rapporti tra Parigi e Berlino: ci vuole un patto per la crescita per il quale la Germania dovrebbe concedere qualcosa sull’austerità e la Francia finalmente decidersi a fare riforme strutturali. Anche sui migranti Parigi ha sbagliato tutto, mentre hanno lavorato benissimo la Merkel e l’Italia”. A pochi chilometri da dove è intervenuto il professore universitario c’è la città di Como, nella cui stazione ferroviaria sono lasciate al loro destino diverse centinaia di profughi, da ormai quasi due mesi e in condizioni inumane: a loro è impedito di attraversare la frontiera per recarsi in Svizzera e da lì in Germania e nel Nord Europa. “Non sapevo di questo, non sono passato da Como: posso solo dire che l’Italia è stata molto brava e che la situazione di Ventimiglia è una vergogna. La Francia avrebbe dovuto fare molto di più, ma del resto siamo già in campagna elettorale e dopo gli attentati terroristici nessuno se l’è sentita”.

Ecco perché l’uomo giusto è Emmanuel Macron, fino a pochi giorni fa ministro dell’Economia e ora in procinto di intraprendere una coraggiosa corsa all’Eliseo con il suo movimento indipendente “En marche!”: “Macron non diventerà presidente nel 2017, nell’immediato vedo meglio Alain Juppè, che secondo me potrebbe vincere le primarie del centrodestra contro Nicolas Sarkozy. E me lo auguro: l’ex presidente, sui temi come l’immigrazione ma non solo, è troppo vicino alle posizioni dell’estrema destra. Abbiamo bisogno di inclusione”. Anche sulle riforme, del resto, la parola d’ordine è inclusione: “Le riforme devono essere strutturali e soprattutto inclusive, cioè devono tenere conto dei perdenti – sostiene Aghion -: penso alle persone che perdono il lavoro, ai precari, o per esempio ai tassisti danneggiati da Uber (UberPop, l’app di ride sharing, è tuttora vietata in Francia, ndr). Io sono a favore di Uber ma la concorrenza deve essere leale: per questo serve un intervento a livello europeo”.

Il modello da seguire è proprio quello italiano. “Renzi – spiega il docente della London School of Economics – sta lavorando nella giusta direzione: il Jobs Act va bene, ma ancora più importante è la riforma della Costituzione. So che avete un referendum a breve, il rischio è che diventi un plebiscito su Renzi, ma deve assolutamente vincere il Sì. E’ troppo importante per l’Italia”. Se il Pil italiano è risultato fermo nel secondo trimestre, non va certo meglio alla Francia che pure ha registrato una stagnazione, dopo trimestri di crescita molto debole: “Dovremmo iniziare almeno ad annunciarle le riforme: se non le annunci, è ancora più difficile che tu le faccia. Ci vorrebbe questo in campagna elettorale, ma nessuno lo farà”.

Nemmeno Macron? “Macron incarna la modernità, ha le idee giuste, come ministro non poteva fare di più ma ha inquadrato bene le cose su cui intervenire. Non diventerà presidente adesso, ma il futuro è suo”, ribadisce Aghion. Il futuro non è sicuramente più di François Hollande: “Non si è capito se si ricandiderà: io dico che se non va lui, si candida Valls. Sarebbe a quel punto un bel duello con Macron ma Valls è troppo a destra: sul burkini, per dirne una, ha sbagliato tutto”. Aghion, come detto, non crede molto in Sarkozy e neanche nelle altre mine vaganti, che siano in Francia o all’estero: “Mi auguro che sia finita l’era degli estremismi, non credo che Marine Le Pen abbia chance e neanche Trump in America: ha sbagliato a non spostarsi verso il centro dopo aver vinto le primarie ed ha dimostrato di essere troppo caratteriale. Vince Hillary”.

Smentito dunque il sondaggio interno, promosso da Ambrosetti – The European House presso i manager e imprenditori presenti al Forum, dal quale era emerso che la possibile elezione di Donald Trump potesse rappresentare una minaccia per i mercati ancora più di Brexit, ad esempio: “Brexit non è stata una buona cosa ma nemmeno un dramma”, commenta Arguion, che chiude l’intervista con una riflessione sugli scenari internazionali. Sempre dal sondaggio effettuato tra gli ospiti di Villa d’Este emerge che le aziende italiane tornano a investire in Italia e in Europa, e meno nei Paesi emergenti: “La Cina sta rallentando ma non è un problema. Alla Russia vanno tolte le sanzioni, sta diventando ridicolo. Il Brasile è in grave difficoltà: il presidente Michel Temer non è legittimato, ha preso il potere con un mezzo golpe, vedremo cosa accadrà. Come nuova economia forte del Sudamerica vedo il Cile, mentre su scala globale attenzione al Vietnam e ad alcune realtà dell’Africa come Ghana e Nigeria, che crescono a ritmi vertiginosi”.

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