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Agcom, Cardani: “Necessari sforzi su banda larga e ultrabanda”

RAPPORTO ANNUALE AGCOM – Il presidente Cardani: “L’Autorità si appresta ad approvare il provvedimento finale relativo al nuovo ciclo di analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa” – Fatturato comunicazioni 2013 a 56,1 miliardi (-9%) – Sky prima, Rai seconda, Mediaset ultima – In 15 anni prezzi -44%, Italia meglio di Ue.

Agcom, Cardani: “Necessari sforzi su banda larga e ultrabanda”

“L’Italia mostra segnali di debolezza nello sviluppo e penetrazione delle reti digitali di nuova generazione (banda larga e ultrabanda) e di accesso ai servizi più innovativi”. Lo ha detto oggi Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Autorità di garanzia nella comunicazioni, nel corso della relazione annuale in Parlamento. “Sebbene nell’ultimo anno si sia parzialmente ridotto il divario digitale dell’Itlia rispetto alla media europea – ha aggiunto il numero uno dell’Agcom –, molti sforzi restano da compiere e in questo comune obiettivo l’Autorità continua a fare la sua parte”.

Cardani ha poi annunciato che “l’Autorità si appresta ad approvare il provvedimento finale relativo al nuovo ciclo di analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa, che dovrà poi essere sottoposto a una consultazione comunitaria”. La decisione riguarderà il periodo 2014-16, anche se non è esclusa l’ipotesi di estendere il periodo fino al 2017. 

Nel 2013 gli investimenti degli operatori nella rete sono calati del 5,4%, attestandosi a 5,97 miliardi. Quelli in rete fissa sono calati dello 0,9%, a 3,045 miliardi, mentre quelli per la rete mobile sono stati pari a 3 miliardi, in flessione del 9,8%, anche se in questo caso bisogna considerare che nel 2012 gli investimenti in rete mobile risultarono molto alti perché gli operatori pagarono le frequenze ottenute in asta per Lte. Per il 2014, secondo l’Authority, è attesa una ripresa degli investimenti per la realizzazione dei piani a banda larga e ultralarga.

FATTURATO COMUNICAZIONI 2013 A 56,1 MILIARDI (-9%)

Sul versante del fatturato, la crisi si è fatta sentire anche nel 2013, portando il dato complessivo a calare di 5,4 miliardi. I ricavi di tlc, radio e tv, editoria e internet, servizi postali si sono attestati a 56,1 miliardi, in calo del 9% sul 2013. Nel 2012 il fatturato era stato di 61,4 miliardi. Pesa soprattutto il taglio della spesa delle famiglie: nel solo settore delle tlc, ad esempio, dove il fatturato è stato pari a 34,5 miliardi (-10,7%), il calo è più dovuto a una diminuzione dei prezzi che a una contrazione dell’uso dei servizi, mentre nell’editoria pesano la flessione della pubblicità e il sempre minore ricorso all’editoria tradizionale mentre tiene internet.

Calano nel 2013 sia il fatturato della tv gratuita sia a pagamento: la prima registra una flessione del 5,97% a 4,695 miliardi, la seconda del 2,02% a 3,326 miliardi. La radio perde il 5% a 603 miliardi di ricavi. In calo anche i ricavi di quotidiani (-7,02% a 2,331 miliardi) e periodici ( -17,28% a 2,351 miliardi) ma anche di Internet che con 1,466 miliardi vede diminuire il proprio fatturato del 2,46%. Nei servizi postali la flessione dei ricavi, pari a 7 miliardi, è stata del 2,08%.

Nel 2013 Sky si conferma la prima tv in Italia in termini di ricavi a 2,60 miliardi anche se in flessione del 3,5% e un’incidenza sul totale del 32,5%. Mediaset è ultima con 2,281 miliardi di ricavi in calo dell’8,2% e una incidenza sul totale del 28,4%. Al secondo posto c’è la Rai i cui ricavi tra canone e pubblicità si sono attestati a 2,31 miliardi in calo dell’1,6% e una incidenza sul totale del 28,9%. Complessivamente, considerando anche TI Media, Cairo Communication, Discovery e altri operatori i ricavi della tv sono calati lo scorso anno del 4,4% a 8,02 miliardi.

IN 15 ANNI PREZZI SCESI DEL 44%, ITALIA MEGLIO DI UE

In Italia grazie all’innovazione tecnologica e alla liberalizzazione del mercato c’è stata “una consistente e progressiva riduzione dei prezzi nel settore delle telecomunicazioni – ha sottolineato ancora Cardani –. L’indice dei prezzi al consumo è sceso del 44% negli ultimi 15 anni. E’ indubbio l’effetto continuo esercitato dal processo di liberalizzazione regolamentata, di matrice comunitaria, che ha interessato il continente a partire dall’inizio degli anni Novanta”. 

Positivo poi il confronto tra Italia e resto d’Europa: “Dal 2007 l’indice dei prezzi al consumo delle telecomunicazioni in Italia si attesta su una dinamica analoga alla Germania e inferiore rispetto a Francia, Spagna e soprattutto Regno Unito”. Infatti il confronto internazionale “mostra – ha detto Cardani – come le famiglie italiane possano accedere ai diversi servizi delle telecomunicazioni sostenendo una spesa inferiore rispetto a quella sopportata mediamente dalle famiglie degli altri paesi europei”.

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