Condividi

Acquarius: ci pensa la Spagna e Salvini esulta

Il neopremier socialista spagnolo, Pedro Sanchez, annuncia che la nave con 629 migranti potrà approdare al porto di Valencia – Salvini: “Abbiamo segnato un punto, ma non basta. Interverremo sui costi dei migranti e sui tempi per smaltire le pratiche” – Ma i Cinque Stelle soffrono – VIDEO.

Acquarius: ci pensa la Spagna e Salvini esulta

“L’Aquarius venga da noi, potrà attraccare a Valencia”. L’annuncio a sorpresa arriva dal neopremier spagnolo, Pedro Sanchez, che con queste parole sbroglia una matassa diventata imbarazzante per l’intera Unione europea. “Vogliamo evitare altri morti nel Mediterraneo”, ha twittato il sindaco della città spagnola Joan Ribò.

Il caso riguarda la nave con a bordo 629 persone, fra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte. L’Italia aveva chiesto alla Valletta di accogliere l’imbarcazione, ma il Governo di Malta aveva rifiutato.

“Avevamo chiesto un gesto di solidarietà da parte dell’Ue su questa emergenza. Non posso che ringraziare le autorità spagnole per aver raccolto l’invito”, ha commentato il premier italiano Giuseppe Conte, spiegando che la decisione della Spagna va «nella direzione della solidarietà”.

Subito dopo Matteo Salvini è intervenuto in conferenza stampa: “Il problema si è risolto grazie al buon cuore del governo spagnolo, ma è evidente che l’Unione europea non può andare avanti con il buon cuore. Contiamo da oggi su un nuovo inizio. I miei predecessori non avevano ritenuto di alzare i toni in maniera ostruttiva: noi lo abbiamo fatto, con un governo compatto, alla faccia di chi cercava spaccature nel governo. Abbiamo segnato un punto a nostro favore, ma non è la fine di nulla. La nave di una Ong tedesca battente bandiera olandese si trova a 28 miglia dalle coste della Libia. Se anche lei dovesse fare un carico di migranti, continueremo la nostra linea di buon senso e di condivisione. La cosa curiosa è che queste navi di Ong non ce n’è una battente bandiera italiana. Dobbiamo fondare una nuova Europa sulla solidarietà vera e non a parole. Sono contento di essermi fatto carico di aprire questo squarcio di giustizia, con tutte le minacce e gli insulti che mi sono arrivate e mi danno solo più forza. Stiamo cercando di recuperare anni di dormite pregresse”.

[smiling_video id=”57149″]

[/smiling_video]

 

Salvini ha poi i provvedimenti che l’Italia intende adottare: “Il primo è quello dei costi che i cittadini italiani sostengono per questo esercito di finti profughi. Al momento spendiamo 35 euro per ognuno: vogliamo ridurre questo costo. E voglio vedere se questi solidali per professione continueranno a fare quello che fanno con meno soldi in tasca. Altro fronte è quello dei tempi per lo smaltimento delle richieste: oggi arrivano a tre anni dallo sbarco alla fine del percorso. Lavoreremo sui costi e sui tempi a garanzia dei rifugiati veri. Abbiamo finalmente aperto un fronte a Bruxelles. E non escludo una mia prossima presenza in terra di Libia. Dobbiamo affrontare il problema a monte”.

Questa mattina Salvini aveva ribadito via Facebook la linea dura dell’Italia: “Basta. Salvare le vite è un dovere, trasformare l’Italia in un enorme campo profughi no. L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta C’è chi dice no”.

Una resa di posizione dura, che ha creato non pochi attriti con il Movimento 5 Stelle. Diversi esponenti grillini non condividono la scelta di Salvini e ritengono che le ragioni umanitarie dovrebbero prevalere su quelle della politica. La posizione più scivolosa è però quella di Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, visto che – in teoria – la legge assegna al suo dicastero la gestione dei porti. Il leader leghista ha quindi scavalcato il suo collega di governo, lanciando l’hashtag #chiudiamo i porti senza consultarlo.

Dopo di che, Toninelli si è allineato su Twitter: “È necessario, stavolta, che tutti comprendano che il diritto internazionale non può prevedere un’Italia abbandonata a se stessa. Noi salveremo sempre le vite umane, ma Malta è la spia di un’Europa che deve cambiare”.

C’è stato poi il caso del sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, che aveva annunciato via Facebook la disponibilità del suo comune ad accogliere in porto Aquarius, salvo poi cancellare il post per non creare spaccature insanabili con la Lega. “Quando mi sono reso conto che oggettivamente questo poteva creare dei problemi al governo mi è sembrato corretto rimuovere il post – ha detto Nogarin – Quella rimane comunque la mia posizione e credo di interpretare quella di una città che, rispetto a queste tematiche, ha sempre avuto una grande sensibilità”.

Commenta