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Acea, l’accordo sindacale ripristina l’articolo 18: Confindustria insorge

La società controllata dal Comune di Roma a guida grillina, ha rinnovato l’integrativo aziendale ripristinando l’articolo 18 nella versione precedente al Jobs Act – Camusso esulta, ma l’associazione degli industriali minaccia l’espulsione dell’azienda.

Acea, l’accordo sindacale ripristina l’articolo 18: Confindustria insorge

Acea incrocia le armi con Confindustria. L’ex municipalizzata romana dell’acqua e dell’energia ha siglato un accordo integrativo che ripristina l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori nella versione precedente al Jobs Act. Una decisione che ha fatto infuriare l’Associazione degli industriali.

Nel dettaglio, Acea ha firmato con i sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil un’intesa che al punto 22 (su 40) prevede di applicare al personale in servizio con contratto a tutele crescenti e ai lavoratori che saranno assunti in futuro “le tutele previste dall’articolo 18 della legge 300 del 1970, come modificato dalla legge 92 del 2012”, cioè la riforma Fornero.

In altri termini, non saranno considerate le modifiche introdotte dal Jobs Act, che ha introdotto un indennizzo al posto del reintegro per i licenziamenti ingiusti motivati da ragioni economiche o disciplinari.

La versione dell’articolo 18 che sarà applicata non è però quella originale del 1970, ma quella modificata dalla legge Fornero del 2012, che introdusse una prima stretta (meno pesante) sul diritto al reintegro, sostituendolo con l’indennizzo nei licenziamenti economici e in una parte di quelli disciplinari.

La segretaria della Cgil, Susanna Camusso, esulta per l’accordo che “abolisce le norme del Jobs act” e “apre una nuova fase della contrattazione. Avevamo come obiettivo il miglioramento delle condizioni di lavoro attraverso la riconquista di diritti che il legislatore, sbagliando, riteneva superati e inutili – ha continuato la sindacalista – Acea ha dimostrato coraggio, ma non è la sola che si sta muovendo in questa direzione, per superare il sistema di paura e ricatto introdotto dalle norme del Jobs act”.

Di tutt’altro avviso il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe: “È un accordo proditorio dei principi della correttezza e lealtà dei rapporti sindacali. Appare, dato che il Comune di Roma è il primo azionista, anche come una ingerenza indebita della politica. Si tratta di una violazione grave dei principi di correttezza e di lealtà”.

Secondo gli industriali, l’accordo sarebbe in realtà un provvedimento elettorale varato con i soldi dei cittadini. La ragione è che il Comune di Roma (socio di Acea con il 51%) è guidato dalla grillina Virginia Raggi e il programma del Movimento 5 Stelle comprende proprio il ripristino dell’articolo 18. Confindustria non esclude di deferire l’azienda ai probiviri.

Quanto a Unindustria, l’Associazione del sistema Confindustria nel Lazio, ha chiesto un incontro con l’ad di Acea, Stefano Donnarumma, e non esclude la possibilità di sanzionare l’azienda, anche con l’espulsione.

Acea, che versa al sistema Confindustria circa 100 mila euro l’anno, ha spiegato che in cambio della concessione sull’articolo 18 ha ottenuto più flessibilità nell’utilizzo del personale durante le emergenze (come la siccità dell’estate scorsa) invece di ricorrere ad appalti esterni ed è perciò “funzionale allo sviluppo del piano industriale”.

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