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ACCADDE OGGI – Pietro Micca salva Torino: era il 1706

Il 29 agosto di 314 anni fa un soldato sabaudo di 29 anni, Pietro Micca, sacrificò la propria vita per impedire alle truppe francesi di espugnare la cittadella di Torino – Un gesto eroico che è rimasto nella storia e che va ricordato soprattutto ai più giovani

ACCADDE OGGI – Pietro Micca salva Torino: era il 1706

Nella notte tra il 29 e il 30 agosto del 1706, esattamente 314 anni fa, va in scena a Torino uno degli atti d’eroismo più noti (e idealizzati) dell’Italia ante litteram. Il protagonista è Pietro Micca, un 29enne nato in un paesino che oggi ricade nella provincia di Biella, Sagliano (poi ribattezzato “Scagliano Micca” proprio in onore di Pietro). Di umili origini, all’inizio Micca lavora come muratore, ma poi si arruola nella compagnia minatori dell’esercito sabaudo, che all’epoca è impegnato nella Guerra di successione spagnola (1702-1714).

Siamo sul finire dell’assedio di Torino da parte dell’esercito francese. Quella sera una squadra di granatieri transalpini, con l’obiettivo di espugnare la cittadella, cerca di penetrare fino alla piazza interna passando attraverso una galleria. Sulla loro strada, subito prima di una scala, i francesi trovano una porta sbarrata e iniziano a sfondarla. Proprio lì vicino, oltre la porta, Micca fa la guardia insieme a un commilitone.

Stando alla cronaca di Giuseppe Maria Solaro della Margarita, i due soldati sabaudi sentono i francesi e capiscono subito che le possibilità di respingerli sono pari a zero. Così decidono di far scoppiare una mina per abbattere una parete e impedire il passaggio ai nemici.

Nella concitazione del momento, il compagno di Micca non riesce a collegare all’esplosivo una miccia a lenta combustione, che avrebbe dato ai due il tempo di scappare. Ormai i francesi stanno per sfondare la porta. “Togliti di lì – dice Pietro al commilitone – lascia fare a me, salvati”. Dopo di che lo spinge via e dà fuoco a un tratto di miccia molto corto. Micca cerca comunque di mettersi in salvo, ma il tempo è troppo poco: l’esplosione lo uccide insieme ai nemici.

Com’è intuibile, la ricostruzione di questi avvenimenti è per buona parte congetturale e molti particolari non trovano riscontri attendibili dal punto di vista storico. Tuttavia, l’episodio è entrato comunque a far parte della memoria collettiva, al punto che oggi il Comune di Torino ospita un museo e una strada intitolati alla memoria di Pietro Micca.  

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