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ACCADDE OGGI – Gandhi: nel 1948 l’omicidio del Mahatma

Quel pomeriggio di 72 anni fa, un fanatico indù s’inchinò davanti al leader del movimento indipendentista indiano, per poi ucciderlo con tre colpi di pistola – Fu un assassinio politico

ACCADDE OGGI – Gandhi: nel 1948 l’omicidio del Mahatma

Il 30 gennaio del 1948, esattamente 72 anni fa, a Nuova Delhi veniva assassinato Mohandas Karamchand Gandhi, passato alla storia con l’appellativo di Mahatma (“Grande Anima”, in sanscrito). Leader del movimento per l’indipendenza dell’India dal Regno Unito, Gandhi divenne il simbolo della resistenza non violenta attraverso la disobbedienza civile. I suoi insegnamenti ispirarono altre icone della lotta per i diritti civili come Martin Luther King e Nelson Mandela.

L’omicidio avvenne nella Birla House (ex palazzo di una ricca famiglia indiana, oggi sede di un museo dedicato alla memoria del Mahatma). Era metà pomeriggio. Accompagnato dalle due pronipoti, Abha e Manu, Ghandi stava andando in giardino per la preghiera ecumenica delle 17 quando venne ucciso con tre colpi di pistola. L’assassino, Nathuram Godse, era un fanatico indù radicale che aveva legami anche con il gruppo estremista Mahasabha.

Il movente dell’omicidio non era ovviamente di natura religiosa, ma politica. Agli occhi di Godse, il Mahatma meritava la morte in quanto responsabile di alcuni cedimenti al nuovo governo del Pakistan e alle fazioni musulmane. Prima di fare fuoco, Godse si piegò in segno di reverenza di fronte a Gandhi, per poi cercare di fuggire confondendosi tra la folla. Quando si accorse di essere braccato e di rischiare il linciaggio, rallentò il passo, permettendo alle forze dell’ordine di catturarlo. L’8 novembre del 1949, dopo 11 mesi di processo, Godse fu giudicato colpevole e condannato a morte. La sentenza fu eseguita una settimana dopo, nonostante la contrarietà dei sostenitori di Gandhi.

Le ceneri del Mahatma – per sua stessa volontà – furono ripartite tra varie urne e disperse nei maggiori fiumi del mondo, fra cui Nilo, Tamigi, Volga e Gange. Due milioni di indiani assistettero alle esequie, durante le quali la bara fu trasportata lungo il Gange per consentire a coloro che stavano sulle sponde di rendere omaggio alla “Grande Anima”.

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