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ACCADDE OGGI – 15 settembre 2008: Lehman fallisce e la Crisi esplode

Il 15 settembre del 2008 l’improvviso e imprevisto fallimento della banca Lehman Brothers segnò una svolta nella crisi trasformando una crisi finanziaria limitata ai mutui subprime Usa in una crisi sistemica che poi travolse anche l’economia: fu la crisi più grande da quella terribile del 1929

ACCADDE OGGI – 15 settembre 2008: Lehman fallisce e la Crisi esplode

“Crisi a Wall Street, Lehman in bilico, Merrill in vendita e AIG in cerca di soldi”. Così titolava, a sei colonne sull’edizione di lunedì 15 settembre 2008, il Wall Street Journal. Nella notte tra domenica e lunedì si era ufficialmente consumato l’atto che diede inizio alla Grande Crisi, i cui segnali arrivarono già nel 2007 con la crisi dei mutui subprime e che poi deflagrò definitivamente con il crack della banca Lehman Brothers trasformando la crisi finanziaria in crisi sistemica, la più grande dopo quella del ’29, e aprendo poi la strada alla recessione.

Il fallimento della banca Lehman Brothers, una delle maggiori negli Stati Uniti, fu tanto improvviso quanto devastante.

Undici anni fa esatti, la banca fondata nel 1850 da una famiglia di mercanti di bestiame emigrati dalla Germania, annunciò l’intenzione di avvalersi del Chapter 11 del Bankruptcy Code statunitense, e cioè della procedura che si attua in caso di fallimento. Lehman Brothers alzò il sipario sulla più grande bancarotta della storia Usa (superato il precedente primato di WorldCom nel 2002, annunciando debiti bancari per 613 miliardi di dollari, debiti obbligazionari per 155 miliardi e attività per un valore di 639 miliardi.

Quel giorno, prima di essere sospese, le azioni Lehman Brothers crollarono dell’80% nella fase di pre-apertura alla Borsa di New York, e l’indice Dow Jones chiuse la seduta di quel lunedì nero in ribasso di 500 punti, realizzando la più grande caduta da quella che era seguita agli attacchi dell’11 settembre 2001. I 26.000 dipendenti della banca (di cui 6.000 in Europa e 140 in Italia tra Roma e Milano) persero all’istante il posto di lavoro, e ancora sono impresse nella memoria collettiva le immagini degli impiegati che abbandonano la sede di New York con gli scatoloni.

Richard Fuld, presidente e amministratore di Lehman, che aveva da tempo presentato dei falsi bilanci e negli ultimi dieci anni aveva versato 300.000 dollari a deputati e senatori del Congresso americano per corromperli, fu immediatamente messo sotto inchiesta da altri membri del Congresso stesso, ma non dalla magistratura e iniziò in proprio una nuova attività. In generale, molti dei responsabili del crack furono assolti o nemmeno processati, e alcuni di loro sono stati capaci di ottenere successivamente altri importanti incarichi bancari.

Solo il 6 marzo 2012, ben 1.268 giorni dopo il crack, Lehman Brothers Holdings uscì dal Chapter 11, ovvero dall’amministrazione controllata da 639 miliardi di dollari. La società cominciò a rimborsare i creditori il successivo 17 aprile, chiudendo in questo modo il capitolo iniziato il 15 settembre 2008, quando Lehman collassò dando inizio alla crisi finanziaria globale. Tale fase ha visto la distribuzione ai creditori di soli 65 miliardi di dollari circa, a fronte di richieste per oltre 300 miliardi.

L’onda lunga della Grande Crisi, prima finanziaria e poi economica, arrivò ovviamente anche in Europa. In Italia nel 2009 il Pil perse oltre il 3% e solo dieci anni dopo, a fatica il prodotto interno lordo italiano è riuscito a tornare ai livelli pre-crisi. Diverse banche europee sono andate in forte difficoltà e per evitare un altro shock sui mercati sono stati necessari in alcuni casi dei piani di salvataggio nazionali o continentali. Ma la lezione di Lehman ha lasciato il segno.

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