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Abi: aumentano sofferenze e prestiti

Secondo l’ultimo bollettino mensile dell’associazione, non si arresta a dicembre la crescita delle sofferenze bancarie, ma nel quarto trimestre i finanziamenti alle imprese sono aumentati del 12,1%.

Abi: aumentano sofferenze e prestiti

Crescono le sofferenze, ma ripartono anche i prestiti alle imprese e i mutui. E questo il quadro che emerge dall’ultimo bollettino mensile dell’Abi. Stando alla rilevazione, lo scorso dicembre dicembre le sofferenze lorde sono risultate a pari a quasi 183,7 miliardi di euro, dai 181,1 miliardi di novembre. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è salito al 9,6% a fine 2014 (da 8,1% di un anno prima e 2,8% di fine 2007), valore che ha raggiunto il 16,1% per i piccoli operatori economici (14% a dicembre 2013; 7,1% a fine 2007), il 16,2% per le imprese (13,3% un anno prima; 3,6% a fine 2007) e il 6,9% per le famiglie consumatrici (6,5% a dicembre 2013; 2,9% a fine 2007). 

Le sofferenze nette hanno invece registrato a fine 2014 una lieve diminuzione, scendendo da 84,8 miliardi di novembre a 84,5 miliardi di dicembre. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,64% a dicembre dal 4,67% di novembre 2014 (4,31% a dicembre 2013; 0,86%, prima dell`inizio della crisi). 

Quanti al credito, a gennaio l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, pari a 1.827 miliardi di euro, è risultato “nettamente” superiore (quasi 116 miliardi) all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, che si è attestato a 1.711 miliardi. I finanziamenti alle imprese hanno segnato nel quarto trimestre del 2014 un incremento su base annua del +12,1% rispetto all’analogo periodo del 2013 e “c’è una significativa inversione di tendenza, il che è un po’ più di un segnale”, ha commentato in un briefing telefonico con i giornalisti il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero.

Nell’intero 2014 i mutui per l’acquisto d’immobili sono cresciuti su anno del 32,5%. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,9%, dal 2,88% del mese precedente (valore più basso da novembre 2010). Era al 5,72% a fine 2007. In generale, a gennaio i tassi d’interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,69% (3,67% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è ridotto al 2,46% (il valore più basso da agosto 2010) dal 2,56% di dicembre 2014 (5,48% a fine 2007).

La raccolta bancaria complessiva ha registrato a gennaio una diminuzione di circa 7,2 miliardi di euro rispetto ad un anno prima, con un decremento su base annua del -0,4% (-1,2% a dicembre 2014), risentendo della dinamica negativa della componente a medio e lungo termine. Confermata ancora una volta la dicotomia tra le due componenti: quella a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, ha segnato a gennaio 2015 un calo del -13,3% (in valore assoluto quasi 68 miliardi di euro in meno su base annua), il che penalizza l’erogazione dei prestiti a medio e lungo termine. Continuano invece costantemente ad aumentare i depositi: a fine gennaio 2015 hanno presentato un incremento su base annua del 5% di (+61 miliardi), dopo il +4,1% di dicembre 2014. Dalla fine del 2007 ad oggi la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.711,3 miliardi di euro, con un aumento in valore assoluto di quasi 199 miliardi.

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