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Draghi: “La situazione è gravissima e sta peggiorando” – Monti: “La Germania deve fare di più”

Draghi e Monti finalmente all’offensiva – Il presidente della Bce: “Dobbiamo abituarci a vivere senza rating” – Il premier: “Ci aspettiamo di più dalla Germania per abbassare i tassi” – S&P declassa il fondo salva-Stati – Buone notizie dall’Asia, dove la Cina frena – Si avvicina il D-day Eba – Stamani Milano apre in rialzo, spread in calo sotto 480 pb

Draghi: “La situazione è gravissima e sta peggiorando” – Monti: “La Germania deve fare di più”

I 2 SUPERMARIO ALL’ATTACCO: IRA DI DRAGHI SUL RATING. MONTI SFIDA LA MERKEL. LO SPREAD ORA DIPENDE DA VOI

La ricorrenza del Martin Luther King Day, giorno di chiusura delle piazze Usa, ha contribuito ad attutire l’effetto Standard & Poor’s sulle piazze europee. Le Borse del Vecchio Continente hanno chiuso in rialzo con una notevole accelerazione nel finale, dopo una giornata poco mossa, data l’assenza delle “bocche di fuoco” americane. L’indice FtseMib di Milano è salito dell’1,4%, Londra +0,4%, Parigi +0,8%, Francoforte +1,2%. Anche l’asta dei Titoli di Stato francesi, si è chiusa con successo: il Tesoro d’Oltralpe ha piazzato 8,6 miliardi di euro in titoli di Stato a varia scadenza con rendimenti in leggero calo. I rendimenti dei Btp italiani scendono di 2 punti base al 6,6%. Lo spread con il Bund si restringe a 484,6 punti base.

Ma la situazione è ormai a rischio naufragio, a detta dei due super Mario, Draghi e Monti. Il presidente della Bce Mario Draghi non è ricorso a mezze misure: “La situazione – ha detto – è gravissima. Si è molto aggravata persino da quando in ottobre il mio predecessore, Jean-Claude Trichet, parlandovi aveva definito la situazione ‘crisi sistemica’. Perché la crisi del debito sovrano e le incertezze sulla crescita hanno creato gravi distorsioni nell’economia reale”. Infine Draghi ha attaccato il declassamento dei paesi dell’Eurozona (esclusi Germania, Olanda e pochi altri) affermando che bisogna imparare a vivere quasi facendo a meno delle agenzie di rating. 

Intanto l’Italia, finalmente, gioca all’attacco. “La Germania deve fare di più per aiutare l’Italia a ridurre il costo del proprio debito”. Mario Monti scende in campo con un’intervista al Financial Times a tre giorni dal downgrade di S&P di ben nove Paesi dell’area euro. “Non è stata – commenta – un bocciatura del nostro governo ma della politica e delle istituzioni europee”. La Germania, ha aggiunto il premier italiano, deve rendersi conto che un aiuto all’Italia per abbassare i tassi di interessi, attraverso un’azione convincente (ovvero gli eurobond) è nel suo interesse: “Berlino – sottolinea Monti – ha avuto benefici dall’Europa forse più di tutti gli altri”. Insomma, a fronte dei sacrifici dell’Italia, necessari per il bene del Paese, sottolinea Monti, non per obbedire alla Germania, “ci dev’essere un qualche tangibile miglioramento che non può essere altro che un calo dei tassi di interesse”.

S&P DECLASSA IL FONDO SALVA STATI
S&P’s, però,  non si ferma: ieri la scure dell’agenzia di rating si è abbattuta sull’Efsf. Il fondo Salva Stati dell’Unione Europea. Il downgrade delle emissioni del Fondo, da tripla A ad AA+, era prevedibile dopo la retrocessione della Francia, visto che dietro l’Efsf ormai c’è un solo Paese, la Germania, con un rating AAA. Ma è un nuovo segnale della sfiducia che circonda le iniziative della Ue anche se il direttore del Fondo, Klaus Regling minimizza gli effetti pratici della decisione: “Non viene minimamente compromessa – ha detto – la nostra solidità finanziaria. Continuiamo a disporre di 440 miliardi, una cifra più che sufficiente per arrivare a luglio, data prevista per il varo dell’Esm, il meccanismo europeo di stabilità” che del resto potrebbe veder la luce già a marzo.

METEOBORSA: IL SERENO ARRIVA DALL’ASIA. LA CINA FRENA, I FUTURES ACCELERANO
Seduta vivace sui listini asiatici. Tokyo guadagna poco più del 1%, l’Hang Seng di Hong Kong fa un balzo del 2,25%. La ragione di tanta euforia sta nell’annuncio che il pil cinese del quarto trimestre ha confermato i segni di rallentamento della seconda economia del pianeta: “solo” +8,9% accompagnato dalla previsione di Ma Jiantang, portavoce dell’Istat locale, che il  trend durerà per tutto il 2012. Prende così consistenza la possibilità di un allentamento della stretta monetaria di Pechino, assai attesa dagli immobiliaristi di Shangai e dai finanzieri di Hong Kong. Ieri, intanto, il premier inglese David Osborne, in visita nell’ex colonia dell’impero, ha aperto le porte della City al renmimbi: Londra deve diventare il porto principale per gli scambi sulla moneta cinese.

BANCHE, SI AVVICINA IL D DAY DELL’EBA. BOLLORE’ ARRIVA AL 6% DI MEDIOBANCA
Il downgrade di S&P ha disturbato soprattutto i titoli delle banche, che si sono ripresi nel finale grazie anche al successo dell’asta francese. Intesa Sanpaolo ha chiuso in rialzo dell’1,2%, Unicredit +0,4%. Un rapporto di Equita Sim (che partecipa al consorzio di garanzia) rileva che il titolo tratta a 0,39 volte il patrimonio netto tangibile dell’istituto contro una media europea di 0,66 volte (per Intesa il rapporto è 0,62). Dopo l’aumento, dunque, ci sono le condizioni per un riallineamento verso l’alto a 4,7 euro. Banco Popolare +0,3%, Ubi +2,1%, PopMilano +4,6%. Ha chiuso debole MontePaschi, in calo del 2,9%. Con l’ultimo assegno da 83.910 euro, Vincent Bollorè ha concluso la sua opera di rafforzamento in Mediobanca. Il finanziere bretone, storico azionista di Piazzetta Cuccia, ha acquistato altre 21.500 azioni e arriva al 6% della merchant bank, quota che lo consolida come secondo azionista e leader del gruppo C dei soci stranieri.

FIAT INGRANA LA SESTA GRAZIE A GOLDMAN SACHS. EFFETTO DOLLARO PER STM, IL LUSSO ALLUNGA
In Piazza Affari hanno corso i titoli dell’auto: Pirelli +4,9%, Fiat +7%, Fiat Industrial  +3,9%, tutti e tre sostenuti dalla promozione a buy di Goldman Sachs. In particolare il target price di Fiat è stato alzato a 8,4 euro, con raccomandazione “buy”. Exor, la finanziaria degli Agnelli, è salita del 6,5%.

Il settore auto in Europa, si legge nel report della banca Usa, è sceso nel 2011 del 29% riflettendo previsioni di un mercato 2012 in declino. Per il 2012 gli analisti prevedono un calo del 4% delle vendite di auto nel Vecchio Continente, ma una crescita del 5% nel mondo a circa 85 milioni di unità. In un contesto di questo genere, Goldman consiglia di focalizzare l’attenzione sulle azioni delle società esposte al segmento premium e su Fiat. Il Lingotto, grazie all’integrazione con Chrysler, è riuscito infatti a diventare il terzo produttore statunitense e a “spostare” la propria fonte di redditività dall’Europa agli Usa, un’area a cui fanno capo più del 50% delle vendite del gruppo. Inoltre, oggi Fiat capitalizza in Borsa 5,1 miliardi di euro contro un ebitda di 4,2 miliardi a dfine 2012, secondo le previsionid Gs. Secondo l’ultimo report di Interbrand sui 100 marchi più noti nel mondo, il solo marchio Ferrari, che in classifica occupa la 99esima posizione, vale 2,9 miliardi di euro (3,5 miliardi di dollari), vale a dire l’83% di tutto il valore di Borsa del gruppo Fiat.
Anche Pirelli è stato inserito nella “Conviction buy list”, l’elenco dei titoli da comprare con convinzione, assieme a Bmw e Daimler. Il broker reputa le azioni del settore a sconto e prevede un potenziale rialzo per i titoli auto del 62% nei prossimi 12 mesi. Da inizio anno l’azione Pirelli è salita del 2,15%.

Assicurazioni contrastate. Generali  è salita dello 0,6%. Unipol  ha perso il 5,1%, Fondiaria-Sai -5,2% e la controllata Milano Assicurazioni nel finale ha annullato le perdite e ha chiuso in rialzo del 2,2%. Fra le società del gruppo Ligresti interessate al maxi progetto di aggregazione con Unipol si è salvata Premafin, la holding dei Ligresti, che è salita dello 0,3% a 0,339 euro, ma resta ben al di sotto del prezzo dell’Opa indicato a 0,3656 euro. E’ cominciata, nel frattempo, la complessa due diligence di Unipol sulla società fiorentina: la previsione è che i tempi sono destinati ad allungarsi.

In generale sono andati bene i titoli “dollar sensitive”, ovvero esposti all’area dollaro che è in forte recupero contro la moneta unica (+11% da inizio novembre): Lottomatica  +3,5%, controlla l’americana GTech, Autogrill  +1,5%, Campari +2,1%. Una nota a parte la merita StM che ha guadagnato il 7,2. StM sale del 6% a 5,26 euro. Dall’inizio del 2012  il titolo guadagna il 12%. A sostenere le quotazioni concorrono sia l’apprezzamento del dollaro verso l’euro (l’1% di crescita del dollaro comporta 10 milioni di euro di utile operativo in più per il gruppo dei semiconduttori) sceso ai minimi dal luglio 2010 che i segnali di ripresa del settore. Una nota del broker francese Natixis rileva il calo delle scorte presso le aziende. Di conseguenza ci si aspetta un rilancio della domanda e della produzione.

Nel lusso sono salite Luxottica +1,7% e Ferragamo +4%, al seguito dei buoni risultati della svizzera Richemont: il gruppo leader mondiale della gioielleria ha chiuso l’ultimo trimestre con ricavi superiori alle attese e a Zurigo il titolo sale del 2,7%.

Fra le mid cap, hanno corso in rialzo Landi Renzo +6,6% e Benetton +5,1%. In calo Rcs -3,7% e Acea -5%. Per la casa editrice si fa concreto il rischio che la partecipazione spagnola non superi l’impairment test rendendo necessaria una svalutazione del capitale.

Carnival, la società americana che controlla Costa Crociere, è crollata alla Borsa di Londra del 16% dopo il disastro della Concordia all’Isola del Giglio.

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