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Deputati assenti in commissione? Tagliate le indennità

Fino a 500 euro in meno di diaria per assenze oltre l’80% delle sedute – Le presenze certificate su un registro delle firme, in attesa del rilevamento delle impronte, come già avviene per l’Aula – Tutti d’accordo – Bindi: “Dare dignità al lavoro in commissione. Non siamo dei schiacciatasti, chiamati solo a votare” – Dal Lago: “Io avrei tagliato di più”.

Deputati assenti in commissione? Tagliate le indennità

Da questa settimana scatta il giro di vite della Camera sulle assenze in commissione dei deputati: chi sarà assente al 50% delle sedute di commissione vedrà i 4000 euro di diaria decurtati di 300 euro. Il taglio salirà a 500 euro per chi farà oltre l’80% di assenze. E’ il frutto della decisione presa alla fine di ottobre dall’ufficio di Presidenza di Montecitorio, Una scelta che trova tutti d’accordo. Dice il presidente della commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte (Pdl): “E’ coerente con quanto stabilito dalla manovra, punta a una maggiore qualificazione del lavoro delle commissioni”.

Ma il provvedimento non certifica il forte assenteismo nelle commissioni?

“A inizio legislatura ci sono molti parlamentari che chiedono di essere assegnati a commissioni di merito, legislative, ad esempio commissione Bilancio, Attività produttive – spiega Conte – mentre poche sono le richieste per le commissioni tecniche. E dunque se nelle commissioni tecniche non c’è una forte motivazione è naturale che possa mancare anche una adeguata frequentazione”.

Una situazione confermata dal deputato Renato Cambursano (Idv), membro della commissione Bilancio: “E’ deprimente vedere che nelle audizioni sull’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione ci fossero solo una dozzina di deputati in commissione”.

Sul taglio alla diaria si dice “d’accordissimo, ma – puntualizza – è uno strumento da usare cum grano salis, perché è evidente che se un deputato e’ assegnato contemporaneamente a una giunta e a una commissione, non può partecipare nello stesso tempo ai lavori dei due organismi. Comunque e’ un segnale, soprattutto per responsabilizzare di piu’ i deputati, in una prospettiva futura che li veda eletti e non indicati dal partito di appartenenza”.

Sulla stessa linea Rosy Bindi, presidente Pd. “E’ un incentivo a una partecipazione più forte e dare dignità al lavoro in commissione, che è il posto che svolge la stragrande mole del lavoro parlamentare. Noi non siamo dei schiacciatasti, chiamati solo a votare, il lavoro in commissione va valorizzato”.

“Il lavoro si svolge in commissione e spesso- ammette il presidente della commissione Attivita’ produttive, la leghista Manuela Dal Lago- ci sono assenti. Fare il parlamentare non e’ solo spingere il bottone ogni tanto. Io addirittura il taglio della diaria l’avrei fatto piu’ alto”.

Le presenze, che verranno rilevate per tutte le sedute delle commissioni (quindi anche per quelle in cui non sono previste votazioni, di norma convocate il lunedì ed il venerdì), saranno certificate inizialmente con dei registri di firma, in attesa che anche nelle aule delle commissioni venga installato il meccanismo di rilevamento delle ‘minuzie’ (parti delle impronte digitali) come già avviene in Aula.

Il giro di vite vale per tutte le commissioni permanenti, le giunte ed il comitato per la legislazione. Una stretta arriva anche per le “giustificazioni” delle assenze, mentre il presidente della Camera lavorerà di intesa con quello del Senato per evitare sovrapposizioni tra le riunioni delle commissioni bicamerali e di quelle permanenti di Montecitorio.

Per quei casi accidentali che spesso succedono, il varo del taglio della diaria avviene in una settimana in cui i lavori delle commissioni, causa crisi di governo, sono pressoché inesistenti: all’appello risultano le commissioni Agricoltura e Politiche comunitarie convocate per venerdì, mentre altre due hanno in calendario solo l’ufficio di presidenza.

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