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Borse chiusura 6 maggio: le turbolenze tedesche sull’elezione di Merz e l’attesa per Powell raffreddano i mercati

Tutti in rosso i listini dell’Europa e dell’America tranne il Ftse Mib in leggero rialzo dopo la scossa tedesca sull’elezione del nuovo Cancelliere e in vista delle mosse della Fed di domani

Borse chiusura 6 maggio: le turbolenze tedesche sull’elezione di Merz e l’attesa per Powell raffreddano i mercati

Alla seconda votazione il cancelliere Friedrich Merz ha conquistato la fiducia del Bundestag, eppure la fiducia degli investitori europei è rimasta intaccata per quasi tutto il giorno dallo choc della prima bocciatura, un rimpallo di esordio che non si vedeva in Germania dal 1949. Le borse del Vecchio Continente chiudono così in lieve ribasso, più o meno allineate all’andamento moderatamente negativo di Wall Street, dove lo S&P 500 già ieri ha interrotto la lunga scia positiva di nove sedute consecutive in rialzo. 

Tra dati macro di scarsa soddisfazione (il Pmi servizi di Eurolandia scende da 51 a 50,1 ad aprile), dazi incombenti (ora Trump prende di mira anche i farmaci) e attesa per la Federal Reserve, che domani annuncerà le sue scelte di politica monetaria, il quadro odierno dei mercati risulta abbastanza stantio. 

Piazza Affari è la migliore, +0,22% e si è barcamenata tra i temi globali e alcune trimestrali, come quelle di Amplifon +6,25%, Ferrari +1,63% e Intesa -0,78%.

Francoforte, che ieri si è riportata in zona massimi storici, cede oggi lo 0,45%, dopo essere arrivata a perdere anche il 2% quando Merz è stato impallinato dalla sua maggioranza al primo voto.

Sono moderatamente negative Parigi -0,39%, Amsterdam -0,09%. Piatte Madrid e Londra.

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Rimbalza il petrolio, vola il gas ad Amsterdam con lo stop al gas russo

Le nuove tensioni in Medio Oriente aiutano oggi il rimbalzo del petrolio, che recupera parte delle recenti perdite. I future del greggio texano e del Brent mettono a segno in queste ore guadagni superiori al 3,5%, per prezzi rispettivamente di 59,39 dollari al barile e 62,39 dollari al barile.

In ambito energetico spinge sull’acceleratore anche il gas, che ad Amsterdam vede crescere i prezzi in misura superiore al 5%, avvicinandosi a 35 euro a Mwh. A fare da volano è la ‘Roadmap’ di Bruxelles per porre fine alle importazioni di energia russa, con divieto di importazione di gas da Mosca sul mercato spot e nei contratti a lungo termine, piani nazionali per coordinare l’azione dei Ventisette e norme più rigide per le aziende.

Nuova corsa all’oro

In un quadro geopolitico assai incerto e con la guerra commerciale che tiene il tasso di nervosismo sempre piuttosto alto, l’oro torna ad attirare gli acquisti, si muove vicino ai suoi massimi a 3387,13 dollari l’oncia (+1,6%) e resta al centro degli interessi di molti investitori.

Per quanto riguarda i dazi il presente Usa Donald Trump ha annunciato che dopo i film prodotti all’estero saranno colpiti anche i farmaci “entro le prossime due settimane”, perché molti paesi stanno “derubando” gli Stati Uniti in questo settore.

Il segretario al Tesoro Scott Bessent, ha parlato invece di “ottime proposte” in arrivo da alcuni Paesi. 

Se queste ottime proposte possano coinvolgere anche il mercato valutario è un sospetto che serpeggia dopo l’impennata della divisa di Taiwan, in ogni caso anche oggi il dollaro arretra. L’euro cambia a 1,1344 (+0,27%).

Piazza Affari, banche contrastate

In Piazza Affari il primo settore cui si guarda anche oggi è quello bancario, tanto più che sono in uscita le trimestrali di vari istituti.

Primo tra gli altri Intesa Sanpaolo, che ha chiuso il primo trimestre con un utile netto a 2,6 miliardi (+13,6%) e ha confermato la previsione di utile netto per il 2025 a ben oltre 9 miliardi, ma vede oggi il titolo calare su prese di profitto. Inoltre l’ad Carlo Messina si è chiamato fuori dalla “confusione” nel Risiko bancario in corso. Scende inoltre Banco Bpm  -1,05%, su cui si affievolisce l’appeal speculativo poiché si ritiene che Unicredit (+0,85%) potrebbe ritirare la sua offerta su Piazza Meda.

Archivia una seduta positiva Mediobanca (+0,92%), che la scorsa settimana ha lanciato un’Ops su Banca Generali (+1,19%). Se ne parlerà probabilmente domani nel cda di Generali (+1,13%), azionista di riferimento della società di risparmio gestito. É poco mossa oggi Mps, +0,11%, che ha nel suo mirino Piazzetta Cuccia.

La blue chip regina del giorno è Amplifon che ha visto i ricavi lievitare a 588 milioni di euro nel primo trimestre. Tra i titoli migliori del listino c’è Ferrari, che ha registrato un’impennata dei ricavi del 13% nei primi tre mesi dell’anno.

Bene Buzzi +2,71% e Telecom, +1,59%, quest’ultima in scia ai risultati trimestrali della controllata Tim Brasil.

Tra i titoli oil svetta Eni, +1,13% sorretta dal rimbalzo del greggio.

Arretrano Iveco -2,22%, Stm -1,93%, Diasorin -1,99%, Leonardo -1,64%.

Spread stabile, salgono i rendimenti

Lo scivolone di Merz ha scosso per qualche ora anche i titoli di Stato della zona euro, che hanno visto i rendimenti salire. La successiva promozione del cancelliere ha poi rassicurato gli investitori, benché le crepe nella neonata maggioranza facciano sorgere qualche dubbio sulla praticabilità dell’impegnativo programma di investimenti in difesa e infrastrutture voluto dal leader tedesco. In un contesto in cui l’economia stagna, il volano ideato da Berlino aveva galvanizzato tutta la zona euro, ma ora il cammino potrebbe incontrare trappole inattese.

Lo spread tra decennale italiano e tedesco appare alla fine in lieve calo a 108 punti base. I rendimenti risultano poco mossi, rispettivamente al 3,62% e 2,54%.

Il settore servizi in Italia ha mostrato in aprile segni di vitalità superiore alla media della regione: il Pmi è salito infatti a 52,9 da 52 (oltre 50 ci si trova in espansione), ma la fiducia risulta ai minimi da quattro anni.

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