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Test Vw dopo il ribaltone. Mps chiude il caso Alexandria e risparmia 440 milioni

La Borsa ha già mostrato di gradire le dimissioni di Winterkorn al vertice di Volkswagen e oggi ci sarà la controprova: domani il nuovo boss – Mps chiude il caso Alexandria con Nomura e risparmia 440 milioni – Possibile il rafforzamento del Qe europeo ma non per adesso – Fca: cresce l team di banche per Ferrari – D’Amico rafforza la flotta – Niente Robin tax

Test Vw dopo il ribaltone. Mps chiude il caso Alexandria e risparmia 440 milioni

Volkswagen prova a ripartire senza Martin Winterkorn, dal 2007 ceo del colosso ferito dallo scandalo. L’industria automotive prova a rialzarsi mentre il caso approda al Bundestag. Ma, a livello mondiale, il motore della crescita si è inceppato. L’ultima conferma della frenata dell’economia globale arriva dal Giappone. Stamane l’indice dell’attività manifatturiera segnala un calo superiore alle previsioni, causa il rallentamento della domanda cinese. Una notizia negativa per il premier Shinzo Abe, che tra poche ore annuncerà gli obiettivi da raggiungere nell’ultima parte del suo mandato: urge rilanciare le riforme dell’Abenomics, in evidente difficoltà.

In questo quadro i futures segnalano una partenza negativa per le Borse europee: il Dax dovrebbe aprire a quota 9.585 (-27 punti), il londinese Ftse 100 a 6.017 (-15 punti). 

MONTE PASCHI PESA SUI CONTI DI NOMURA (-2,7%). DEBOLE WALL STREET

Intanto la Borsa di Tokyo, dopo tre giorni di vacanza, ha riaperto con una perdita del 2%. Di rilievo il calo di Nomura (-2,7%) dopo l’accordo con Monte Paschi sul derivato Alexandria che comporterà per il broker giapponese un costo di 287 milioni di dollari. 

Seduta positiva per Shanghai (+1%) e Shenzhen (+0,1%). Il presidente Ji Xingping, dopo il suo sbarco in Usa, ha garantito che l’economia cinese è in grado di mantenere un buon tasso di crescita per i prossimi anni. Debole Hong Kong (-0,1%).

Debole Wall Street, ancora sotto stress per le decisioni della Fed: ad una settimana dall’annuncio di Janet Yellen (stasera il presidente parlerà all’università del Massachussetts) l’indice S&P accusa un calo del 3%. Altra nota negativa: secondo Thomson Reuter i profitti del terzo trimestre saranno inferiori del 3,9% rispetto al trimestre precedente.

Il Dow Jones ha chiuso ieri in ribasso dello 0,3%, S&P -0,2%. Quasi invariato il Nasdaq (-0,08%). In netto calo anche i prezzi del petrolio, Wti a 44,48 dollari al barile, Brent a 48,42. L’euro si è apprezzato nei confronti del dollaro a 1,116 da 1,112 della chiusura precedente. 

NIENTE QE BIS: DRAGHI FRENA LE BORSE EUROPEE

Modesto rimbalzo delle Borse europee, che nell’ultima ora di scambi hanno visto evaporare buona parte dei guadagni della giornata. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso con un progresso limitato a +0,1%, dopo avere segnato più volte nel corso della seduta rialzi superiori a +1%. Ieri la Borsa di Milano aveva perso il 3,3%.

Anche le altre Borse europee non hanno confermato il recupero che promettevano a metà giornata. La Borsa di Parigi ha chiuso in rialzo dello 0,3%, Francoforte +0,5%. Il colpo di freni è dovuto a Mario Draghi che, una volta tanto, ha svolto il ruolo di pompiere dei mercati. In un’audizione al Parlamento europeo Draghi ha detto che la Banca centrale avrà bisogno di tempo per capire se il rallentamento dei Paesi emergenti è un fatto momentaneo o rischia di diventare duraturo, e di conseguenza se gli stimoli in Europa dovranno essere rafforzati. 

Il succo è che al momento Draghi non sembra intenzionato ad incrementare il piano europeo di quantitative easing. La soluzione non sta nella politica monetaria, ha ammonito il presidente della Bce, bensì nelle scelte macro.

Dall’eurozona, del resto, per ora arrivano segnali positivi: a settembre l’indice Pmi composite della zona euro è sceso leggermente dai livelli di agosto, attestandosi a 53,9 da 54,3, il consensus si aspettava 54. Siamo comunque ben sopra la soglia dei 50 punti che separa la contrazione dall’espansione. La media degli ultimi tre mesi resta sui massimi degli ultimi quattro anni, con la componente nuovi ordini sui massimi degli ultimi cinque mesi.

RESA DEI CONTI IN VW. LASCIA WINTERKORN, DOMANI IL NUOVO BOSS

Ancora in prima pagina il dramma Volkswagen al centro di una seduta dalle oscillazioni da brivido: -10% in avvio (quotazione sotto i 100 euro), poi un rimbalzo fino a + 5,4%, recuperando una frazione del 35% perduto negli ultimi due giorni.

Poco prima della chiusura è arrivata la notizia delle dimissioni del ceo Martin Winterkorn che ha ribadito in un comunicato di non essere mai stato a conoscenza della truffa negli Stati Uniti. Le dimissioni di Winterkorn sono arrivate infatti al termine di un duro confronto con il ristretto gruppo dei membri del presidio del comitato di sorveglianza, ovvero i rappresentanti dei principali azionisti: il presidente del Land della Bassa Sassonia, Wolfgang Porsche, rappresentante della famiglia azionista, e il capo del sindacato. Già venerdì il consiglio di sorveglianza esaminerà le proposte per la nomina del nuovo Ceo. Il board che si aspetta nelle prossime altre dimissioni di top manager.

Arrivano intanto i primi downgrade: JP Morgan ha tagliato il giudizio a Neutral da Overweight . Nel report, il broker afferma che lo scandalo delle emissioni di ossidi di azoto negli Stati Uniti lascia inalterate le prospettive di creazione di valore nel lungo periodo. Il target price scende a 179 euro da 253 euro, ma resta ben sopra il prezzo di mercato. 

Société Générale, invece, ha rivisto al ribasso tutto il segmento europeo dell’automotive e consiglia di girare alla larga da tutto il listino tedesco. 

Nel reso del comparto modesti progressi di Bmw (+0,8%) e Mercedes (+0,3%). Ancora giù Psa (-2,8%) e Renault (-1,8%). 

FCA FA MEGLIO. CRESCE IL TEAM DI BANCHE PER FERRARI

Riprende quota prima e più degli altri FiatChrysler (+2,8%). Già martedì un portavoce del gruppo in Usa aveva che la società non ha mai usato centraline che falsificano i dati di emissione e che il gruppo ha sempre lavorato con le authority del settore e continuerà a farlo per monitorare le emissioni. 

Novità in arrivo nel frattempo sul processo di quotazione di Ferrari. Allen & Company, Bnp Paribas, JP Morgan e Mediobanca si sono aggiunte al gruppo di banche d’investimento che accompagneranno l’Ipo del cavallino rampante in programma per l’autunno. Nell’operazione Ubs, BofA Merrill Lynch e Banco Santander agiscono come joint bookrunner dell’offerta. 

MPS, UN PARTNER SOLO NEL 2016. E IL TITOLO PRECIPITA

Il contenzioso con Nomura per il derivato Alexandria è alle battute finali. L’ad Fabrizio Viola dichiara, soddisfatto, che la Banca si lascia alle spalle l’ultima sgradita eredità della passata gestione. Il titolo Monte Paschi però precipita: -8,5%, a 1,482 euro. 

Il tonfo si è verificato dopo un commento del neo presidente dell’istituto senese, Massimo Tononi, che a margine di una conferenza stampa ha dichiarato che “un’aggregazione richiede tempo. E’ ragionevole pensare al 2016”. 

Sfumano così le indiscrezioni che davano Mps come papabile preda di un grosso big del settore soprattutto straniero, un’operazione che grazie alle sinergie avrebbe permesso al gruppo di accelerare il consolidamento degli indici patrimoniali. 

In forte ribasso anche Carige (-4,5%). Intesa -0,4%, Unicredit -1,1%.

NIENTE ROBIN TAX, RIPARTE ENEL. TONDO FI SAIPEM 

Rimbalza Enel (+1,4%) dopo il pesante ribasso di martedì innescato dalle indiscrezioni su un ritorno della Robin Hood Tax. La reintroduzione di un prelievo equivalente a (circa 700 milioni di euro all’anno di gettito per le casse dello Stato italiano) avrebbe effetti pesanti sui profitti aziendali e, a cascata, sulle politiche di dividendo. Snam +1%, A2A +0,5%. 

 In rialzo anche Eni (+1,3%). La controllata Saipem è finita invece in ribasso del 3,9% dopo nuove indiscrezioni su un prossimo aumento di capitale da 3 miliardi di euro. 

D’AMICO RAFFORZA LA FLOTTA. MONCLER PREMIATA DA MEDIOBANCA

Nel resto del listino: Finmeccanica +0,7% e StM+1,4%. Moncler (+3,5%) è stata giudicata da Mediobanca Securities la migliore azione nel settore del lusso assieme a Brunello Cucinelli (-0,1%). Luxottica +1,1% e Yoox -0,5%. Da segnalare il rimbalzo di Trevi finanziaria (+10,42%) dopo i recenti crolli. 

Avanza D’Amico (+0,7%). Il gruppo ha siglato un nuovo contratto per la costruzione e vendita di due navi cisterna per un investimento di circa 44 milioni di dollari ciascuna. Le navi saranno costruite nel cantiere Hyundai Vinashin Shipyard in Vietnam. La consegna è prevista durante il secondo e terzo trimestre 2018.

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