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Claudia Segre (Assiom Forex): “Spread, il trend è favorevole ma sarà dura scendere sotto quota 200”

INTERVISTA A CLAUDIA SEGRE, SEGRETARIO GENERALE DI ASSIOM FOREX – I due terzi dei Btp 7 sono stati sottoscritti da investitori internazionali: “Dopo aver superato il nodo della stabilità di governo, il trend è ripreso” – “Cina e Giappone ci riscoprono” – “Spread può scendere fino a 200 pb, ma oltre non mi spingerei” – Il caso Telecom e gli high yield.

Claudia Segre (Assiom Forex): “Spread, il trend è favorevole ma sarà dura scendere sotto quota 200”

I due terzi dei Btp 7, lanciati mercoledì con grande successo dal Tesoro sono stati sottoscritti da investitori internazionali. Forte anche la presenza sui Btp a 3 e 15 anni, ambiti dagli operatori a caccia di buoni rendimenti. Intanto, dopo la retrocessione del rating, Telecom Italia è oggetto dell’interesse dei gestori specialisti negli high yield settore in cui, suo malgrado, l’ex incumbent è diventato il titolo più importante. Ma non facciamoci illusioni: i problemi del debito italiano sono così gravi che il recupero dei prezzi, vedi lo spread, è limitato. E’ questa l’opinione di Claudia Segre, il  Segretario Generale di Assiom Forex, che alle spalle vanta una lunga esperienza operativa sul fronte del fixed income e dintorni.

Perché i  gestori hanno scoperto Italia e Spagna?

“In realtà il trend è ben delineato da mesi. Nonostante dichiarazioni di vario segno da parte dei grandi gestori internazionali, è evidente da tempo la volontà di diversificare gli investimenti e di accrescere la redditività. E’ un fenomeno esteso, che riguarda tutti i grandi players, e che trarrà giovamento dalla relativa stabilizzazione del debito delle grandi economie, così come emerge dal vertice Fmi”.

L’estate è stata turbolenta per il mercato del debito. Eppure, grande sopresa, Btp e Bonos sono tra i titoli meno volatili. Come è possibile?

“A partire da giugno, da Cina e Giappone è stato dato il via a giugno un esodo dai titoli governativi americani dopo il primo accenno di Bernanke di riduzione del piano di acquisto bond. Allora ci sono state vendite nette di Bond Usa per 40,8 miliardi di dollari Usa sui 67 miliardi totali delle vendite effettuate da investitori stranieri, un ammontare che si era visto, e per ben altri motivi, solo nell’agosto del 2007. Già allora si poteva prevedere il rally dei bond governativi dei Paesi periferici, come Italia e Spagna. Anche perché, come scrivevo a luglio, gli investitori asiatici sono attenti a mantenere l’euro nel range 1,28-1,35 e a dominare gli scambi sui Governativi, in parte anche per riflesso dei loro stessi fondi sovrani sempre alla ricerca di porti sicuri e finalmente redditizi. Nel frattempo, anche il movimento dello spread tedesco ha avvantaggiato gli spread dei Paesi periferici UE, in primis quello italiano sceso nella fascia 220-250 con buona pace del tesoro italiano. Dopo aver superato il nodo della stabilità di governo, il trend è ripreso”.

Con quale obiettivo? Si può ipotizzare, come si fa nella legge di stabilità, una forbice vicina ai 100 punti entro il 2016?

“Il momento è positivo. Salvo sorprese negative, non è escluso che si possa puntare a scendere fino a 200 punti basic point. Oltre non mi spingerei. Basta registrare la difficoltà a raccogliere, tra risparmi e dimissioni, 11,5 miliardi nella legge di stabilità su un bilancio che si aggira sui 900 miliardi per giustificare la cautela. Non dimentichiamo che la Spagna, nei mesi scorsi, ha privatizzato beni per 15 miliardi. E, più ancora, che il fiscal compact richiederà manovre finanziarie ancora più impegnative”. 

Nel frattempo, però, godiamoci i vantaggi di un clima favorevole. Quanto conterà la nomina di Janet Yellen?

“Ai mercati la nomina è piaciuta perché segna continuità con la gestione Bernanke. Anzi, è la garanzia che non si procederà al tapering in tempi stretti o comunque con mosse forti. Anzi, a giudicare dalle ultime indicazioni in arrivo dagli Usa, non si parlerà di riduzione del QE prima della riunione della Fed del marzo 2014. In questo caso la manovra potrebbe chiudersi solo a metà 2015. I segnali, insomma, si sono irrobustiti. Naturalmente, però, prima occorre vedere come si chiuderà il confronto sul debt ceiling”.

Abbiamo visto che gli spazi per abbassare il costo del finanziamento del debito italiano ci sono, anche se non infiniti. Ma che effetti può avere sul debito delle imprese?

“Già si registra una crescita di attività sugli high yield o sui convered bond. Il caso più significativo riguarda Telecom Italia, dopo la sua retrocessione nel giorno degli high yield o fallen angels”.

In che senso?

“Il passaggio di Telecom Italia tra gli high yield ha avuto ed avrà conseguenze sia per il mercato dei fallen angels che per le emissioni della società. I fondi specializzati nelle fallen angels sono molto attivi in questa fase di mercato, in cui si va alla ricerca di titoli ad alto rendimento. Telecom Italia, dopo il downgrading di Moody’s, è diventato per dimensioni di gran lunga la società europea più importante da inserire in un paniere high yield. Si calcola, ad esempio, che possa rappresentare il 7,3% del paniere Barclays Pan Euro HY ex-Fin Index”.

Si potrebbe dire, in gergo calcistico, che TI è diventata la squadra più forte della serie B. Non è il massimo, ma può essere l’occasione per ripartire. Non potrebbe valere anche per l’Italia, in caso di perdita dell’ultima A che ci resta?

“Ahimè no. Un conto è la situazione di una società privata che può, anche in tempi brevi, avviare una ristrutturazione profonda. Altra cosa, purtroppo, è il rischio sovrano”.

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