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WhatsApp, batteria, meteo: i nuovi tic della vita digitale

Stando al Rapporto del Censis sulle abitudini digitali degli italiani, ciò che più volte controlliamo sui nostri smartphone sono le notifiche dei social (WhatsApp su tutti), le previsioni meteo e la batteria.

WhatsApp, batteria, meteo: i nuovi tic della vita digitale

Quanti di noi controllano le notifiche del cellulare appena svegli, e/o un attimo prima di andare a dormire? Almeno la metà, stando all’ultimo Rapporto del Censis sulle abitudini digitali degli italiani, secondo il quale questo tic appartiene al 50,9% delle persone che possiedono uno smartphone. Magari per controllare i messaggi di un gruppo WhatsApp, visto che il 54,7% di noi ne fa parte. E magari per rispondere con una nota vocale: una pratica da alcuni considerata fastidiosissima, che però viene impunemente utilizzata dal 30,1% di chi usa WhatsApp. Per non parlare della “fissa” per il meteo (il 48,4% consulta le previsioni almeno una volta al giorno sul proprio dispositivo mobile), per la batteria (il 5,8% esce di casa portando sempre con sé il caricabatteria del telefono) o per quella di verificare qualsiasi cosa (nomi, significati, definizioni, date, eventi) che sfugga alla nostra conoscenza o alla nostra memoria, affidandoci – spesso ciecamente – alle risposte della rete. Hanno questa abitudine quasi il 38% delle persone.

Proprio sul tema del rischio delle fake news si è sviluppato parte del lavoro del Censis, secondo il quale di questi tempi è la radio a “salvarsi” e ad ottenere il primato della credibilità tra i media: il 69,7% degli italiani la considera molto o abbastanza affidabile. Sono soprattutto gli over 65 (72,5%) a riconoscere alla radio questo merito e le persone con un livello di istruzione più elevato, diplomati e laureati (71,2%). La televisione è considerata affidabile dal 69,1% degli italiani. Oltre al 78,5% degli anziani, è anche il 68,8% dei giovani under 30 a pensarla così. Anche la stampa viene considerata affidabile da una quota maggioritaria di italiani: il 64,3%. Nella parte inferiore della graduatoria si collocano invece i siti web d’informazione: solo il 42,8% degli italiani li considera pienamente credibili.

In questo caso si rileva una polarizzazione tra giovani e anziani: tra i primi il giudizio negativo è espresso dal 45,8%, tra i secondi è ai massimi livelli (79,1%). Ultimi nella classifica della credibilità sono proprio loro, i social network, i maggiori responsabili nei nostri nuovi tic digitali ma ritenuti non del tutto affidabili dal 66,4% degli italiani. Praticamente due italiani su tre non si fidano di ciò che pure consultano compulsivamente tutti i giorni. Sono gli anziani a essere i più diffidenti (78,2%), mentre il 45,8% dei giovani li considera attendibili. La tendenza a una minore fiducia si è accentuata nell’ultimo anno: hanno perso credibilità i siti d’informazione online per il 20,7% degli italiani, i social network per il 27,2%.

Ma quali sono, secondo gli italiani, i principali problemi dell’era digitale? Fake news, ma non solo, anche privacy, frodi, cyberbullismo. La classifica del Censis riflette una visione molto individualistica, prevalentemente centrata su di sé e sull’impatto negativo che le tecnologie digitali possono eventualmente avere sul proprio vissuto quotidiano. Per il 42,5% degli italiani il problema numero uno di internet è la diffusione di comportamenti violenti, dal cyberbullismo alle diffamazioni e intimidazioni online. Al secondo posto, il 41,5% colloca il tema della protezione della privacy. Segue il rischio della manipolazione delle informazioni attraverso le fake news (40,4%) e poi la possibilità di imbattersi in reati digitali, come le frodi telematiche (35,5%). Solo a grande distanza vengono citati problemi di sistema, come l’arretratezza delle infrastrutture digitali del nostro Paese e l’inadeguatezza dei servizi online della pubblica amministrazione (14,9%), oppure le minacce all’occupazione che possono venire da algoritmi, intelligenza artificiale e robotica (10,5%).

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