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Wall Street, pioggia di record. E l’Europa snobba la crisi catalana

Sotto la spinta della crescita dell’economia e dell’attesa per la riforma fiscale di Trump il rally di Wall Street non conosce soste e contagia le Borse europee che ignorano, tranne Madrid, la crisi catalana – GM accelera sull’auto elettrica e prepara 20 modelli, Fca frena

La corsa delle Borse continua, anzi accelera. Wall Street ha inaugurato il quarto trimestre del 2017 con un poker di record, sotto la spinta di dati economici eccezionali e dell’attesa della riforma fiscale. La forza della locomotiva Usa dà la carica al dollaro, in forte ripresa sull’euro, ai minimi da sei settimane a 1,1710 sotto la pressione della crisi catalana. Viene così meno l’incognita più seria per la crescita dell’Eurozona, in forte espansione.

Nemmeno la geopolitica sembra in grado, per ora, di incrinare questo quadro. Anzi, la carneficina di Las Vegas (59 morti, centinaia di feriti) ha avuto l’effetto di rilanciare le vendite dei produttori di fucili (+3,5% Sturm Ruger, American Outdoor Brands -3,2%).

Anche in Europa, intanto, il Toro galoppa incurante dei segnali di crisi in arrivo da Barcellona ove oggi si terrà lo sciopero generale. È una fotografia dalle tinte forti quella che emerge dall’esame del listini. Certo, a mano a mano che aumenta la velocità ed i prezzi salgono alle stelle cresce il rischio di un brusco stop. Ma per ora nessuno intende scendere dal treno.

TOKYO AI MASSIMI DA AGOSTO 2015

Borse in salute anche in Asia. A Tokyo l’indice Nikkei mette a segno un rialzo dello 0,8% ai massimi dall’agosto 2015 grazie anche al calo dello yen. In rialzo dello 0,5% il mercato azionario dell’India. Hong Kong, Shanghai e Seoul sono chiuse per festività. In lieve calo Sidney (-0,4%) in attesa delle decisioni della banca centrale.

GM +4,4% PREPARA VENTI MODELLI ELETTRICI

Giornata da Guinness dei primati per i mercati Usa. Il Dow Jones ha messo a segno un rialzo dello 0,69%, S&P 500 +0,39%, Nasdaq +0,32%. Tocca un nuovo record anche il Russell 2000, l’indice delle pmi americane.

Ad aiutare la corsa del dollaro contribuiscono le voci sulle prossime scelte di Donald Trump in merito alla Federal Reserve. Prende quota la candidatura di Kevin Wash, repubblicano già in passato membro del board della banca centrale, schierato con i falchi.

Sono più che floride le condizioni dell’industria manifatturiera degli Stati Uniti: l’indice ISM sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende industriali è salito a settembre a 60,8 punti, massimo dal 2004. L’incremento è superiore alle aspettative.

Seduta d’eccezione per Gm (+4,4%). La Ceo Mary Barra ha annunciato che il gruppo lancerà entro il 2020 una ventina di modelli di auto elettriche.

Prosegue al Nasdaq la frana di Intercept Pharmaceuticals, matricola controllata dalla partecipata di Genextra (fondata da Francesco Micheli e Umberto Veronesi), dopo la notizia della morte di 19 pazienti che avevano assunto il suo farmaco, Ocaliva. Tre anni fa Intercept Pharmaceuticals aveva raggiunto una capitalizzazione di borsa pari a 6 miliardi, 450 dollari per azione, mentre il 2 ottobre ha chiuso la seduta di borsa a 58 dollari.

FRENA IL PETROLIO: SAIPEM -1,1%

In calo il petrolio: Brent a 55,88 dollari al barile, Wti a 50,42. È ripartita l’attività esplorativa nel Nord America, dopo 7 settimane di calo, c’è stato un aumento degli impianti di trivellazione attivi. Intanto Mosca ha annunciato che il re dell’Arabia Saudita Salman bin Abd al Azizl Saud si recherà in Russia giovedì 5 ottobre. È la prima visita di un sovrano saudita nel Paese e arriva a un mese di distanza dalla prossima riunione dell’Opec, in cui si discuterà di un prolungamento dei tagli alla produzione, che scadono a marzo.

Deboli a Piazza Affari Eni (-0,2%) e Saipem (-1,1%). Saras (-1,5%) ha chiuso a 2,23 euro. Barclays ha alzato il target price a 2,20 euro da 2,0 euro, ma ha abbassato il giudizio a Underweight da Equal Weight.

L’EUROPA SNOBBA LA CRISI CATALANA. FUTURES IN RIALZO

Le Borse europee, con l’eccezione di Madrid, avanzano nonostante il drammatico braccio di ferro in terra iberica. A sostenere i listini, per paradosso, ha contribuito la debolezza dell’euro, scivolato a 1,1730 sul dollaro. I future sulle Borse europee anticipano un avvio in leggero rialzo. 

A Milano l’indice Ftse Mib chiude la prima seduta del quarto trimestre del 2017 in rialzo dello 0,51% a 22.811,19, ritoccando il massimo dell’anno. Bene anche gli altri listini dell’Eurozona: Parigi +0,39%, Francoforte + 0,58%. Londra è in rialzo dello 0,6%, mentre la sterlina si indebolisce sul dollaro a 1,32 (-1%). L’unica piazza in rosso è Madrid: -1,38% all’indomani del referendum catalano e del muro contro muro con il governo centrale.

Il ministro della Giustizia Rafael Catala ha detto in tv che la Spagna potrebbe usare il suo potere costituzionale, applicando l‘articolo 155 per sospendere l‘autonomia catalana qualora il parlamento regionale dichiarasse l‘indipendenza. Il governatore catalano Carles Puigdemont ha chiesto nel pomeriggio la mediazione della comunità internazionale e ha invitato Rajoy a chiarire se il governo centrale sia disposto al dialogo.

LO SPREAD BTP/BONOS STRINGE A 52 PUNTI

Gli effetti della crisi spagnola si sono visti sul mercato del debito. Seduta tutta in negativo per i Btp che, partiti con il segno meno, hanno accentuato la correzione nel pomeriggio in un clima di crescente avversione al rischio. Lo spread Btp/Bund si attesta a 175 punti base da 171 venerdì sera, mentre lo scarto tra Bono e carta tedesca è di 124 centesimi. Tra il benchmark italiano agosto 2027 e lo spagnolo ottobre 2027 lo spread viaggia intorno ai 52 punti base, in calo di circa 4 punti dalla chiusura di venerdì. Il Tesoro ha annunciato per domani 4 ottobre un‘operazione di concambio, la quarta dell‘anno, in cui offrirà per massimi 2 miliardi di euro il Btp 1 novembre 2026, cedola 7,25%.

L’INDUSTRIA EURO AL TOP DAL 2011, MIGLIORA L’OCCUPAZIONE

Ancora note positive sull’andamento dell’economia della zona euro. L‘attività manifatturiera a settembre è cresciuta ai massimi da inizio 2011 e lo slancio sembra orientato a proseguire anche a ottobre grazie a un‘accelerazione dei nuovi ordini. L‘indice Pmi manifattura a cura di IHS Markit è salito a 58,1 da 57,4 di agosto.

Continua anche il trend positivo del mercato del lavoro italiano. Il tasso di disoccupazione è calato di 2 decimi su mese a 11,2%, in linea alle attese degli economisti. Il tasso si riavvicina al minimo da 5 anni segnato a giugno (11,1%). Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo, sottolinea però che la nuova occupazione di agosto tutta temporanea è stata presumibilmente trainata dal turismo, cosa che lascia prevedere una correzione in settembre-ottobre.

SOCGEN SPINGE LE BANCHE: UBI +4,2%

Grazie ai giudizi di Socgen il comparto bancario ha chiuso in terreno positivo a Piazza Affari +0,21% facendo molto meglio dell‘indice europeo, in calo dello 0,39%. Il titolo top di giornata è stata Ubi Banca: +4,2% a 4,57 euro, sui massimi da gennaio 2016. Il nuovo balzo in avanti (da gennaio il titolo guadagna l’80%) si collega al report di SocGen che ha promosso il giudizio a Buy da Hold. Target alzato a 5,60 euro da 4,0 euro. A inizio agosto gli analisti francesi avevano tagliato da Buy a Hold.

Il broker transalpino ha dato la carica anche a Bper Banca (+1,78%) avviando la copertura con rating ‘buy’ e prezzo obiettivo a 6 euro. Debole invece Banco Bpm (- 0,97%) dopo aver segnato in mattonata a 3,57 euro il record degli ultimi 15 mesi. La società prevede di cedere a breve due miliardi di euro di crediti in sofferenza, con questa dismissione, il totale NPL ceduti da inizio anno sale a 4,7 miliardi di euro. Socgen ha rivisto in rialzo il target price a 4,80 euro da 3,90 euro, giudizio Buy confermato.

Tra i Big Intesa Sanpaolo cede lo 0,1%: Royal Bank of Canada ha tagliato la raccomandazione ed il target: da Outperform a Sector perform, da 3,30 euro a 3,10 euro. Unicredit -0,2%.

STM AI MASSIMI DAL 2004

Nel settore dei titoli industriali l’Oscar di giornata tocca a Stm: +3,77 a 16,98 euro, il prezzo massimo dal 2004. A settembre il rialzo è stato del 12%. A render possibile il rally è l’andamento di tutto il settore semiconduttori: ieri l’indice Sox dei principali produttori quotati negli Usa è balzato sui massimi dal 2000. Giova al titolo anche il rientro nel Cac 40, il paniere delle blue chip della Borsa parigina avvenuto il 18 settembre.

FCA, NEL 2018 AL VIA LO SPIN -OFF DI MAGNETI MARELLI

Lo spin off di Magneti partirà solo nel 2018, ma il cda di Fiat Chrysler (+0,86% a 15,29 euro, nuovi record storico) ne discuterà già nella prossima riunione. Niente da fare invece per Alfa Romeo e Maserati: “È prematuro parlarne, non hanno abbastanza sostanza”. Così ha detto ieri Sergio Marchionne, da ieri laureato ingegnere Honoris Causa all’università di Rovereto. Intanto frenano le vendite del gruppo in Italia: +5,2% a settembre contro +8,13% del mercato. Il ceo ha gettato acqua sul fuoco per quanto riguarda il futuro dell’auto elettrica, comparto in cui Fca ha investito meno degli altri (“perdo 20mila dollari per ogni 500 elettrica che vendo” ha detto).

Fanno meglio Ferrari (+2,62 a 95,95 euro) e Cnh Industrial (+1,97%).

BRILLA FERRAGAMO. TREVI: UN BAGNO DI SANGUE

Da segnalare gli acquisti su Salvatore Ferragamo: +2,4% a 24,32 euro. Hsbc ha abbassato il prezzo obiettivo da 32 a 29 euro, livello che resta comunque ampiamente al di sopra degli attuali prezzi di Borsa. Di conseguenza, resta la raccomandazione buy.

La maglia nera spetta a Trevi, -17%. La società delle perforazioni ha chiuso il trimestre a 31 milioni di perdita a livello di Ebitda, 102 milioni di euro di rosso. In un comunicato, l’amministratore delegato Stefano Trevisani parla di “risultati sensibilmente al di sotto delle nostre aspettative principalmente a causa del perdurare della difficile situazione del mercato dell’Energia, della scarsità degli investimenti e della cancellazione di un’importante commessa prevista per questo periodo nel settore Oil&Gas”. Trevi ha inoltre avvertito che chiederà alle banche di poter ristrutturare il debito.

Gedi -6,6%. La società editoriale ha transato con il fisco: per effetto dell’accordo verserà 175 milioni di euro. Non si arresta il rally di Landi Renzo, +10,98%: B&C Speakers ha sottoscritto un accordo vincolante per acquisire il 100% del capitale sociale di Eighteen Sound da Landi Renzo pe un corrispettivo non superiore a 7,4 milioni di euro.

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