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Wall Street festeggia i record ma snobba l’Europa

Sotto la spinta delle trimestrali societarie, la Borsa americana continua a stabilire nuovi record ma, a differenza di quanto avvenuto subito dopo l’elezione di Trump, non contagia i listini europei – Oggi Londra vota su Brexit – Per l’Italia è sempre allarme spread e venerdì c’è la nuova asta Bot – Unicredit rialza la testa

Le Borse americane continuano a macinare record sotto la spinta delle trimestrali, le migliori degli ultimi tre anni (+8,2% gli utili). Ma gli effetti delle performances di Wall Street, a differenza di quanto avvenuto dopo l’elezione di Donald Trump, non si trasmettono più al resto dell’economia globale.

L’Asia aspetta l’esito della prossima visita di Shinzo Abe a Washington, l’occasione per rivedere gli accordi commerciali tra Tokyo e gli Usa e, soprattutto, promettere investimenti delle multinazionali giapponesi in Usa. Pechino si prepara a fronteggiare la pressione dei due rivali ma il calo delle riserve valutarie sotto i 3 mila miliardi di dollari (ai minimi da 6 anni) è un eloquente indice delle difficoltà dell’economia del Drago.

Ma al centro delle preoccupazioni resta l’Europa, su cui incombono, nonostante l’apparente bonaccia di ieri, l’incertezza sul futuro politico della Francia, per giunta scossa dalle proteste delle banlieue, e le difficoltà finanziare italiane. Si rafforza così il dollaro rispetto alla moneta unica, colpita dalla minaccia di una disgregazione dell’Unione Europea. Il cross euro dollaro è sceso dello 0,7% a 1,068. Il pressing di Trump su Bruxelles per ora ha prodotto un risultato opposto all’obiettivo del presidente Usa.

NASDAQ E DOW JONES AI MASSIMI GRAZIE ALLE TRIMESTRALI

Poco mossi stamane i listini asiatici. La Borsa di Tokyo si avvia a chiudere in lieve rialzo: indice Nikkei +0,2%. Hong Kong guadagna lo 0,3% e Shanghai perde lo 0,1%. Seul è in ribasso dello 0,4%. Invariata la Borsa dell’India, nell’attesa della decisione della Banca centrale. Frena lo yuan (6,847 contro il dollaro) dopo il calo delle riserve valutarie cinesi.

Avanza al trotto Wall Street, ma l’andatura prudente è sufficiente a segnali due nuovi record assoluti: il Dow Jones (+0,19%) chiude a 20.090,29 punti dopo essersi spinto fino a 20.155. Il Nasdaq (+0,19%) arriva alla vetta di 5,674,22 punti. Stabile l’indice S&P (+0,02%).

A sostenere i mercati la corsa del settore tech, guidato da Alphabet (+0,9%), alla testa delle proteste contro i provvedimenti anti-immigrazione di Trump. La Corte d’Appello di San Francisco si è detta “scettica” di fronte agli argomenti presentati dalla Casa Bianca per giustificare il blocco. A guidare il rialzo sono anche Boeing (+1,5%), Ibm (+1,5%) ed Apple (+0,9%).

FRENA GM, DEBOLE WALT DISNEY. GIÙ IL PETROLIO

Brusca frenata di General Motors (-4,7%). I conti del quarto trimestre, spiega l’azienda, sono stati frenati dalla debolezza della sterlina che ha colpito la consociata britannica. Anche il 2017 si presenta difficile. Delude anche Walt Disney (-0,56%) dopo i conti annunciati a Borsa chiusa. Da segnalare ancora il tonfo di Michael Kors (-10,8%): deludono le vendite di fine anno.

Sui listini ha pesato il calo del settore energia (-1,4%). Nonostante i tagli Opec, crescono le riserve di benzina in Usa sotto la spinta delle produzioni di shale oil. Tra i titoli in ribasso spicca Chevron (-1,4%).  A Piazza Affari poco mossa Eni (-0,2%).

MILANO FALLISCE IL RIMBALZO, OGGI LONDRA VOTA SULLA BREXIT

Non solo spread. Oggi il menu politico del Vecchio Continente prevede il voto del Parlamento inglese sulle modalità della denuncia dell’articolo 50, cioè le modalità dell’uscita dalla Ue secondo quanto chiede Londra. Intanto, in attesa del negoziato con il Fondo Monetario e la Ue, tona ad impennarsi il rendimento del decennale della Grecia, balzato dal 6 al 10% in soli tre giorni.

Doveva essere la giornata del rimbalzo per la Borsa italiana, dopo le massicce perdite della vigilia. Ma Piazza Affari ha fallito la missione nelle ultime battute. Sul finire della seduta, infatti, il Ftse Mib ha azzerato i rialzi, chiudendo a 18.663 punti, in calo dello 0,17%. Deboli anche Parigi (-0,51%) e Madrid (-0,29%), mentre Francoforte (+0,4%) e Londra (+0,2%) si sono mantenute solide. A frenare l’andamento di Parigi è stato il comparto bancario-assicurativo: Bnp Paribas -4,6%, Société Générale -2,8%, Axa -1,6%. 

La debole performance del settore manifatturiero e delle costruzioni ha portato il dato complessivo della produzione industriale tedesca relativo a dicembre a registrare il maggior calo mensile degli ultimi otto anni. A dicembre la produzione industriale è scesa del 3% su mese.

Quanto all’Italia, la nota mensile dell’Istat rileva che “si rafforza la ripresa del settore manifatturiero a cui si associano il miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie e l’incremento degli investimenti”.

VENERDÌ IL VERDETTO DI MOODY’S E L’ASTA BOT

“Le vicende di questi giorni e di queste ore ci ricordano in modo sgarbato che un Paese ad alto debito non può permettersi di non continuare a operare per la sua discesa”, ha detto il ministro Pier Carlo Padoan parlando dell’aumento dello spread.

I mercati del debito si sono presi una pausa dopo il lunedì nero. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si attesta a 198 punti base dai 202 del finale di seduta di ieri (sui massimi dall’ottobre2014) e, in parallelo, il tasso del decennale scende al 2,33% dal 2,38% dell’ultima chiusura. Il differenziale tra Germania e Francia ha chiuso la seduta a 75 punti base, rispetto ai 77 punti base di lunedì.

Venerdì ad alta tensione per Italia e Francia. Moody’ aggiornerà i rating dei due Paesi. Parigi (oggi Aa2 con outlook negativo) rischia di perdere una A. Per il Bel Paese (Baa2) la posta è più alta: un nuovo downgrade, dopo quello decretato dall’agenzia canadese Dbrs, potrebbe, secondo gli operatori, far salire lo spread in area 250 punti. Un richiamo sempre più sgarbato a muoversi sul fronte della finanza pubblica.

Sempre venerdì 10 febbraio, il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori 6,5 miliardi di euro di Bot a 12 mesi contro un identico importo in scadenza. 

FCA ARRETRA, DUBBI SUL TEST ITALIANO SULLE EMISSIONI

È ripreso il tiro al bersaglio su Fiat Chrysler (-2,9%). La società, nel mirino della magistratura francese per le presunte manipolazioni delle emissioni di alcuni motori diesel, ha ribadito che i suoi veicoli sono “pienamente conformi alle norme in materia di emissioni”. Ma alcuni modelli sarebbero stati autorizzati ad evitare alcuni test chiave sulle emissioni diesel nell’ambito delle indagini effettuate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano in seguito allo scandalo Volkswagen. È quanto emerge, secondo Reuters, da un rapporto del ministero presentato alla commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sullo scandalo Dieselgate lo scorso ottobre ma mai ufficialmente pubblicato.

Il gruppo automobilistico ha annunciato oggi ai sindacati che il bonus per i dipendenti, in relazione agli obiettivi di efficienza produttiva previsti dal contratto, sarà in media intorno ai 1.320 euro. Bene invece Cnh Industrial (+1,5%).

VOLA STM, UNICREDIT RIALZA LA TESTA

Ancora una brillate performance di Stmicroelectronics (+1,6%), sui nuovi massimi dal 2007, a 13,43 euro. Da inizio 2017 la performance è +22%. L’effetto traino arriva da oltreoceano, dove l’indice Sox che raggruppa i colossi del settore semiconduttori si porta ai massimi degli ultimi 16 anni.

Dopo l’avvio negativo (-6,8% al debutto lunedì) riprende ossigeno Unicredit, che al secondo giorno di aumento di capitale è salita dello 0,49%. Negativo il resto del comparto bancario (-1,2% la media): Banco Bpm -5,9%, Pop. Emilia -3,4%, Intesa -1,9%. Generali è arretrata dello 0,5%. Telecom Italia -2,4%. Nel settore lusso salgono Luxottica (+1,2%), Moncler (+1,9%) e Yoox (+1,4%).

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