Condividi

Wall Street e Draghi non scaldano la Borsa

L’affare Murdoch-Disney e il definitivo accordo sulla riforma fiscale di Trump danno nuova linfa al Nasdaq ma non si riflettono sulle Borse europee che nemmeno Draghi riesce ad animare – A Piazza Affari (-0,9%) soffrono Telecom, molte banche, Recordati e Saipem – In controtendenza il lusso e il risparmio gestito

La Bce e i venti d’occidente non scaldano i listini europei, che accelerano al ribasso nel pomeriggio. Piazza Affari perde lo 0,93%, chiudendo a 22.191 punti. In calo Madrid -0,82%, Parigi -0,78%, Francoforte -0,44% e Londra -0,65%.
Wall Street invece parte bene, anche se Dow e S&P 500 si muovono cauti, all’indomani del rialzo dei tassi da parte della Fed.
Tiene banco la febbre da M&A, dopo l’accordo definitivo di Walt Disney per l’acquisto di 21st Century Fox per 52,4 miliardi di dollari, più accollo di 13,7 miliardi di debiti. L’umore dei listini americani è tonificato dalla notizia che la riforma fiscale dovrebbe arrivare al voto finale entro fine anno. 
Nel Vecchio Continente d’altra parte la Bank of England mantiene i tassi invariati e Mario Draghi conferma la sua politica ultra espansiva, lasciando fermi costo del denaro e stimoli, perché, pur alzando le stime di crescita per il prossimo triennio, l’inflazione resta al palo.
Per rivedere la dinamica dei prezzi e tornare a +1,7% bisognerà aspettare il 2020. La ripresa economica della zona euro è solida, dice il Governatore, persino più della ripresa americana, ma bisogna mediare fra ottimismo e cautela, visto che la risposta dei salari resta molto più bassa del passato. 
Dopo la nota della Bce l’euro si apprezza sul dollaro, per poi invertire la rotta. Al momento il cross è nuovamente sotto 1,18 a 1,177.
Chiusura in ribasso per il secondario, con il rendimento del Btp 10 anni a 1,8% e lo spread con il Bund in crescita dello 1,03% a 147.80 punti base.
La seduta prende una piega positiva per il petrolio: Brent +1.02%, 63,08 dollari al barile.
Poco mosso l’oro, in zona 1253 dollari l’oncia.
In Piazza Affari i titoli finanziari risultano contrastati. In testa al Ftse Mib campeggia Banca Mediolanum +1,4%; bene anche Finecobank, 0,65% e Generali +0,59%.
Proseguono però le vendite sulla maggior parte delle banche, con Intesa -2,23% e Bper -1,98%, sotto tiro.
Nel lusso bene Yoox +1,08% e Luxottica +0,59%. Quest’ultima si avvantaggia del rinnovo dell’accordo di licenza con Tiffany & Co e della notizia di Reuters, secondo cui l‘Antitrust europeo darà via libera all’integrazione con la francese Essilor  senza chiedere alcuna concessione.
In fondo al paniere Recordati -2,04%. Sotto scacco gli energetici, soprattutto Saipem -1,88%. Giù Campari -1,91%.
Chiude in rosso Telecom -1,49, nonostante la partenza positiva, all’indomani dell’incontro Calenda-Genish. La società avrebbe incaricato McKinsey di valutare le alternative sulla rete nell’ambito del piano industriale e proposto l’apertura di un tavolo tecnico con Agcom e Antitrust.
In flessione Mediaset, -0,92%, alla vigilia dell’assemblea straordinaria (alla quale non dovrebbe partecipare Vivendi) con cui verrà cambiato lo statuto per rendere più stringente il controllo sul Cda da parte della lista di maggioranza.

Commenta