Condividi

Voucher, il governo prepara la riforma: le novità in 5 punti

Le aziende diranno addio ai buoni lavoro, ma le deroghe al divieto non mancheranno – Nella maggioranza parlamentare si discute sul tetto di reddito da imporre – Possibile che la nuova legge riesca a evitare il referendum promosso dalla Cgil

Voucher, il governo prepara la riforma: le novità in 5 punti

Continuano le grandi manovre sui voucher. Dopo le parole del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che mercoledì ha annunciato forti limitazioni in arrivo per le aziende, è proseguito il confronto fra i tecnici di Palazzo Chigi e del ministero per trovare una posizione comune sull’argomento. I tempi non dovrebbero essere lunghi, visto che la presentazione della proposta di legge unificata è attesa in commissione Lavoro alla Camera l’8 marzo (anche se non è escluso il ricorso al più rapido decreto legge).

La proposta finale del Governo potrebbe evitare il referendum promosso dalla Cgil (che chiede la cancellazione totale della normativa sul lavoro accessorio), per il quale non è ancora stata fissata una data. La segretaria Susanna Camusso, tuttavia, sottolinea che la decisione del governo «deve essere coerente con il quesito referendario».

Stando alle ultime indiscrezioni, ecco quali saranno i punti principali della riforma dei voucher:

1) I buoni lavoro torneranno a essere utilizzabili quasi esclusivamente dalle famiglie per il pagamento di prestazioni occasionali (il concetto di “occasionalità” era stato cancellato nel 2013 dall’ex ministro Enrico Giovannini).

2) Di conseguenza, le imprese non potranno più utilizzare i voucher. Si tratta di una completa marcia indietro rispetto alla liberalizzazione operata nel 2012 dalla riforma Fornero.

3) Potrebbero però essere escluse dal divieto alcune categorie di aziende, come quelle senza dipendenti nei settori commercio, turismo e artigianato.

4) Altre deroghe dovrebbero riguardare l’agricoltura, soprattutto per quanto riguarda vendemmia e raccolte stagionali.

5) Il tetto massimo di reddito percepibile con i voucher dovrebbe rimanere a 7mila euro, ma una parte della maggioranza riscendere a quota 5mila, com’era prima del Jobs Act.

Commenta