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Voucher e contratto, prime crepe nel governo su decreto dignità

Il pacchetto lavoro, appena approvato dal consiglio dei ministri, divide il governo. La Lega con Salvini annuncia modifiche, Di Maio si irrigidisce e replica: “Faremo argine”. Le modifiche in vista su voucher e causale contratto a termine

Voucher e contratto, prime crepe nel governo su decreto dignità

Appena approvato il decreto dignità è già un caso nel governo. La Lega spinge per modifiche: vuole il ritorno dei voucher almeno per l’agricoltura e delle modifiche sui contratti a termine dopo la levata di scudi del mondo imprenditoriale all’unisono. Confindustria, Confcommercio e Confartigianato attaccano il nuovo provvedimento e sostengono che porterà complicazioni burocratiche, un notevole contenzioso in Tribunale e deprimerà le nuove assunzioni. Tutto ciò mentre la stagione turistica è nel pieno e le aziende sono preoccupate per i contratti a termine già definiti: il giro di vite introdotto dal decreto dignità si applicherà «ai nuovi contratti», ma anche a quelli «in corso», seppur limitatamente a eventuali loro «proroghe e rinnovi». Nel mirino sarebbero soprattutto le causali, reintrodotte dal provvedimento voluto da Luigi Di Maio. E così la Lega, spinta da agricoltori e Pmi del Nord è pronta a dare l’assalto al decreto in Parlamento. Il provvedimento per diventare efficace dovrà essere firmato dal presidente della Repubblica Mattarella (in viaggio nei Paesi Baltici) e poi scatteranno i 60 giorni per la conversione in legge. E qui si innesca la spinta alle modifiche.

Il pressing della Lega, in difficoltà con i suoi elettori, è iniziato e ad aprire le danze sulle modifiche al decreto è stato Matteo Salvini: «È un buon inizio e il Parlamento cercherà di renderlo più efficiente e produttivo», ha detto ieri il ministro dell’Interno, che ha aggiunto: «I voucher per la stagionalità vanno reintrodotti, in primis nel settore agricolo».

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Proprio i voucher sono il boccone più indigesto per i pentastellati che contro lo strumento di pagamento dei lavoratori occasionali hanno fatto fuoco e fiamme quando si trovavano all’opposizione, appoggiando il referendum promosso dalla Cgil e costringendo il governo Gentiloni ad un veloce dietrofront. Ed è quasi un paradosso che il “governo del cambiamento” voglia ripartire proprio da lì. Il ministro Gian Carlo Centinaio, uscendo da Montecitorio ha spiegato  quali saranno le prossime tappe: “L’obiettivo è quello di far capire al responsabile del Lavoro e dello Sviluppo economico che i voucher in agricoltura servono, l’agricoltura li richiede. Dal momento della mia prima esternazione in tal senso, immediatamente tutte le associazioni di categoria ci hanno dato ragione”. Dunque voucher al primo posto nelle modifiche in arrivo ma anche vi è molta attenzione sulle norme che prevedono la durata massima di 24 mesi per i contratti a termine e non più di 36, con le causali che ritornano dal primo rinnovo dopo i primi 12 mesi “liberi”. Come si diceva, proprio la causale è nel mirino della Lega che ha perplessità anche sull’indennità in caso di licenziamento, salita a 36 mesi e non più a 24.

E Di Maio? Il ministro – a quanto pare lontano da Matteo Salvini anche sul tema dell’Inps e del suo presidente Boeri, dopo la polemica sul contributo dei migranti all’equilibrio del sistema previdenziale – mette le mani avanti contro l’annacquamento del “suo” decreto: “ll Parlamento è sovrano, se le modifiche vanno nell’ottica del miglioramento troveranno nel Movimento 5 Stelle una forza politica disponibile al dialogo. Se invece si vogliono annacquare le norme che abbiamo scritto allora il Movimento 5 Stelle sarà un argine”.

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