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Voluntary disclosure: il Governo dà il via libera alla proroga

Il Governo ha dato il via libera questa mattina a due provvedimenti: il primo proroga a fine anno dei termini della voluntary disclosure e stop all’aumento delle accise sulla benzina, l’altro riguarda gli enti locali.

Voluntary disclosure: il Governo dà il via libera alla proroga

Dopo mesi d’attesa, in appena un quarto d’ora il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a due decreti: uno per prorogare i termini della voluntary disclosure e scongiurare l’aumento delle accise sulla benzina (che sarebbe scattato domani), l’altro sugli enti locali. Lo ha riferito il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, lasciando Palazzo Chigi al termine della riunione lampo cui non ha partecipato il premier Matteo Renzi, ancora a New York per il vertice Onu.

Il primo provvedimento – confermando le indiscrezioni della scorsa settimana – fa slittare dal 30 settembre al 30 novembre la scadenza per l’adesione alla procedura di rimpatrio dei capitali esportati illegalmente. L’ultimo giorno utile per integrare la documentazione passa invece dal 30 ottobre al 30 dicembre. 

“La proroga, in presenza di un numero molto elevato di richieste di adesione pendenti – si legge nel comunicato del Governo -, risponde all’esigenza di riconoscere più tempo per completare gli adempimenti previsti, tenuto conto delle problematiche di recepimento della necessaria documentazione, anche in ragione del fatto che l’acquisizione richiede il coinvolgimento di soggetti esteri”.

Il rinvio, in effetti, era stato più volte sollecitato dai commercialisti e dagli altri intermediari coinvolti nella voluntary disclosure. Nei mesi scorsi, infatti, si sono accumulati importanti ritardi che hanno scoraggiato le adesioni. I chiarimenti del Fisco su alcuni dubbi interpretativi, ad esempio, sono arrivati appena il mese scorso, mentre solo il 2 settembre è entrata in vigore la norma che cancella il raddoppio dei termini di accertamento (dimezzando così il costo per far riemergere i fondi esportati illegalmente). 

La seconda novità ha spinto molti contribuenti ad aderire alla voluntary disclosure solo all’ultimo momento, al punto che appena due settimane fa ben sette domande su 10 erano ancora in lista d’attesa e diversi commercialisti – stante la scadenza del 30 settembre – hanno dovuto rifiutare ulteriori incarichi. 

Non consentire a molti contribuenti di iniziare la procedura, tuttavia, sarebbe stato controproducente anche per l’Erario, perché lo Stato, rinunciando alle adesioni last minute, avrebbe perso il gettito che queste avrebbero prodotto (sia quello straordinario-una tantum legato alla voluntary stessa, sia quello ordinario garantito ogni anno dalle tasse sui capitali riemersi). 

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