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Vitalizi: 1.000 euro di pensione ai parlamentari. Andrà al 100% di M5S e al 66% del Pd

Da oggi, venerdì 15 settembre,608 Parlamentari su 945 maturano il diritto alla pensione – Intanto la legge Richetti è bloccata al Senato

E’ scattato oggi l’ormai celeberrimo vitalizio che vitalizio non è. Dal 15 settembre, i 608 parlamenti eletti nel 2013 avranno diritto a ricevere, al compimento dei 65 anni, la pensione aggiuntiva da circa 1.000 euro al mese.

Dopo mesi di polemiche, mentre la proposta di legge Richetti è ferma in Senato avendo già incassato l’ok della Camera, è dunque arrivato il giorno tanto atteso.

Prima di entrare nel merito della vicenda, lo sottolineiamo ulteriormente: parlare di vitalizi è improprio, dato che questi ultimi sono stati aboliti nel 2012, con una riforma che ha introdotto il metodo del calcolo contributivo per deputati e senatori, riducendo in maniera consistente il trattamento dei parlamentari.

A decorrere da oggi, il 64% dei parlamentari (417 deputati e 191 senatori) che occupano gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama hanno dunque maturato il diritto a ricevere la pensione aggiuntiva. In base alle regole attuali infatti, possono usufruire del trattamento pensionistico deputati, senatori e consiglieri regionali che nel corso della loro carriera hanno esercitato il mandato parlamentare per almeno 5 anni.

Coloro che vengono eletti per la prima volta hanno accesso alla pensione a 65 anni solo se sono stati seduti in Parlamento per almeno 4 anni, 6 mesi e 1 giorno dalla loro proclamazione. Per ogni anno di lavoro in più si ha diritto a maturare la pensione un anno prima, ma comunque l’assegno non può essere percepito prima dei 60 anni.

Ma chi beneficierà di queste regole?

In base ai calcoli hanno maturato oggi, 15 settembre, il diritto alla pensione 88 deputati ed 35 senatori del Movimento 5 Stelle. In altre parole, tutti i 123 parlamentari pentastellati, dato che nessuno di essi era stato eletto prima del 2013.

Per quanto riguarda il Partito Democratico invece, sono 209 i deputati alla prima legislatura (su 301) e 71 senatori su 113, vale a dire il 66% del totale. Il restante 34%, per ragioni di anzianità, beneficerà di un assegno pro-rata: una parte sarà calcolata con il vecchio e più ricco vitalizio fino al 2011; un’altra parte invece rientrerà nel nuovo calcolo contributivo scattato dal 2012.
Avranno diritto alla nuova pensione anche vari esponenti del gruppo Misto, di Forza Italia, Scelta Civica e Sinistra Italiana.

L’importo sarà pari a poco più di 1.000 euro al mese, un assegno alto dunque, ma proporzionato allo stipendio dei parlamentari.  A livello generale, i contributi pagati dai senatori e dai deputati eletti nel 2013 ammontano fino ad oggi a circa 40mila euro ciascuno.

Occorre ricordare infine che, la settimana prossima riprenderà a Palazzo Madama la discussione sul disegno di legge Richetti che agisce sia sui “nuovi” che sui vecchi vitalizi, cioè quelli in vigore fino al 2012, prevedendo un ricalcolo retroattivo con il metodo contributivo e, per le future pensioni, l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, equiparando così deputati e senatori a tutti gli altri pensionati Inps.

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