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Vino biologico, agli italiani piace sempre di più bere naturale

Una ricerca presentata al Vinitaly attesta che le vendite di vini bioloigici, biodinamici e naturali sono aumentate del 18 per cento rispetto all’anno scorso. Coldiretti e Federbio firmano il primo patto “salva-bio”

Vino biologico, agli italiani piace sempre di più bere naturale

Vino, piace sempre più quello biologico ma si fanno strada anche quelli biodinamici e quelli naturali. Insomma gli Italiani si stanno appassionando sempre più a vini che seguano il corso della natura senza interventi chimici dell’uomo sia sulla pianta che in lavorazione. La sorpresa del Vinitaly di quest’anno è nel notevole incremento dell’uso di vino biologico da parte degli Italiani, ne hanno bevuto il 18% in più rispetto all’anno scorso per un totale di 4,94 milioni di litri venduti nella grande distribuzione a livello nazionale. I dati rilevati da Infoscan Census che opera un servizio di rilevazione dei dati di vendita dei prodotti di Largo Consumo, sono stati diffusi in occasione dell’incontro su “La rivoluzione green nel bicchiere” che si è svolta nell’area che la Coldiretti ha realizzato al Vinitaly, un ampio spazio innovativo all’insegna della biodiversità con tutte le diverse terre delle Doc e Docg d’Italia dove scoprire le nuove tendenze.

Nell’occasione il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il presidente di Federbio Paolo Carnemolla hanno sottoscritto il primo patto “salva-bio” per garantire la qualità di tutti i prodotti biologici sempre più star del carrello degli italiani. Tra l’altro l’aumento della domanda interna – precisa la Coldiretti – riguarda anche le bollicine con le vendite di spumante bio che crescono del 12% per un totale di 405mila litri nel 2018.

Il tasso di crescita in valore delle vendite per il vino biologico nel 2018 è stato superiore di 6 volte quello della media del settore a dimostrazione che la ricerca della naturalità è la nuova tendenza in espansione sul mercato del vino in Italia e all’estero, con il vino biologico Made in Italy che è infatti anche un fattore chiave di successo per le esportazioni soprattutto in mercati “maturi” come la Germania.

Una domanda alla quale l’Italia può rispondere positivamente anche grazie allo sforzo dei viticoltori con i vigneti coltivati a biologico o in conversione che hanno raggiunto 105.384 ettari, dei quali 70.791 biologici e 34.593 in conversione, secondo il Sinab 2018. Si tratta del 12% della superficie totale coltivata a biologico e garantisce una produzione complessiva di 500 milioni di litri di vino, secondo un’analisi Coldiretti su dati Federbio. Le vigne Made in Italy al “naturale” sono praticamente raddoppiate negli ultimi cinque anni con Sicilia. Puglia e Toscana che salgono nell’ordine sul podio delle Regioni con maggiore superficie biologica a vigneto e rappresentano insieme quasi i 2/3 del totale nazionale.

Secondo il Regolamento Europeo 203/2012, pubblicato sulla gazzetta ufficiale della UE il 9 Marzo 2012, si può parlare di vino “biologico”, solo quando in vigneto si producono uve biologiche, coltivate senza l’aiuto di sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere) e senza l’impiego di organismi geneticamente modificati;m e in cantina: si esegue la vinificazione utilizzando solo i prodotti enologici e i processi autorizzati dal regolamento 203/2012 con la certificazione di conformità da parte di un ente certificatore.

Ma crescere sono anche le aziende agricole con i vigneti coltivati secondo le tecniche della biodinamica codificate nel 1924 da Rudolf Steiner tra fasi lunari, corna di vacca e soluzioni omeopatiche, e che si impongono di mantenere la fertilità della terra, liberando in essa materie nutritive; di rendere sane le piante in modo che possano resistere alle malattie e ai parassiti; di produrre alimenti di qualità più alta possibile, che rappresentano quasi il 20% delle oltre quattromila realtà presenti in Italia. L’aumento è determinato dalla sensibilità ecologica che si sta diffondendo tra i cittadini come dimostra il fatto che 2 italiani su 3 (66%) nel 2018 secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ hanno acquistato almeno qualche volta prodotti bio, segno di una maggiore attenzione all’impatto ambientale dei propri comportamenti.

Proprio per garantire la qualità di tutti prodotti biologici e assicurare la tutela contro le frodi è nato il protocollo d’intesa tra Coldiretti e Federbio che prevede iniziative comuni per una riforma efficace del sistema di certificazione di settore che garantisca la massima integrità e capacità di prevenzione delle frodi oltre che la massima trasparenza delle informazioni lungo tutta la filiera anche nel caso di prodotti importati. Ma si prevedono anche una semplificazione radicale degli adempimenti a carico degli operatori del settore biologico e biodinamico nazionale, iniziative di formazione, comunicazione e promozione rivolte alle scuole e ai cittadini, messa in campo di nuovi servizi per le aziende.

“L’aumento costante in doppia cifra dei consumi che prosegue ormai da un decennio e il fatto che sempre più aziende vitivinicole si rivolgano al metodo di produzione biologico impongono di tenere alta l’attenzione perché la qualità di quanto si versa nel bicchiere sia all’altezza delle aspettative dei consumatori” ha spiegato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “continuare a lavorare sulla trasparenza per salvaguardare i primati del vino biologico Made in Italy”.

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