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Vietnam, la guerra dei minimarket

Le grandi catene di vendite al dettaglio sbarcano in Vietnam con i loro esercizi commerciali – Secondo numerosi analisti le maggiori città vietnamite avranno un enorme sviluppo di questo genere di commercio, data la popolazione giovane e l’aumento della classe media – I venditori vietnamiti, però, protestano.

Vietnam, la guerra dei minimarket

Sono sempre più numerose le grandi catene di vendita al dettaglio che scelgono il Vietnam per impiantarvi i propri esercizi commerciali. Negli ultimi anni un vero stormo di grandi nomi del settore – da “Dunkin’ Donuts” a “Auntie Anne’s”, da “Starbucks” a “McDonald’s” – si è abbattuto sul Paese del dragone, attirato da un mercato ancora poco sfruttato che presenta grandi potenzialità.

Infatti, secondo “The Liveliness of Retail Markets in Asia –Pacific 2014”, studio pubblicato dal gruppo immobiliare CBRE, il Vietnam ha molto da offrire, in virtù della popolazione giovane e della crescente propensione a spendere di una classe media in rapido aumento. La CBRE ha incluso i due più popolosi centri urbani vietnamiti, Ha Noi e Ho Chi Minh City, tra le dieci città asiatiche per le quali si prevede nei prossimi anni il maggiore sviluppo del commercio al dettaglio.

Fiutato l’affare, le multinazionali del “B2C” si sono precipitate ad afferrare l’occasione, mettendo in seria difficoltà le imprese locali, impossibilitate a reggere la concorrenza con i colossi stranieri. Una catena di Singapore, la “Shop&Go”, è il marchio leader in Vietnam nel settore dei minimarket, seguita dalla statunitense “Circle K”. Nella sola Ho Chi Minh City su 475 “convenience store”, ben 350 appartengono a gruppi stranieri.

Questo stato di cose non piace a molti vietnamiti e Nguyen Tien Vuong, vice direttore generale della Ha Noi Trade Corporation (Hapro), ha messo sotto accusa l’operato delle autorità, denunciando la mancanza di una pianificazione della distribuzione degli esercizi commerciali al dettaglio commisurata alla domanda della popolazione locale. Alle aziende vietnamite sarebbe così venuto meno un supporto fondamentale nel decidere dove collocare i negozi e come gestire le reti di distribuzione. “Venditori come la Hapro” ha detto “hanno bisogno di politiche specifiche da parte del governo, politiche che includano una pianificazione delle attività al dettaglio, soprattutto per le aree di nuova costruzione, e un’adeguata informazione sulla domanda dei consumatori”. “Mancando tutto questo,” ha aggiunto “alcune grandi catene mondiali della vendita al dettaglio hanno avuto mano libera e accanto ai negozi dei locali sono sorti interi palazzi con marchi esteri, rendendo impossibile ai vietnamiti competere con i giganti stranieri”.


Allegati: L’articolo di Vietnam News

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