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VicenzaOro, l’industria orafa recupera i livelli pre-Covid ed è pronta a contrastare gli effetti della guerra

L’industria orafa italiana ha pienamente recuperato i livelli pre-Covid e si appresta ad affrontare le incertezze della guerra: lo rileva un’inchiesta presentata a VicenzaOro dal Club degli Orafi e da Intesa Sanpaolo

VicenzaOro, l’industria orafa recupera i livelli pre-Covid ed è pronta a contrastare gli effetti della guerra

La guerra Russia-Ucraina colpisce l’industria orafa italiana proprio nel momento in cui aveva recuperato i livelli pre-Covid. E’ quanto è emerso da un’inchiesta sul settore condotta da Intesa Sanpaolo e dal Club degli Orafi, che riunisce le più importanti aziende dell’industria orafa italiana, e presentata in occasione di VicenzaOro.

L’inchiesta rappresenta la prima edizione dell’inchiesta congiunturale Club degli Orafi-Intesa Sanpaolo ed evidenza, dati alla mano, le attese, le principali difficoltà e le tendenze strategiche delle aziende orafe italiane attive sia nella produzione che nella distribuzione. E’ un’inchiesta condotta prima dell’invasione russa in Ucraina ma aggiornata dopo lo scoppio del conflitto.

Industria orafa italiana: un’inchiesta di Intesa Sanpaolo e del club degli orafi

Dall’inchiesta emerge che il settore orafo, grazie al rimbalzo dell’economia del 2021 (+6,5% del Pil) ha recuperato i livelli pre-Covid e “si prepara ad affrontare con buona reattività le sfide della guerra in Ucraina”. L’indice di fatturato Istat mostra del resto una crescita dell’oreficeria e bigiotteria di oltre il 50% nel 2021, cioè il 17% sopra i livelli del 2019, un dato “nettamente superiore alla media manifatturiera (+9%) e soprattutto agli altri comparti della moda”. Cruciale è stato il recupero di competitività sui mercati internazionali, con le esportazioni che hanno toccato il record storico di 8,5 miliardi di euro per oreficeria e bigiotteria e 7,5 miliardi per i soli gioielli in ro, grazie soprattutto alla crescita su tutti i mercati e in particolare su quello americano.

Industria orafa: gli effetti del conflitto Russia-Ucraina

Dopo lo scoppio della guerra Russia-Ucraina circa il 78% degli intervistati tra gli orafi italiani teme l’impatto negativo del conflitto che potrebbe tradursi nell’incremento dei prezzi delle materie prime mentre il prezzo dell’oro è atteso rimanere su livelli elevati e cioè sopra i 1.900 dollari per oncia anche nel prossimo biennio. C’è però da considerare che nel 2021 le esportazioni di gioielli italiani verso Russia e Ucraina sono state pari a 36 milioni di euro in tutto, che equivalgono allo 0,5% sul totale delle esportazioni italiane.

Di fronte al conflitto, le imprese orafe italiane si preparano a significative innovazioni organizzative, rivedendo i canali di approvvigionamento ma anche i listini e i canali di vendita con un’elevata propensione all’investimento e una particolare attenzione alla formazione del personale, alla digitalizzazione e alla valorizzazione del marchio.

Industria orafa: il commento di Stefania Trenti (Intesa Sanpaolo)

“Il settore orafo italiano – commenta Stefania Trenti, Responsabile Industry Research della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, che ha condotto l’inchiesta – ha evidenziato nel 2021 una straordinaria capacità di reazione” con un boom di vendite che ha permesso di recuperare interamente gli effetti della pandemia grazie all'”ottima competitività degli operatori italiani e degli investimenti fatti negli anni scorsi per valorizzare l’elevato livello di know-how e di creatività che da sempre caratterizza il settore in Italia”. Sono proprio queste caratteristiche su cui l’industria orafa punterà per affrontare le inevitabili incertezze create ora dalla guerra.

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